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Gioia Tauro, CGIL: Sconsiderate le dichiarazioni della UIL FPL sul reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Spok di Polistena

È preoccupante dover ritornare a riscrivere su un argomento –il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Spok di Polistena- di cui si è parlato tanto negli ultimi giorni, ma le dichiarazioni sull’argomento, fatte da un glorioso e importante sindacato confederale, qual’è la UIL FPL provinciale di Reggio Calabria, apparendo sconsiderate e proccupanti, impongono delle precisazioni e degli approfondimenti ai quali la FP CGIL non può assolutamente sottrarsi, anche al fine di evitare erronee convinzioni nell’opinione pubblica che, alla fine, potrebbero anche sfociare in comportamenti ostili nei confronti del personale medico, ostetrico ed infermieristico che nel reparto di ostetricia e ginecologia ci lavora, operando con grandi sacrifici, in condizioni disastrose e con stress psicofisico, per mantenere in vita l’unica struttura rimasta nella piana di Gioia Tauro per l’assistenza alla gestazione e al parto.
I numeri “dati” dalla UIL FPL provinciale, appaiono frutto di scarsa informazione e, comunque, di mancanza di approfondimento, e, in alcuni casi, dimostrano totale disconoscenza della materia e appaiono superficiali e fuorvianti. Ci si riferisce in particolare ai tre giorni di riposo continuativo, che, secondo la UIL FPL provinciale, andrebbero abolite. Chiunque ha un po’ di conoscenza di orario di lavoro, sa benissimo che una fatto del genere è impossibile da attuare, in quanto porterebbe al non completamento delle 36 ore di lavoro settimanali, previste dall’art. 26, CCNL 7 Aprile 1999, e dall’art. 4, decreto Lgs.vo 66/2003. Quest’ultima norma, dopo aver precisato, al comma 1, che l’orario di lavoro viene stabilito dai Contratti Collettivi, al comma 2 impone che “la durata media dell’orario di lavoro non puo’ in ogni caso superare le 48 ore, per ogni periodo di sette giorni, comprese le ore di lavoro straordinario”. Alla luce di tale normativa, appare chiaro anche ai meno addentrati nella materia che i tre giorni di riposo, di cui la UIL fa menzione, non sono una prassi da abolire ma sono riposi compensativi, accumulati dal personale durante i sette giorni lavorativi (e spesso anche oltre) per non aver potuto usufruire di alcun riposo nella settimana di riferimento, e proprio per evitare l’interruzione del servizio che la scarsità di personale avrebbe portato in caso di concessione del riposo nella settimana di riferimento, con le ripercussioni che si possono immaginare.
Chiarita la questione del riposo settimanale, si ribadisce, come già si detto, che, con la chiusura del punto nascite della Casa di cura “Villa Elisa” di Cinquefrondi, il reparto di ostetricia di Polistena risulta l’unico punto di riferimento per le gestanti, per cui, i 20 posti letto (18 + 2 in day Hospital) sono sistematicamente occupati, e spesso si è pure arrivati a reperire altri 4 posti letto (24 ricoveri contemporaneamente) per far fronte a situazioni di emergenza che non potevano essere trattati altrove senza creare pericolo alla madre e al nascituro (V. schede SDO anni 2017- 2018).
I dirigenti medici effettivamente in servizio sono sette e non otto, in quanto uno è prossimo alla pensione e in atto sta godendo delle ferie pregresse, dei quali non ha potuto usufruirne in passato per le evidenti esigenze di servizio (Si ricorda che esiste una circolare interna che impone a tutto il personale di godere delle ferie pregresse prima di andare in pensione (pena: responsabilità contabile per il direttore che non li ha concesse d’ufficio). Due dei sette dirigenti medici hanno limitazioni, per cui, uno è esentato dal lavoro notturno e l’altro esentato dalla pronta disponibilità, dalla sala operatoria e dalla sala parto (fonte: Direzione Sanitaria del P.O. di Polistena). i cinque medici restanti non sono in numero sufficiente per sostenere contemporaneamente i turni del reparto, la presenza in sala operatoria e la presenza in sala parto, considerato che alla presenza in ambulatorio e per le risposte alle richieste di consulenze ostetrico- ginecologiche provenienti dal Pronto Soccorso, fanno fronte i due medici con limitazioni. Manca addirittura un dirigente responsabile di struttura e nessuno dei medici presenti ha inteso addossarsi la responsabilità di referente
Stesso discorso per le ostetriche e le infermiere:
delle 13 infermiere in organico, due sono in malattia per gravi problemi di salute, una usufruisce del congedo ex art. 42, D.Lgs.vo 151/2001 per assistere un familiare in grave situazione di handicap, le 10 rimaste devono (?) occuparsi contemporaneamente di garantire l’assistenza alle gestanti in reparto; di recarsi in sala operatoria e in sala parto per portare e riprendersi le pazienti prima e dopo l’intervento o prima e dopo il parto ed in caso di emergenza coadiuvare l’ostetrica durante il parto in quanto, a tutt’oggi, il personale infermieristico adibito alla sala parto e alla sala operatoria, durante il turno di notte, opera soltanto in regime di reperibilità; infine a recarsi in laboratorio analisi per portare materiale diagnostico e riprendersi i referti. Il tutto in quanto le sole tre O.S.S. possono coprire solo i turni di mattina e pomeriggio
Delle 15 ostetriche, compresa la coordinatrice -che spesso copre anche turni di pomeriggio-, 4 usufruiscono dei congedi ex legge 104/92 e art. 42 D.Lgs.vo 151/2001, per assistere famigliari con gravi patologie, una è in part time orizzontale per 3 ore al giorno. Le dieci rimaste consentono la copertura di due ostetriche per ogni turno che devono occuparsi contemporaneamente del reparto, della sala parto, della sala operatoria, dell’ambulatorio di cardiotocografia e delle consulenze verso il pronto soccorso.
Si aggiunge infine che a metà giugno scade il contratto per 4 ostetriche assunte a tempo determinato, che, si auspica, venga rinnovato, altrimenti sarà la fine per l’ostetricia e la ginecologia della Piana di Gioia Tauro, altro che problemi di disorganizzazione!!!!

Dalla segreteria F.P. C.G.I.L.
Comprensorio di Gioia Tauro
Dott. Vincenzo Callea