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Prestipino. “Non possiamo fare finta che certi problemi non ci siano, o ignorare che la ‘ndrangheta ha un progetto politico sulla Calabria”.

Noi la nostra parte l’abbiamo fatta. Pelle è stato processato ed è in carcere assieme a quegli uomini politici che sono andati a bussare alla sua porta. Questo programma della ‘ndrangheta per la politica non pone, dunque, solo un problema di reati. Pone problemi anche alla politica. Cosa si e’ fatto? Dobbiamo esigere quali sono le risposte su questi fatti. E la stessa riflessione riguarda anche gli imprenditori. La Calabria non merita questa concezione della politica come mezzo ‘supino’ a disposizione delle organizzazioni criminali. Ha le risorse per reagire”. Secondo Prestipino, inoltre, “chi ha a cuore le sorti del mondo del lavoro non può prescindere dall’affrontare la questione criminale. Ed affrontare la questione criminale significa nello stesso tempo affrontare la crisi economica. Il problema più serio è quel sistema che ha creato in questo contesto territoriale enormi vantaggi per molti. Un sistema che oggi non funziona più ma temo che conservi una grande capacità di riorganizzarsi, di mantenere le proprie posizioni, di tenere, nonostante aver subito una serie di colpi anche forti. Come impedire che quel sistema, che è un sistema criminale, parte integrante di questo territorio, composto da ‘ndrangheta, parte imprenditoriale, continui a produrre i vantaggi che e’ stato finora in grado di offrire? Non possiamo limitarci a dire che questo ‘sistema’ non può più funzionare. Dobbiamo sforzarci di capire cosa c’é dentro. Non è un compito che spetta alla magistratura. A noi spetta il compito di accertare le responsabilità penali, non possiamo andare oltre”.

“La verità – ha sostenuto Prestipino – è che questo sistema ha alla base un blocco sociale importante, improduttivo, che si fonda sullo sfruttamento delle rendite parassitarie, sul ritorno clientelare dei flussi di spesa. Ed è su questo che bisogna incidere. Se si riuscisse a creare il germe di una nuova imprenditorialità a partire dal meridione, allora verrebbero meno le condizioni perché quel sistema continui ad esistere, basato su un ‘cemento’ che coniuga illegalità, criminalità economica, mala gestione delle risorse, evasione fiscale, per determinare, appunto, vantaggi. Quando diciamo ‘ognuno deve fare la propria parte’, diciamo appunto questo. Anche la politica deve fare la sua parte”.ANSA