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Pellegrinaggio del Crocifisso di san Damiano e della Madonna di Loreto 8-9 luglio, diocesi di Oppido M.- Palmi

La Chiesa italiana dona il Crocifisso di san Damiano insieme alla Madonna di Loreto, come simbolo dei giovani italiani al paese ospitante la Gmg, sin dal lontano 1987 a Buenos Aires. I due segni stanno attraversando tutte le diocesi italiane. Nella diocesi di Oppido M.-Palmi, saranno lungo le nostre strade l’8 e il 9 luglio. Noi saremo pronti ad accogliere queste sacre immagini, ricche di storia e di spiritualità. Esse percorreranno luoghi simbolo della sofferenza e della quotidianità.

Nella tarda serata del 7 luglio, le immagini sacre sosteranno durante la notte per la veglia di preghiera al duomo di Gioia Tauro, presso la parrocchia sant’Ippolito martire. Al mattino, si parte da alcune “periferie”, il carcere. L’esperienza dolorosa del male, della solitudine, dell’emarginazione che attraversa questo luogo, non vuole lasciare nell’indifferenza chi ha scelto altre strade che lo hanno condotto in un posto di reclusione. La visita non tralascia gli agenti di polizia e il personale, nel ruolo di vigilanza e di rieducazione, operatori che li vede impegnati nel compito difficile di ricupero del senso della dignità umana. Passando per la Casa Circondariale di Palmi, si intende portare Dio, “ricco di misericordia”, per infondere coraggio e fiducia, che il perdono è possibile per chi ha sbagliato, e che Dio ama di un amore infinito. Saranno alcuni giovani della pastorale giovanile, assieme al cappellano, don Silvio Mesiti, con canti, riflessioni e preghiere ad incontrare i detenuti-

La tappa proseguirà nella stessa giornata, toccando la parrocchia del Rosario a Polistena, dove in pieno “Grest estivo”, i bambini, i giovani e le famiglie. In seguito, i giovani della parrocchia accompagneranno le immagini in un’altra “periferia”, l’Ospedale, “santa Maria degli Ungheresi”, animeranno la preghiera assieme ad altri ragazzi del movimento giovanile guanelliano presente in diocesi. La visita agli infermi e al personale sanitario, è un portare la compassione di Cristo sofferente e di Cristo medico. Sia per chi soffre e sia per chi offre l’amore, la cura e la propria esperienza qualificata e premurosa di alleviare le sofferenze ai fratelli e alle sorelle deboli nel corpo e nello spirito. La Croce e la Madonna sono segno di conforto e di consolazione, perché nell’ascolto e nel dono della speranza, guardando queste due icone, possano sgorgare dal cuore dell’uomo richieste di aiuto e di protezione.

Ci chiediamo tutti davanti a questi segni: Chi sono io? Cosa sarà di me?

Il pellegrinaggio nel pomeriggio proseguirà nella Parrocchia Maria Ss. delle Grazie a Taurianova, con una celebrazione Eucaristica e la veglia di preghiera animata dai giovani dell’Azione cattolica diocesana.

Il giorno dopo, il 9, nell’unico Monastero di clausura presente in diocesi a Taurianova, le Figlie delle Visitazione di san Francesco di Sales, accoglieranno le immagini sacre e ci aiuteranno con il canto, la meditazione e il silenzio ad immergerci in questo clima di preghiera, nella contemplazione della bellezza che traspare da queste due icone.

Infine, dopo la sosta nella Cappella delle monache di clausura, la tappa si concluderà nel primo pomeriggio a Rizziconi, presso la parrocchia San Teodoro martire e nella Casa di riposo per anziani San Francesco, con una veglia francescana guidata dalla gioventù francescana di Calabria, per poi dare in custodia le immagini alla diocesi di Locri-Gerace e far proseguire il pellegrinaggio nelle altre chiese particolari.

Saranno giorni ricchi, di visite speciali, di preghiera, di incontri, di misericordia, dove sono invitati tutti i giovani e non solo, anche le famiglie, attraverso veglie e momenti di riflessione. Questo pellegrinaggio avrà altresì un risvolto sociale, coinvolgendo ogni realtà, da quella parrocchiale a quei luoghi dove tante volte ci si passa con qualche pregiudizio.

Ad ogni pellegrino, l’invito a fermarsi davanti al Crocifisso e lasciarsi incontrare da Dio. Il poverello di Assisi davanti al crocifisso di san Damiano, cambiò la sua vita Quando Francesco si aggira nei pressi di S. Damiano porta nel cuore una preghiera profonda ed insistente: “Signore che cosa vuoi che io faccia?”. Nel suo intimo aveva coltivato la disponibilità a dare una svolta decisiva alla propria vita. La storia e la vocazione di san Francesco resta indissolubilmente legata e segnata dalla croce. Ci fermiamo a contemplare questa icona di fronte alla quale, chissà quanto san Francesco avrà sostato. Icona che dà forma alla vita di Francesco e dalla quale si lascia plasmare e trasformare.

Esortiamo ognuno a mettersi in movimento a stare “con” Maria, guardando la Madre di Dio, affidando a Lei i nostri affetti più cari. Questa effigie di Loreto, rievoca la santa casa di Nazareth. Davanti alla Madonna il pensiero cade sulla cura delle relazioni familiari, ci fa pensare ai legami più profondi, scoprendo che solo nel dono reciproco di sé si impara a dare un senso alla propria vita. E’ Lei che presenta il Figlio all’adorazione dei fedeli, ricordando che Lui solo è il Salvatore. E’ la Madre che accoglie e porta i figli al Figlio nella sua Casa nazaretana, venerata a Loreto.

Ci piace immaginare la gioia e lo stupore nei volti di quelli che accorreranno, anche se per pochi giorni e pur non potendo toccare tutti i punti della nostra diocesi, ci sentiamo in comunione, esortando ad “uscire”, ad incontrare, a farsi prossimi. Dio attraversa le nostre strade e ci regala la speranza di proseguire verso il Regno che ha già inizio su questa terra.

Gioia Tauro, 11 Giugno 2015

Don Leonardo Manuli