L’inchiesta sugli inchini e i test di rigalleggiamento

La Procura di Grosseto ha depositato al Gip la richiesta di archiviazione per i vertici Costa e della capogruppo americana Carnival. Gli inquirenti hanno ritenuto che la compagnia non è tenuta a verificare integralmente la condotta dei comandanti delle loro navi che ricoprono l’incarico in base al rapporto fiduciario con l’armatore che gli da loro ampia autonomia decisionale. Sull’inchino e sul passaggio delle navi vicino alle isole, la compagnia, quindi, non è tenuta a verificare nel dettaglio le decisioni operative prese dai suoi comandanti che ne sono i diretti responsabili.

Nel caso del Giglio, secondo la Procura, nel cambio di rotta Schettino agì senza coinvolgere i vertici della compagnia rimasti ignari di questa decisione. Il Gip di Grosseto non ha ancora deciso sulla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura. E’ vero che i vertici Costa non potevano essere a conoscenza nei dettagli dei cambi di rotta e delle manovre fatte dai comandanti, ma è indubbio che la modalità del passaggio al Giglio era divenuta una consuetudine, una prassi oramai consolidata  nel tempo e, quindi, gli stessi vertici di Costa non potevano non sapere di questi continui cambi di rotta finalizzati all’inchino al Giglio. La responsabilità dei vertici Costa sta proprio nel loro “silenzio assenso” che ha consentito ai comandanti di continuare sugli inchini ad agire di testa loro, indisturbati, con una continua rincorsa tra di loro a chi sarebbe passato il più vicino possibile al Giglio, cimentandosi così in una assurda gara che nessuno ha mai né indetto e né tantomeno ufficializzata. Aspettiamo di conoscere la decisione che prenderà il Gip di Grosseto.

 

Intanto il 3 luglio è stato posizionato con successo l’ultimo dei 30 cassoni di galleggiamento (sponsons), il cassone P1 sul lato sinistro,  e sono iniziati tutti i test di rigalleggiamento che serviranno per la fase finale delle operazioni del “refloating”, cioè il rigalleggiamento della nave. E’ già iniziato il conto alla rovescia per lasciare l’Isola e i gigliesi incominciano a riflettere sul dopo Concordia. Il 14 luglio dovrebbero iniziare le operazioni di galleggiamento che prevede un primo galleggiamento del relitto due metri sopra il fondale nel quale poggia per consentire di risistemare i cassoni della fiancata dritta che dovranno essere abbassati ulteriormente per portarli alla stessa profondità di quelli della fiancata di sinistra al fine di garantire un corretto equilibrio della forza di spinta di galleggiamento. Il relitto lascerà l’Isola con un pescaggio di 18,5 metri. Tre rimorchiatori oceanici, due a prora e uno a poppa, traineranno a rimorchio il relitto sino a Genova, la cui partenza è prevista per il 20 luglio, salvo imprevisti tecnici e condizioni meteo marine permettendo. Il convoglio è composto anche da altre unità nautiche per emergenze e pronti interventi finalizzati a circoscrivere e recuperare eventuali sostanze inquinanti che potrebbero essere sversate in mare dal relitto durante la navigazione a rimorchio. In particolare l’eventuale recupero delle sostanze oleose disperse in mare avverrà seguendo il “manuale operativo per il recupero delle sostanze oleose a mare”, Rec-Oil. Lo sversamento dell’olio minerale verrà subito circoscritto e racchiuso all’interno di speciali “panne” e convogliato per essere aspirato dall’apparecchio di raccolta (skimmer), che, a sua volta, lo invia alle cisterne di accumulo. Il convoglio che accompagnerà il relitto sarà aperto da una speciale imbarcazione scientifica formata da esperti specializzati nell’avvistamento di cetacei, scienziati naturalisti e biologi marini, per l’avvistamento dei delfini. Tra questi ci sarà anche il professor Giandomenico Ardizzone, della Sapienza di Roma, consulente del consorzio Titan-Micoperi che si è occupato del parbuckling (rotazione della nave per riportarla in assetto verticale).