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San Ferdinando, “Operazione Eclissi 2”: Coinvolto anche un appuntato dei Carabinieri

Nell’indagine è finito anche un appuntato dei Carabinieri, Pasquale Sannuto, nato a Cosenza il 27 marzo del 1980, trasferito già nell’ottobre dello scorso anno a seguito delle risultanze della prima inchiesta su San Ferdinando. L’uomo è accusato di aver rivelato notizie di ufficio, che avrebbero dovuto rimanere segrete, aiutando gli appartenenti della cosca Bellocco Cimato ad eludere le investigazioni in corso. Secondo quanto accertato dagli investigatori, i suoi riferimenti erano i capi Ferdinando Cimato, Gregorio Malvaso e Giuseppe Gioffrè. L’uomo adesso dovrà rispondere del reato di concorso in favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio aggravato dall’aver favorito un sodalizio di tipo mafioso. 

Cimato Ferdinando

Cimato Ferdinando

Malvaso Gregorio

Malvaso Gregorio

GIOFFRE' GIUSEPPE

GIOFFRE’ GIUSEPPE

Avrebbe aiutato il boss Giuseppe Pantano durante il periodo della sua latitanza, rivelando notizie sulle indagini delle Forze dell’ordine che lo ricercavano. Con questa accusa è finito stamani agli arresti domiciliari l’appuntato dei carabinieri Pasquale Sannuto.

 

Pantano Giuseppe cl.1962In particolare, secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe attestato falsamente di aver appreso da ‘fonte confidenziale’ che il boss Giuseppe Pantano, autore del tentato omicidio di Emilio Mazzeo, avvenuto il 26 luglio del 2014, avesse trovato rifugio presso l’abitazione di una donna con cui aveva una relazione sentimentale extraconiugale. L’abitazione in questione si trovava nel comune di Nicotera Marina, nei pressi di un passaggio a livello. Ed era stata proprio la donna, alla vista di un due auto con a bordo 5-6 uomini ferme al passaggio a livello, ad avvertire il boss Giuseppe Pantano ed in questo modo favorendo la sua fuga. In realtà, secondo gli inquirenti, Pasquale Sannuto, aveva appreso dell’accaduto direttamente da Danijiela Jakovljevic, anche lei destinataria dell’odierno provvedimento cautelare. Nella relazione di servizio Sannuto scrisse di aver appreso l’episodio da una fonte confidenziale e non dalla diretta interessata, occultandone di fatto la posizione. 

Sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti in un’altra occasione l’appuntato dei Carabinieri si sarebbe rivolto ad Emilio Mazzeo invitandolo a denunciare l’attentatore, poi scopertosi essere il boss Giuseppe Pantano. ”Ti dovremmo denunciare perché lo sai chi ti ha sparato – ha aggiunto Sannuto – perché io ero da Lamalfa e ho visto chi ti ha sparato”. Ma il nome di Pasquale Sannuto emerge anche dalle conversazioni captate dalle microspie posizionate dai colleghi sulle auto dei boss della cosca. In un caso in particolare Ferdinando Cimato riferisce ai sodali di aver appreso proprio da Sannuto delle indagini in corso. ”E’ venuto e mi ha detto che stanno facendo uno schifo, ma uno schifo, inimicizie – riferisce Cimato – ha detto che ci attaccano a tutti”. Ed ancora, sempre Cimato: ”Ti posso dire che lui è contro.. non contro che ci va contro.. lui vuole stare fuori da queste cose..”. A quel punto Gioffrè, un altro degli odierni indagati, riferiva di aver saputo che alla caserma di San Ferdinando l’indagine aveva creato dissapori tra i militari: ”Si, si, lavorano insieme e non vanno d’accordo”. 

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