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Rizziconi, presentato il libro Cane Crudo di Antonio Fontana

E’ stato presentato domenica pomeriggio a Rizziconi, nella Sala consiliare di Palazzo San Teodoro,il libro dello scrittore Antonino Fontana, dal titolo “Cane Crudo”, per i tipi Robin Edizioni.

Presenti all’evento, oltre l’autore: il sindaco di Rizziconi,Giuseppe Di Giorgio; l’Assessore alla Cultura del Comune,Alessandro Giovinazzo e la scrittrice Caterina Sorbara.

Ha moderato la dott.ssa Rosi Fontana.

Dopo i saluti del sindaco di Rizziconi e dell’Assessore alla Cultura del Comune che, si sono soffermati sull’importanza dell’evento e l’interessante trama del romanzo; ha preso la parola la scrittrice Caterina Sorbara.

La Sorbara, prima di relazionare sul libro, ha ricordato che, il 2015 è stato un anno molto importante per Rizziconi, perché è ricorso il centesimo anniversario della nascita del grande Ugo Arcuri, maestro del pensiero, docente di lettere e filosofia e preside di licei.

Punto di riferimento di generazioni.

Continuando il suo discorso, la Sorbara ha puntualizzato che, solo la cultura è volano di sviluppo per un territorio.

“Per quanto riguarda il libro, l’autore Antonino Fontana, un architetto con la passione della scrittura, con raffinata maestria tesse una vorticosa trama dove,in soli tre giorni, tempo in cui si svolge la storia, personaggi, destini e luoghi svelano i segreti di una vita.

Trama che inizia a dipanarsi quando John Lee, giovane artista italo-americano, arriva in Italia, per allestire la sua prima mostra personale a Milano e, scopre nella casa disabitata della madre una foto che emerge da un astuccio contenuto in una croce di gesso.

Nella foto sono raffigurate quattro persone, uno dei quattro gli assomiglia moltissimo e gli altri tre sembrano essere Ringo Starr, Paul McCartney e George Harrison.

L’uomo che assomiglia a Paul McCartney in realtà è Paolo Marcianò, proprietario del ristorante “4 Cani” di Milano.

Un uomo con un passato nella ‘ndrangheta e forse un presente di anima scissa nella strana organizzazione uguale a nessuna per visceralità.

Dopo un pò, John, riesce a incontrare Paolo Marcianò e il mistero della foto s’infittisce.

John e Paolo dopo un pranzo luculliano, e l’incontro con un inquietante medium, partono per la Calabria alla scoperta di un passato celato fino ad allora.

Da Milano alla Bovesia, cuore dell’Aspromonte, Paolo Marcianò rivela a John misteri, reticoli affettivi e inspiegabili accadimenti. Il racconto, un filo ad altissima tensione, si svolge nella Calabria grecanica, a Bova: piccolo e arroccato borgo dove sono nati i “Cani neri”, la band che negli anni ’60 si esibisce a Milano cantando in cover i successi dei Beatles, e del quartetto di Liverpool condivide irrisolti misteri. John è sconvolto dai racconti di Paolo Marcianò, teme ogni possibile accadimento in quella Calabria dove, inspiegabilmente, ora si trova e dove la paura di un destino in agguato è più forte della realtà.

Nel romanzo, emerge anche la figura dello “zio” di John, un ex frate domenicano che non fa altro che scrivere cose insensate con un alfabeto inventato da lui, un “George Harrison” che vive in una casa piena di sculture di cani e uno stupefacente bronzo di un alopekis, antico cane greco, trovato nello stesso posto in cui furono ritrovati i Bronzi di Riace e che solo alla morte di uno dei personaggi del romanzo potrà tornare tra le Statue A e B, il giovane e il vecchio, chiudendo l’ultimo anello del misterioso racconto degli antichi guerrieri.

 

Sei capitoli : Il Ponte; La casa; Il pozzo; Il labirinto; La prigione e Lo scheletro.

Capitoli che coinvolgono il lettore ,portandolo nei paesaggi mozzafiato della Calabria,facendolo riflettere sul legame millenario dei paesi con le loro montagne e ,poi ancora, sulle mulattiere nel cuore dell’Aspromonte, sui lutti, sulle storie di uomini ricchi e miserabili, nonché nell’abbandono dei paesi e sulle dolorose migrazioni al Nord durante il boom economico.

E poi ancora Hera Lacinia, la Madonna di Polsi, la Madonna della Consolazione, San Leo.

Non ultime,tante le citazioni importanti, come quella dello scrittore Antonio Anile: “Tanta luce fuori di noi è possibile se più luce si accende nelle nostre coscienze.”

Insomma uno spaccato, sociale e culturale,affascinante, a tratti amaro, ma ancora attuale”.

Le conclusioni sono state tratte dall’autore che, dopo aver ringraziato i presenti, si è soffermato su alcuni passi importanti della sua opera.