Tra i libri più letti nelle scuole il romanzo antirazzismo “Il cacciatore di meduse”

La struggente storia de “Il cacciatore di meduse” di Ruggero Pegna (Falco Editore), romanzo antirazzismo come lo definisce lo stesso editore, divenuto un testo di riferimento per molti docenti sui temi dell’immigrazione, dell’integrazione e, più in generale, su razzismo e rispetto di ogni tipo di diversità, è uno dei libri contemporanei più letti nelle scuole negli ultimi anni. Per soddisfare, infatti, la richiesta di molti Istituti, Falco Editore ha dovuto provvedere ad una nuova ristampa. Nel 2017, “Il cacciatore di meduse” è stato inserito tra i libri consigliati dalla World Social Agenda della Fondazione Fontana di Padova a studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado sul tema “Migranti e Diritto al futuro”.

“Questo romanzo – afferma l’autore – è nato dal desiderio di raccontare gli stati d’animo, i sogni, le sofferenze, le difficoltà e i tanti rischi di chi lascia l’Africa con la speranza di una vita migliore! Mi sono immedisimato in un bambino migrante e ho raccontato la sua storia, ovviamente romanzata. E’ lui, con i suoi occhi e i suoi sentimenti, a portarci nel viaggio dalla sua Somalia a Lampedusa e poi a farci vivere, attraverso innumerevoli avventure e un finale a sorpresa, le difficoltà dell’integrazione, la voglia di una vita normale, la capacità di superare ogni diffidenza e barriera attraverso l’umanità e l’amore.”

La commovente storia di Tajil, bambino somalo sbarcato a Lampedusa con la sua mamma e un Pinocchio di legno, e dei suoi amici miseri e immigrati di tutto il mondo, presentata con successo alla Book City di Milano e al Salone del Libro di Torino, colpisce per la straordinaria capacità di fare entrare i lettori nella storia, quasi fossero migranti in viaggio col protagonista. L’intensità della narrazione è arricchita dall’incanto delle ambientazioni: dal magico scenario della costa siciliana, ad altri luoghi molti belli del nostro Paese, come Le Castella in Calabria o alcune vie di Roma, fino a qualche capitolo nel suggestivo centro storico di Praga. Descrizioni incantevoli della natura, a cominciare da quella africana lasciata alle spalle, fanno da sfondo all’originalissimo racconto. Dopo il viaggio, prima nel deserto poi nel Mediterraneo, da Zuara in Libia a Lampedusa, il romanzo tocca molti luoghi della Sicilia, da Linosa a San Vito e poi in Calabria, dove Tajil rimane incantanto dal Castello Aragonese di Le Castella, “tenuto a galla da milioni di meduse”.

Il tema scottante dell’immigrazione è toccato dall’altro punto di vista, con gli occhi di Tajil, che diventerà scrittore della sua stessa storia, e con la voce di immigrati, miseri e diversi di tutto il mondo.

“Il cacciatore di meduse”, secondo il giudizio di criticie docenti, è un romanzo imperdibile, pieno di magia, poesia e umanità, intriso di ironia e, allo stesso tempo, commovente. In un momento storico segnato da episodi d’intolleranza e di odio, “Il cacciatore di meduse” parla di sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore. Con le sue principesse del mare, delicate ed eteree, ripropone il valore controcorrente del rispetto verso gli altri e di ogni diversità, la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, incastonato nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo Presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale. Il dramma dei migranti diventa una grande storia d’amore.

Nel suo primo temino in italiano Tajil scrive: «La Terra è di tutti, diceva mio nonno e, per questo, sto bene anche qui, in mezzo a gente con la pelle diversa dalla mia… Penso che il nonno avesse ragione quando diceva che la bontà non dipende dal colore della pelle, ma da quello del cuore. ». Tra le onde, Tajil anela alla terraferma con in testa un guazzabuglio di desideri, speranze, sogni.

“Ognuno ha un motivo per scappare e mille altri per sperare”, scrive Ruggero Pegna che, dopo “Miracolo d’amore”, storia della “sua” leucemia (Rubbettino, 2005) e numerose altre pubblicazioni, decide di addentrarsi in un mondo affascinante e misterioso che si perde talora nelle derive del razzismo, del concetto errato di emigrazione, di tolleranza e solidarietà, di speranza. “Il cacciatore di meduse” si presenta come un autentico romanzo di formazione. Numerosi i riconoscimenti ottenuti. Primo classificato tra i romanzi al “Premio Antonio Proviero” di Trenta, al “Premio Core.re. Cultura” del Rende Book Festival, al “Premio Antonietta Roncone” di Grottole di Matera, menzione d’onore al “Premio Michelangelo Buonarroti”, premiato tra i finalisti al Premio Internazionale “Il sigillo di Dante” della “Dante Alighieri” di La Spezia e al Premio Nazionale Città di Grosseto “Amori Sui Generis” anche per la copertina, il romanzo è già stato anche tradotto in braille per vedenti e ipovedenti dall’Uici di Vibo Valentia.

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