OPPIDO MAMERTINA. Catturato a Paola Domenico Polimeni

Polimeni e la moglie sono accusati anche di detenzione illegale di armi. Le due figlie invece sono state accusate per procurata inosservanza del provvedimento di cattura del latitante. Le indagini per l’arresto del latitante sono iniziate da diverso tempo. Ieri sera i carabinieri hanno notato una delle due figlie di Polimeni allontanarsi da Oppido Mamertina e raggiungere l’appartamento di Paola dove si trovava il padre, la madre ed una sorella. I carabinieri quando hanno avuto la certezza della presenza del latitante hanno deciso fare irruzione nell’appartamento. All’operazione hanno partecipato i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Reggio Calabria ed i militari della Compagnia di Sellia Marina (Catanzaro). Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Michele Prestipino, e dal sostituto Alessandra Cerreti. Proprio le investigazioni sulla faida tra le cosche della ‘ndrangheta in corso da anni a Oppido Mamertina hanno portato all’arresto del latitante. Polimeni, che è ritenuto l’autore degli omicidi di Antonio Gugliotta, Antonio Gangemi e Angela Bonarrigo, compiuto nell’agosto del 1997. La faida che da anni è in corso ad Oppido Mamertina ha avuto inizio negli ’90 a causa di una forte rivalità tra le cosche della ‘ndrangheta che si contendevano il controllo delle attività illecite. E proprio nella faida che Domenico Polimeni ed il cognato Giuseppe Mazzagatti uccisero Gugliotta, Gangemi e Bonarrigo. L’anno successivo ci fu poi la ‘strage di Oppido’ nella quale furono assassinati Giovanni Polimeni, figlio del latitante arrestato, ed il nipote di quest’ultimo, Vittorio Rustico, che erano gli obiettivi mentre rimasero uccisi casualmente Giuseppe Biccheri e la nipotina di otto anni. Dopo la strage le cosche trovarono una intesa e ci fu una tregua che è durata fino all’anno scorso quando improvvisamente sono ripresi nuovamente gli omicidi. Nell’ultimo anno, infatti, sono state assassinate cinque persone.