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Lettera aperta di Luciano Russo sulle polemiche sorte intorno al Premio Gerbera Gialla

faccio mie  le parole della signora Adriana Musella che in fase di premiazione giusto l’altro giorno ebbe a dire che ogni singola persona è responsabile delle proprie azioni ragion per cui anche il Suo solerte collaboratore lo è,come me e come tutti noi.

La cosa che , purtroppo , ancora ad oggi , non ho capito , è il perchè il signor Filippone , tanto zelante nella descrizione della situazione familiare della Preside , non si è premurato di dire che è vero che i fratelli della stessa erano stati arrestati ma è altrettanto vero che gli stessi devono ancora essere giudicati, da liberi cittadini, colpevoli o innocenti che siano; certo non è e non sarà lui l’organo giudicante , ma mi sarebbe piaciuto che il nostro , con lo stesso zelo che ha avuto nel riportare le problematiche familiari di mia sorella non avesse omesso di riportare , come nel mio caso , che a distanza di giorni tre dall’ordine di custodia cautelare nei miei confronti lo stesso G.I.P. che aveva disposto la misura coercitiva emetteva nuovo provvedimento disponendo la libertà , non fosse altro perchè la persona che mi accusava , nella fattispecie il funzionario di Banca Intesa ,  sottoscrivendo  un verbale nel quale attestava che in determinati giorni in cui erano state effettuate delle operazioni bancarie io ero presente in banca e . sotto minaccia , lo avrei costretto a siglare le operazioni , aveva dichiarato il falso , essendo io , proprio negli stessi giorni, ricoverato in una primaria struttura ospedaliera pubblica della provincia per gravissimi problemi di salute e lottando tra la vita e la morte. Volendomi esprimere in termini di legge potrei dire “ in dubbio pro reo”….ma , a quanto pare , il signor Filippone non ha mai avuto alcun dubbio nel voler giudicare le persone senza neanche conoscerle e soprattutto senza conoscere i fatti, tenendo anche presente che è cosi bene informato sugli atti giudiziari…

Ma vi è di piu….nell’edizione di giorno 4 Maggio 2012 , a firma della signora Annalia Incoronato , leggo e riporto quanto pubblicato:

“Due suoi fratelli sono in carcere……..”. Come già accennato all’inizio di questa lettera , Le sto scrivendo da libero cittadino e dalla scrivania del mio studio; molto probabilmente arguisco che i cronisti della Sua testata giornalistica , che le ripeto , mi vedeva fino all’altro giorno assiduo lettore, scrivono articoli senza neanche essere informati e questo , mi creda , mi inquieta non poco , in qualità di lettore , perchè a questo punto ho ragione di pensare che non tutte le notizie che il Suo giornale riporta quotidianamente siano specchio della verità. Non penso che essere giornalista comporti una visione personale e personalizzata degli eventi ; il diritto di cronaca si manifesta attraverso la narrazione dei fatti ragion per cui la funzione della cronaca è quella di informare la collettività ed il primo requisito che la cronaca deve rispettare è la verità dei fatti e la completezza della notizia ;  il dovere di un giornalista è quello di riportare una versione dei fatti che aderisca alla realtà in ogni suo elemento ovvero deve restituire al lettore l’accadimento cosi come si è sviluppato nella realtà. Il cronista , a mio avviso e fermo restando il diritto di cronaca,  dovrebbe essere un tramite tra le realtà dei fatti e l’esposizione degli stessi al lettore e senza eccedere lo scopo informativo; e , dulcis in fundo , nell’edizione del giorno 5 Maggio 2012 Lei prende accoratamente le difese del Suo subalterno dicendo che molto probabilmente si è trattato di un errore su un sottotitolo….basta guardare la prima pagina del giornale per capire se trattasi di sottotitolo oppure di notizia scoop pubblicata a caratteri cubitali….e molto probabilmente, a questo punto , tra di noi c’è qualcuno che sta facendo a pugni con la lingua italiana e in particolar modo con i verbi in quanto scrivere e riportare “Premio Antimafia Shock alla sorella di due detenuti”come titolo principale e poi tra le righe degli articoli “due suoi fratelli sono in carcere” non mi sembra abbastanza corretto e coerente con quanto Lei stesso  ha pubblicato nel Suo editoriale in data 5 Maggio 2012, ed in difesa dei Suoi collaboratori.

Lascio a Lei qualunque altro definitivo commento senza ovviamente alimentare ulteriori polemiche anche perchè , come dicevano i latini , maiora premunt…

Con rinnovata stima per il Suo operato.

Luciano Russo

Gioia Tauro, 6 Maggio 2012