Cugino di Versace fu ucciso da Ndrangheta, moglie chiede giustizia

Domenica Zema, la moglie di Giuseppe “Pino” Macheda, cugino di Gianni Versace, chiede giustizia. Il marito, vigile urbano di Reggio Calabria, fu assassinato davanti a casa sua nel febbraio 1985 in circostanze mai chiarite e in un’intervista con il giornale on line Il Dispaccio (http://ildispaccio.it/primo-piano/175334-per-non-vergognarci-ancora-chi-puo-ora-provi-a-fare-luce-sull-uccisione-di-macheda-il-vigile-integerrimo-cugino-di-versace-che-lottava-l-abusivismo) spiega i suoi rimpianti e il suo dolore: “Abbiamo trascorso poco, davvero troppo poco tempo insieme. Non ho neppure una foto di Pino del periodo in cui eravamo fidanzati: neanche una. E il classico Super8, il filmino che allora si faceva del viaggio di nozze, visto che il fotografo di turno ci metteva sempre dei mesi a consegnarlo, non abbiamo fatto neanche in tempo a vederlo una volta». A più di tre decenni dai fatti, nessuno ha pagato per il sangue di Pino Macheda, in un processo che vide coinvolti lo storico killer di Archi Natale Polimeni e il costruttore Ficara, tutti poi assolti. Diversi anni dopo il delitto, Mimma Zema sarà assunta come vigile urbano per poter provvedere al sostentamento suo e di suo figlio: “Nel frattempo, però, non era successo proprio nulla, neanche in termini di memoria collettiva; al punto che diversi tra i vigili urbani assunti negli ultimi tempi neppure erano a conoscenza di chi fosse stato Pino Macheda… Con l’inserimento del suo nome nel Monumento ai Caduti di Palmi, pochi anni fa, ha effettivamente avuto inizio una stagione di maggior consapevolezza”, afferma la vedova Macheda. Fortunatamente qualcosa nel frattempo si è mosso: il 16 ottobre 2014 la nuova “casa” dei vigili urbani di viale Aldo Moro viene effettivamente intitolata alla memoria di Pino Macheda e Giuseppe Marino (ucciso 8 anni dopo il collega).