Sanita’ Reggina a Rischio

Il nuovo Piano Triennale per il fabbisogno del personale, presentato in data 13/11/2018 dal “Soggetto Attuatore” dell’ASP di Reggio Calabria –Ing. Massimo Scura-,  a Parere di  questa O.S., mette a serio rischio la garanzia dei L.E.A. e perfino la stessa continuità sanitaria ai cittadini reggini, così come prevista dalla riforma sanitaria del 1978 (legge 833/78 e s.m.i).

Il Piano, a parere di questa O.S.,  non è altro che una semplice operazione aritmetica tra  lavoratori che dovranno essere assunti per sostituire quelli posti in quiescenza nel 2017 e 2018, da integrare, di anno in anno,  con quanti saranno messi in pensione negli anni 2019 e 2020, senza tenere assolutamente in conto il personale dismesso  e mai assunto in seguito al blocco del tourn over in vigore fino al 2016; senza tenere conto di quei lavoratori con limitazioni lavorative  per gravi patologie;  senza tener conto di quei lavoratori che hanno il diritto di assentarsi dal lavoro per assistere  perenti in condizioni di handicap, ai sensi della Legge 104/92 e D.lgs.vo 151/2001; e principalmente senza tener conto degli obiettivi da raggiungere e dei carichi di lavoro per raggiungere detti obiettivi.  

Per altro, il blocco del tourn over aveva già  messo in serie difficoltà, per non dire in ginocchio, l’intero apparato sanitario e amministrativo  dell’ASP, sia a livello ospedaliero che territoriale, senza comunque apportare alcun beneficio al rientro del disavanzo di bilancio dell’Azienda Sanitaria Reggina, anzi, addirittura, peggiorandolo. Per cui, si può facilmente affermare che la politica del risparmio, improntata principalmente sul blocco delle assunzioni, è stata un assoluto fallimento, e non potrà essere una semplice operazione  aritmetica, di sostituzione del personale andato o che andrà in pensione, a creare una controtendenza a questo fallimento.

  A parere di questa O.S., per risolvere i problemi di bilancio serve, al contrario, una politica seria di investimento, basata  principalmente su  un adeguato contingente di personale ben organizzato, per l’assistenza territoriale e ospedaliera; specializzato sulla prevenzione, la profilassi, la cura e la riabilitazione delle patologie; che dia sicurezza, qualità e tempestività  negli interventi; in un tutt’uno con l’organizzazione delle strutture territoriali con quelle ospedaliere, in una sorta di rete capillare integrata tra gli interventi da offrire sul territorio e quelli da attuare in regime di ricovero ospedaliero; con una strumentazione efficace e moderna in grado di rispondere senza intoppi e senza indugi alle esigenze di diagnosi e di intervento sanitario.

Questo darebbe fiducia ai cittadini ed eviterebbe l’emigrazione sanitaria che tante risorse trasferisce dalle casse dell’ASP alle casse di altre regioni d’Italia e/o all’estero, pari a circa 68 milioni di euro (su 369 milioni a livello regionale)  nel 2015 e altrettanti nel 2016 e 2017. Mancano in atto i dati del 2018, ma che probabilmente saranno sulla stessa falsariga.

A parere di questa O.S. serve un rafforzamento  e una migliore organizzazione e gestione del personale amministrativo, che sia in grado di registrare, controllare e pagare  tempestivamente i debiti dell’ASP, onde evitare, da un lato i doppi e i tripli pagamenti e dall’altro il lievitare del debito per interessi e spese legali in seguito alle conseguenti procedure esecutive per ritardo nei pagamenti.

Serve un rafforzamento dell’Ufficio Legale, sia in termini di personale che di attrezzature (banca dati giuridici), affinchè possa dare precisi pareri legali su questioni controverse di diritto e sull’opportunità o meno di instaurare o difendersi nei procedimenti giudiziari; per opporsi efficacemente (anche dal punto di vista qualitativo) al contenzioso, quando vi sono fondate possibilità di uscirne vittoriosi dal giudizio, ovvero raggiungere delle transazioni quando vi sono fondate possibilità di sconfitta.

Serve un taglio netto delle spese inutili, come ad esempio i fitti su alcune strutture in disuso da molti anni e che l’ASP continua a pagare o, comunque, fitti su strutture che possono essere sostituite con altre di proprietà dell’Azienda, disponibili e non usati;

 

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Questo il contributo che la C.G.I.L. aveva cercato di  portare  al tavolo di confronto sul fabbisogno triennale 2018 – 2020 del  personale dell’ASP,  ritenendo -quello proposto dal “Soggetto Attuatore” –  completamente inadeguato, dichiarandosi pronta, insieme alla CISL, a presentare, anche a brevissimo  termine, un piano analiticamente dettagliato (Unità operativa per Unità Operativa) e motivato (con tanto di carichi di lavoro) del fabbisogno, da discutere, ed eventualmente correggere e migliorare, in un tavolo di confronto aperto con la Direzione Strategica   e con le altre organizzazioni sindacali di categoria, ma che ha trovato un netto, arrogante, supponente, litigioso, per non dire grottesco,  comportamento di rifiuto da parte del ”Soggetto Attuatore”.

Da tale comportamento di totale chiusura, nasce spontaneo il sospetto che, piuttosto che risanare il bilancio dell’ASP di Reggio Calabria e di converso risollevare il grado dei LEA, si persegua la direzione opposta che non potrà avere altra fine che l’affossamento definitivo della “Sanità Pubblica” nella ns Provincia, ed è per questo che la F.P. CGIL , chiede con forza, agli organi preposti, la rimozione dell’attuale “Soggetto Attuatore” dall’ASP di Reggio Calabria

 

Dalla segreteria  FP CGIL                                             Il Segretario Generale

Responsabile per la sanità                                          FP CGIL REGGIO-LOCRI

Ambito di Gioia Tauro                                                          Francesco Callea*

   Vincenzo Callea*