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San Luca: Rombola’ (lista Klaus davi), lanificio etico per rilanciare la Pastorizia tessile

“Non riesco ad immaginare l’Aspromonte senza pecore e capre. Incontrando i sanluchesi durante questi ultimi giorni ho avuto modo di confrontarmi con le loro difficoltà oggettive nella pastorizia: lupi liberi nel Parco Nazionale dell’Aspromonte che mettono in pericolo i capi di bestiame, l’assenza del ponte sul Bonamico e lo scarso reddito prodotto dall’attività. Molti pastori addirittura buttano la lana perché difficilmente vendibile. Abbiamo in Calabria una tradizione di disegno tessile che si lega indissolubilmente alle culture che hanno attraversato la nostra regione. Esiste un lavoro, storico e radicato. È dunque fondamentale incrementare e sostenere queste attività: pastorizia e artigianato tessile. Sarà dunque mia premura incontrare i pastori e le depositarie dell’arte del tessere per costruire con loro un progetto per un piccolo lanificio etico sanluchese che, oggi, con le prospettive di sviluppo turistico e il commercio on line, potrebbe diventare una nuova esperienza positiva, come lo è il Lanificio Leo di Soveria Mannelli o Cangiari/Goel di Gioiosa Jonica. Dal punto di vista finanziario esistono coperture che vanno da quelle a sostegno dei giovani che decidono di restare in Calabria, fino al possibile appoggio di business angel che già si occupano del settore tessile nella nostra regione”. Lo ha dichiarato l’imprenditrice Adelina Rombolà, candidata consigliera nella lista ‘San Luca Klaus Davi Sindaco’.

Adelina Rombolà, nata nel 1977 a Catanzaro, vive attualmente a Davoli Marina. Laureata all’Istituto Universitario Orientale di Napoli in Lingue e Civiltà Orientali con una tesi Islamistica, dettata dalla sua passione per tutti i culti religiosi. Da oltre dodici anni si occupa di micro ricezione turistica in Calabria. Imprenditrice che per scelta applica quella che definisce “economia gentile”, un tipo di attività economica, cioè, basata sull’armonia con il contesto socio culturale dell’ambiente nella quale si sviluppa e che prevede il rispetto della piena dignità di tutte le parti coinvolte nel processo produttivo (siano esseri umani, specie animali, vegetali o contesti storico-culturali). Nell’economia gentile non è previsto lo sfruttamento forzato finalizzato alla massimizzazione del guadagno ma ogni azione si basa sul principio “giusto guadagno, giusta vita”.