Ambiente e territorio le proposte de l’altra calabria per occupazione e sviluppo

«La Calabria ha un ambiente bellissimo, ma smisuratamente guastato. Molti “guasti” sono ancora sotterrati o sommersi, come i rifiuti tossici. Ed altri ben visibili, come le colate di cemento». Ad affermarlo in occasione dell’incontro “Risanamento e valorizzazione dell’ambiente. La tecnica a servizio del territorio” è stato l’economista ed ambientalista Guido Viale. Ed è partendo da questa considerazione compiuta da Viale, sceso a Reggio per sostenere il candidato presidente de L’Altra Calabria Domenico Gattuso, che la stessa formazione di sinistra ha messo in campo in modo condiviso dal basso un ampio e dettagliato programma su ambiente e territorio consultabile su www.perunaltracalabria.it. Programma che lo stesso aspirante governatore, insieme a Viale, che è uno dei fondatori de L’Altra Europa con Tsipras, e al professore di Pianificazione urbanistica all’università di Firenze Alberto Ziparo, ieri sera ha illustrato, così come i principi che lo ispirano. «Il risanamento, la manutenzione e la valorizzazione del territorio e delle relazioni di comunità sono fondamentali. E sono strettamente collegate perché la qualità di solidarietà, produttività e creatività va di pari passo con quella del territorio – ha affermato Viale evocando una serie di possibile iniziative come i gruppi di acquisto solidale, cioè fruitori che si mettono insieme per acquistare, capaci di creare socialità, risparmio, valorizzazione del territorio, cultura, salute e rispetto di lavoro ed ambiente – occorre una conversione ecologica personale e collettiva, cambiando modelli di vita, e politico-istituzionale, puntare su energie rinnovabili, su rifiuti da trasformare in risorsa, su un’agricoltura  che sia presidio ambientale e identitario, su una mobilità sostenibile». Nel corso del suo intervento, Viale ha oscillato fra il “locale” e il “globale”, intrecciando inevitabilmente ambiente e territorio con un’economia e una finanza che influenzano negativamente politica ed istituzioni. Analogo quello di Ziparo. «Fuggendo da trappole finanziarie e speculative, è necessaria una riconversione ecologica dell’economia. La green economy però va contestualizzata localmente dopo aver risposto ad emergenze come la cementificazione – ha detto citando anche numeri indicanti la dura realtà ambientale calabrese come i 600-700 metri cubi ciascuno o il 40% degli appartamenti vuoti – infatti il territorio va reinterpretato partendo dai luoghi e da un ambiente che sono stati cancellati. Ad esempio, lo Stretto è un grande paesaggio culturale al centro del Mediterraneo sul quale investire in modo sostenibile, così come i quattro parchi nazionali calabresi. Bisogna ragionare per aree, portando innovazione in agricoltura e valorizzando cultura, natura e paesaggio del territorio». Elementi, questi messi sul tavolo della discussione da Viale e Ziparo, ripresi dal candidato presidente e professore di Ingegneria dei trasporti all’università “Mediterranea”. «Questi temi si intrecciano nei punti fondamentali del nostro programma, cioè cultura, ambiente, trasporti, logistica, beni comuni, diritto al lavoro, da realizzare attraverso non solo un migliore utilizzo dei fondi europei, ma anche innovando e razionalizzando le risorse e gli strumenti esistenti – ha concluso Gattuso – attraverso piccole e diffuse opere, occorre bonificare e riqualificare siti dove c’è inquinamento come Crotone, dove le falde acquifere sono contaminate come Serra San Bruno, dove le coste sono erose dal mare come sulla Ionica, dove c’è fragilità idrogeologica e cementificazione come un po’ ovunque. Ma pure dire “no” alle ipotesi di carbone a Saline, al rigassificatore a Gioia Tauro, alle trivellazioni nella Sibaritide e in mare. E dicendo “sì” ad un modello eco ed equo sostenibile che attraverso interventi in ambiti strategici come la mobilità permetta di valorizzare il nostro straordinario patrimonio storico, ambientale, paesaggistico, tradizionale ed agroalimentare. Questa strategia creerebbe migliaia di posti di lavoro di qualità e opportunità per le piccole e medie imprese calabresi».

COMITATO L’ALTRA CALABRIA