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“Novecento a Sud” è l’ultima fatica letteraria dello scrittore di Rizziconi Antonino Catananti Teramo

“Novecento a Sud” è l’ultima fatica letteraria dello scrittore di Rizziconi Antonino Catananti Teramo, raffinato e sensibile uomo di cultura e brillante giornalista.
Nell’opera Catananti racconta con dovizia di particolari 37 fatti avvenuti nel corso di tutto il ‘900 nei paesi della Piana di Gioia Tauro( un tempo chiamata anche Vallis Salinarum o anche Planitie Sancti Martini) o che si collegano alla Piana per i protagonisti dei fatti stessi.
Fatti a cui l’autore accompagna delle bellissime fotografie.
Pagine dense di storia, ma soprattutto dense di emozioni, perché l’autore ha il dono di trasformare in poesia ogni singola pagina.
I racconti iniziano il 28 marzo del 1902 con la nascita a Rizziconi della
“Sacra Tragedia” di Francesco Carbone, ovvero la rappresentazione scenica della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Da quel lontano 1902 Rizziconi è divenuta uno dei posti più singolari, del folclore religioso calabrese.
Il racconto continua con l’immane tragedia di quello che fu il terremoto del 28 dicembre del 1908 che, non solo distrusse Reggio Calabria e Messina, ma anche i paesi della Piana del Tauro.
L’autore si sofferma sugli eroi pianigiani come Antonio Barone di Gioia Tauro, Nicola Pizi di Palmi, Giuseppe Lomoro di Gioia Tauro, Teresa Talotta Gullace di Cittanova, l’eroica “Sora Pina” di Roma città aperta e il soldato Salvatore Varone di Rizziconi, mai più ritornato a casa.
Dalla guerra però c’è chi è riuscito a ritornare, come Giuseppe Licopoli di San Martino.
Fa sognare e allo stesso tempo fa rabbia, il racconto dell’inaugurazione dell’ospedale di Taurianova da parte dei principi Umberto e Maria Josè di Casa Savoia. Da qui Ospedale “Principessa di Piemonte”.
Dopo l’inaugurazione i principi furono ospitati a contrada “Oliveto Grande” nella tenuta di Giovambattista Serra, “Principe di Gerace e Duca Di Terranova”.
Oggi l’ospedale di Taurianova, un tempo fiore all’occhiello della Piana del Tauro, è una cattedrale nel deserto, per questo fa rabbia pensare che la sanità nella Piana non esiste più !
Legato al principe Umberto è anche il racconto della scoperta della statua di San Giovanni Battista a Drosi (antica Drusium).
Nel libro non può mancare un evento da sempre nel cuore e nelle ricerche del nostro Catananti: la strage avvenuta a Rizziocini il 6 settembre del 1943
L’eccidio di Rizziconi fu una strage compiuta nel popoloso comune della Piana del Tauro , dalle truppe naziste in ritirata dal sud Italia.
Fu l’unica strage nazista compiuta in Calabria.
Le truppe anglo-americane, dopo l’invasione della Sicilia, il 3 settembre 1943 erano sbarcate in Calabria ( Operazione Baytown)), per occuparla.
I tedeschi erano stanziati nella Piana del Tauro, tra Taurianova e Cittanova, per un’improbabile difesa del continente.
I contatti tra gli anglo-americani e la popolazione furono la causa della strage: alcuni abitanti di Rizziconi avevano tagliato i fili del telegrafo, interrompendo le comunicazioni dei tedeschi, che reagirono sparando contro due soldati inglesi.
I nazisti decisero poi di prendere a cannonate il paese, massacrando anziani, donne e bambini: bombardarono il paese dalle 14 alle 16 e dalle 18 all’alba.
Non si fermarono neppure quando gli abitanti issarono una bandiera bianca in segno di resa sulla Chiesa di San Teodoro.
Alla fine si contarono 56 feriti e 16 morti. Una donna morì qualche giorno dopo all’ospedale di Taurianova per le ferite.
La strage fu compiuta probabilmente dalla 29. Panzergrenadier Division di Walter Fries in un periodo precedente l’ armistizio di Cassibile, quando l’ Italia era ancora alleata della Germania nazista.
E’ grazie a lui che questa strage non è caduta nell’oblio della memoria.
Ricordiamo anche che Catananti insieme alla prof.ssa Donatella Arcuri, ha anche stilato la scheda che ha permesso l’inserimento dell’eccidio di Rizziconi nell’Atlante delle stragi nazi-fasciste.
E poi ancora le vicende del bandito Maisano detto “la belva di Drosi”; la strage della “Freccia del Sud”; la rapina della “Giulia Bianca” alla Banca Popolare di Polistena;la Madonna che piange a Cinquefrondi;l’uccisione di Giuseppe Valerioti a Rosarno e tanto altro ancora, fino all’arrivo al Porto di Gioia Tauro della prima grande nave il 16 settembre del 1995.
Infine l’opera si chiude con uno “spot” turistico sulle bellezze che si possono ammirare affacciandosi al “Balcone della Piana” che, posto sul monte Sant’Elia di Palmi, si apre sul Golfo di Gioia-Palmi e sulla Costa Viola fino a Reggio Calabria, oggi città metropolitana.
Un libro importante, più di quanto queste modeste righe possano esprimere.
Caterina Sorbara