Aldo Alessio, che fare?

In questi giorni – sconvolgenti per la nostra città – ho riletto il programma elettorale che ho presentato nelle ultime elezioni amministrative del 2015.

 

In particolare mi sono soffermato sulla parte riguardante l’ordinaria amministrazione, la legalità, la trasparenza, l’onestà e il codice etico per gli amministratori. Quel programma – a mio avviso e soprattutto alla luce di questi ultimi avvenimenti – è più che mai attuale. Ma non solo: indica la strada per il buon governo, per la salvaguardia dei diritti dei cittadini attraverso il giusto indirizzo e controllo degli amministratori per scongiurare l’assalto alla Cosa Pubblica e salvaguardare anche i dipendenti ed i dirigenti spesso lasciati soli a far fronte alla prepotenza del malaffare.

 

E’ sempre più difficile immaginare che la città possa essere ben governata se chi è chiamato ad amministrare la Cosa Pubblica, contestualmente, non porta avanti azioni concrete – così come voluto dalla legge anticorruzione, dall’onestà e dal buon senso – a contrasto alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di prevaricazione o di condizionamento della legalità.

 

E’ difficile capire che una città libera dalla ‘ndrangheta e dai poteri forti è una città più sana, più ordinata, più accogliente, che cresce meglio e che può garantire più servizi ai cittadini, che può creare una economia vera, sana, virtuosa, in grado di produrre lavoro, sviluppo e occupazione?

 

Tutto parte dalla buona politica e su come si costruisce il consenso elettorale per vincere le elezioni.

Se chi si candida a sindaco vuole vincere a qualunque costo e a qualsiasi condizione, dove tutti i sostegni sono accettabili e possibili e dove si cerca persino il sostegno elettorale della melma, allora la città continuerà a pagare un prezzo salato e altissimo. Ma se chi si candida costruisce un consenso dal basso con progetti, idee e programmi condivisi liberamente da una larga parte dell’elettorato, allora in caso di vittoria potrà governare la città senza lacci e laccioli, senza piegarsi e inginocchiarsi davanti ai potenti ed ai prepotenti.

 

Credo che i cittadini gioiesi onesti e preoccupati del presente e del futuro della nostra Città devono ringraziare il lavoro investigativo portato avanti dalle forze dell’ordine, congiuntamente dalle DDA di Reggio Calabria con il Procuratore De Raho e di Catanzaro con il Procuratore Gratteri, che ha permesso di far luce sul “Codice degli appalti della ‘ndrangheta”, che in questi anni ha ulteriormente impoverito la Regione Calabria e la città di Gioia Tauro. Ma non solo: questa inchiesta ha svelato la debolezza e la inadeguatezza degli Amministratori comunali ad esercitare i poteri affidati dal Popolo consentendo la formazione di zone franche ed intoccabili.

 

D’altronde se Gioia Tauro è in ginocchio, se le casse comunali sono in dissesto, se i cittadini vengono privati dei primari servizi di civiltà, se è difficile perfino pagare gli stipendi, bisognerà pure finalmente affrontarne cause e proporre rimedi. E come fare questo se la Politica non si libera dei condizionamenti, dei servaggi, dei ricatti?

 

Che fare?

Semplice. Scegliere da che parte stare. O con lo Stato democratico ed i Cittadini onesti e per bene o con la nebulosa nella quale trova comoda allocazione ogni potere illegale e la palude all’interno della quale sguazza comodamente la ‘ndrangheta che la fa da padrona.

 

Io la mia scelta l’ho fatta tantissimi anni fa, e voi?

 

Gioia Tauro, 22 gennaio 2017.

Aldo ALESSIO