Lacquaniti (PD) – Presentata interrogazione parlamentare su morte Pino Anfuso

Al Ministro della Salute. — Per sapere – premesso che: 

 

la notte del 28 Maggio 2015, moriva in circostanze anomale il giornalista Giuseppe Anfuso (detto Pino), nato a Messina il 31 luglio 1961, iscritto all’Ordine dei giornalisti della Calabria dal 14 ottobre 1993, telecineoperatore della testata giornalistica “Rai” della Calabria;

al giornalista noto anche fuori della Calabria, erano riconosciute dai calabresi professionalità e correttezza;

dal venerdì precedente al decesso, il giornalista era ricoverato nel Reparto di terapia intensiva degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria a causa di un’embolia;

nei primi giorni di maggio, trovandosi a Genova per partecipare ad un matrimonio, a causa di una caduta aveva riportato la frattura composta del piatto tibiale. Era servito, quindi, il trasporto all’Ospedale San Martino di Genova dove alcuni medici, dopo aver ricomposto la frattura, avevano applicato un tutore e prescritto, in via indicativa, un anticoagulante adatto a scongiurare il rischio embolia;

il giorno dopo Anfuso si è recato in farmacia e lì, non avendo  il dosaggio indicato nella prescizione, gli veniva somministrato lo stesso medicinale con dosaggio inferiore. Lo stesso dosaggio, 5 giorni dopo, gli veniva confermato dal medico dell’Ospedale San Martino di Genova che lo aveva ricevuto per il controllo;

qualche settimana dopo l’incidente a Genova, rientrato a Reggio Calabria per riprendere servizio, Anfuso ha accusato un malore ed è stato immediatamente trasportato agli Ospedali Riuniti dall’ambulanza del 118. E’ stato, quindi, ricoverato nel reparto di terapia intensiva nel quale, fino al momento del decesso, è rimasto perfettamente cosciente;

per il decesso del giornalista la Procura di Reggio Calabria ha emesso venti avvisi di garanzia per omicido colposo, tra medici ed infermieri, 5 in servizio nell’Ospedale San Martino di Genova e 15 in quello di Reggio Calabria;

 

se e quali iniziative si intendano assumere, nel pieno rispetto dell’autonoma attività degli organi inquirenti, al fine di chiarire la grave vicenda che ha procurato il decesso di un cittadino, individuando le eventuali gravi negligenze da parte di operatori sanitari, anche per scongiurare il rischio che si possano ripetere analoghi episodi che potrebbero andare a implementare il triste fenomeno della “malasanità”.

 

LACQUANITI