Rilancio del Terminal Contenitori del Porto di Gioia Tauro

C’è un porto o c’era un porto? Questo è il vero dilemma.  Dopo 7 anni  di cassa integrazione, trasformata in mobilità, il 31 luglio l’epilogo: 377 lavoratori licenziati. Una storia triste, scritta da tempo, che non è stata affrontata nel modo giusto per diminuire il numero degli esuberi. Ma adesso è il futuro che ci preoccupa, quello che vediamo non può essere accettato, il numero dei contenitori movimentati sono al minimo storico, nessun investimento previsto per rinnovare un parco mezzi obsoleto, ed una operatività dove la confusione tra i lavoratori regna sovrana, il terminal vive il momento più buio della sua storia. Adesso dobbiamo lavorare per assicurare il lavoro a questi lavoratori licenziati e un salario dignitoso e guadagnato;  dare stabilità all’Autorità Portuale con la nomina del Presidente; bisogna intervenire a sganciare l’Autorità dai porti siciliani; bisogna fare la diversificazione delle attività portuali; bisogna pretendere gli investimenti preannunciati al MIT da MCT e da MSC. Hanno voluto i licenziamenti, ora devono fare i resto e mantenere gli impegni sugli investimenti assunti nelle sedi istituzionali. Nessuno pensi che è finita qui. Aggiustati i bilanci bisogna rispettare i lavoratori rimasti in forza in azienda e quelli che stanno fuori produzione; si deve pensare ad un contratto di 2° livello che esoneri dai doppi turni con una nuova organizzazione del lavoro e ridistribuisca il lavoro agli inoccupati e gli utili a tutti i lavoratori che operano. Questo è il compito dei sindacati, ma è anche il compito dell’Autorità Portuale.  Un’Autority che per fare questo ha bisogno di una guida politica, di un Presidente forte politicamente, competente e intraprendente. La gestione tecnica, se pur portata avanti egregiamente, non può garantire lo sviluppo e il rilancio dell’area. Se davvero si vuole riproporre con forza lo scalo gioiese al centro dei traffici mondiali, occorre necessariamente operare in questa direzione, occorre che tutti i soggetti preposti forniscano il loro contributo fattivo, come la Regione Calabria che ha già stanziato ingenti  somme per la realizzazione del bacino di carenaggio. L’obiettivo comune deve essere quello di creare tutte le condizioni per ricollocare al più presto nelle nuove attività tutto il personale confluito nell’Agenzia per il Lavoro portuale. È necessario aumentare la competitività del terminal per dare ai lavoratori, alle loro famiglie e alla Calabria una prospettiva per il loro futuro.

 

                               L’Ufficio Stampa