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‘Ndrangheta: Polizia giudiziaria acquisisce presso redazioni inchiesta Klaus Davi su Mimmo Foti

Boss ha presentato querela, massmediologo “presto nuova inchiesta sul clan Labate”

REGGIO CALABRIA – Dopo aver acquisito quello pubblicato online, la polizia giudiziaria si è presentata ieri  mattina presso la sede del network regionale Rtv per acquisire anche il video dell’inchiesta realizzata da Klaus Davi su Mimmo Foti, esponente della ‘Ndrangheta  condannato in via definitiva per mafia nel 2002. Gli agenti si sono recati presso la redazione televisiva chiedendo inoltre alcune informazioni sul video, sulla sua realizzazione e sulla sua diffusione. Da indiscrezioni trapelate dagli ambienti della questura sembra che questa acquisizione, effettuata anche presso altre testate che hanno pubblicato il reportage, sia effetto di una querela presentata dai legali del presunto boss nei riguardi di Klaus Davi. Lo dichiara Klaus Davi in una nota.

«Mi ha chiamato il direttore del’emittente RTV Francesco Chindermi per darmene notizia. L’inchiesta su Foti è andata in onda solo tre mesi fa e  Foti aveva annunciato che voleva querelarmi. Di qui, presumo,  l’acquisizione dei poliziotti. Visto che mi si da l’occasione di parlare di Foti vorrei far presente che seguiranno altre inchieste a brevissimo sul clan Labate (cui Foti apparteneva secondo condanne definitive) e i suoi numerosi membri in libertà. Non solo: sarò a breve  Reggio per una volantinaggio  e una campagna pubblicitaria contro il racket e l’estorsione che attanaglia il quartiere di Foti, cioè il Gebbione.».

Klaus Davi ricorda anche che «pende un mio processo per il quale ci sono due rinvii a giudizio  presso la Procura di Vibo per una aggressione fisica da parte di due esponenti della famiglia Lo Bianco  e inoltre ho presentato diverse denunce presso la Procura  di  Reggio Calabria per minacce ed aggressioni fornendo nomi cognomi e registrazioni agli inquirenti ». Inoltre ad agosto la Questura di Reggio ha presentato denuncia presso la Procura di Locri dopo che il cognato di Giuseppe Calabro (condannato per narcotraffico in via definitiva )  aveva tirato addosso al massmediologo un vaso mancandolo di poco.