A proposito di Nino De Gaetano: Perseveriamo pervicacemente nel farci male.

Devo confessare con  stupore che non riesco a capire la ratio di alcune affermazioni, anche autorevoli, apparse sui media a proposito della nomina ad assessore di Nino De Gaetano. Intanto il primo dubbio che mi fa perdere la concentrazione si concretizza su una semplice domanda: è mai possibile che dall’interno del mio Partito, il PD, ci possano essere gruppi, fazioni e/o singoli che, operando nell’ombra, “attizzano” per stimolare una polemica inconsistente ed inconcludente?

Nessuno, ovviamente, ha il coraggio di uscire allo scoperto, anche perchè gli “ascari” non mancano mai.

Ragioniamo sui fatti e non sulle fantasie.

Chi è Nino De Gaetano: Si tratta di un amico, un compagno che sta dedicando la sua vita al servizio della politica dando un fattivo contributo alla risoluzione dei problemi della nostra gente. Un giudizio riconosciuto da tutti, anche dagli attuali critici, per il lavoro dallo stesso svolto in qualità di Consigliere ed Assessore regionale in passate legislature.

Per onestà intellettuale dobbiamo dire che, circolando il suo nome come possibile assessore della nuova Giunta Oliverio, è iniziata una sorta di “macelleria mediatica” che aveva ed ha ancora, se questa mattina è stato ulteriormente inserito nelle cronache dei giornali locali. Quale “delitto” avrebbe commesso il nostro? Nessuno! dicono i suoi detrattori, ma siccome sono stati trovati alcuni suoi fac-simile in casa di un pregiudicato ed un pentito affermerebbe che la sua cosca,  nelle elezioni regionali del 2010, tra gli atri (Scopelliti, ecc.) avrebbe passato dei voti per De Gaetano, finanche un’intercettazione telefonica viene tirata in ballo, ma non di Nino, di due altre persone che conversano tra loro e nominano De Gaetano; ergo, secondo i nostri benpensanti: questa nomina ad Assessore non sà da fare. Il Presidente Mario Oliverio, però, che è persona che bada ai fatti e non alle chiacchiere, nel primo gruppo di quattro assessori regionali, in attesa dell’approvazione definitiva del nuovo statuto, inserisce, come esterno, il nostro Nino, a riconoscimento delle competenze acquisite dallo stesso, come si diceva, da tutti riconosciute.

La realtà dei fatti, però, è che Nino de Gaetano non ha ricevuto alcun avviso di garanzia, non è indagato, non è inquisito, ha sempre affermato di non conoscere le persone che lo avrebbero sostenuto anche se, ad onor del vero, questo sostegno, visti i voti in suo favore nelle aree di pertinenza di quella gente, appare quasi assolutamente inesistente.

Quindi, di cosa parliamo. Cosa non sarebbe stato chiarito sulla posizione di Nino De Gaetano, secondo due autorevoli personalità dello Stato, iscritti al nostro stesso Partito? Si sollevano polveroni che, se fossero suffragati da elementi probatori sarebbero apprezzabili e condivisibili, ma siccome non c’è “sostegno”, un termine che spesso è usano in parlamento, non fanno altro che arrecare male e discredito alla Calabria ed al Partito Calabrese, gettando nello sconforto uomini che hanno dedicato la loro vita al servizio della gente e, susate se poco, causando malessere alle loro stesse famiglie. Non si può, ne si deve andare a caccia delle streghe o dell’untore, sono passati quei tempi. Secondo questa logica perversa come dovremmo giudicare la/il Sindaco di una qualsivoglia Giunta municipale nella quale è presente un professionista, che ha l’handicap di essere imparentato con il boss locale; o ancora come interpretare la “calata” in pompa magna di tanti Sindaci venuti da lontano in Calabria ad onorare il Patrono di un Comune dove la presenza della ndrangheta è pregnante. Per quanto mi riguarda nel modo corretto secondo il quale se i comportamenbti di codesti Sindaci ed Amministratori sono legittimi, lineari e non collusi o compiacenti non devono avere nulla da temere.

Io che ho avuto la fortuna di avere superato diversi decenni, mi ricordo ancora quando nel PCI, il mio glorioso Partito, s’instaurò la regola barbara dell’autosospensione dal Partito per un semplice avviso di garanzia, che come tutti sappiamo è a garanzia del cittadino. Una regola che durò a lungo e che consentì a tanti di diventare immeritatamente “professionisti dell’antimafia”, oggi per fortuna il Segretario Renzi sta portando avanti una linea più garantista a difesa della dignità delle persone oneste.

Smettiamola, pertanto, di fare i “moralisti” a tutti i costi, anche perchè c’è stato un “Tale”, vissuto oltre 2000 anni fa, che in una sua parabola ricordava che “è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro che la trave nel proprio”. La Calabria ha bisogno di risorgere, emarginando gli affaristi, i mafiosi , i millantatori ed il malaffare, ed ha anche bisogno di quanti con onestà e scevri da interessi personali, di parte e/o di corrente vogliono mettersi in gioco. Lo sfascio è immane e c’è bisogno del lavoro di tutti. Consentiamo al Presidente Oliverio di portare avanti il programma che ha presentato ai Calabresi e diamogli tutto l’aiuto che serve perchè gli impegni assunti in campagna elettorale possano realizzarsi.

 

Giovanni Laruffa/ Dirigente scolastico in pensione

Vittima della criminalità organizzata