Porto di Gioia Tauro, procedure di licenziamento per 15 lavoratori

(riceviamo e pubblichiamo Domenico Laganà Segr. Gen. Filt Cgil Piana di Gioia Tauro)    – Un ulteriore e grave evento per i lavoratori portuali di Gioia Tauro, la Ico-Blg attivando le procedure di licenziamento per 15 lavoratori, ha di fatto sancito come lo scalo gioiese ancora oggi senza le opportune strategie per lo sviluppo e i tanto richiesti strumenti atti a rendere tutta l’area competitiva, siano oggi più che mai  necessari.

 

Certo la situazione dei lavoratori si aggrava ancor di più se si pensa che la ICO-BLG pur potendo attivare gli strumenti di salvaguardia per i lavoratori, come gli ammortizzatori sociali, per evitare drastiche riduzioni di personale, la stessa si dice contraria ad attivare tali misure se non solo con la stipula di un accordo che limiti i dispositivi contrattuali (indennità di flessibilità, utilizzo ed assegnazione delle ferie sulle giornate di assenza nave e la non retribuzione delle prime tre giornate di malattia a carico del datore di lavoro).

Come sindacato in uno dei momenti più difficili dell’attività del terminal auto non crediamo che un’ulteriore umiliazione per i lavoratori sia sostenibile è necessaria, il ricatto di vedersi sottratti i diritti contrattuali oltre che di legge è un metodo infelice di ricattare le organizzazione sindacali ed i lavoratori che già, qualora andasse bene si vedrebbero sottratta parte della retribuzione con l’avvento degli ammortizzatori sociali.

Come se non bastasse anche le imprese di rizzaggio chiedono un incontro presso Confindustria per sancire gli esuberi di personale e Medcenter Container Terminal dichiara la sospensione di 1.295 lavoratori sulla base media giornaliera di n°385 per un ulteriore anno e precisamente dall’agosto 2014 a luglio 2015.

Chiaramente la Filt-Cgil non starà a guardare abbiamo già dichiarato unitamente alle altre organizzazioni sindacali, che le azioni per la difesa dei lavoratori e del contratto nazionale, saranno massicce. Quello che più ci “sorprende” è che tutto ciò accade dopo la grande operazione di trasbordo dei contenitori contenenti i componenti delle armi chimiche siriane, come a “gratificare” i lavoratori calabresi di aver con convinzione  operato, alcuni con  professionalità, altri subendo la cassa integrazione e dimostrando estrema pazienza. Forse però qualcuno non ha capito che la pazienza è finita, nelle prossime giornate sapremo se il Presidente dell’Autorità Portuale ci convocherà per quello che riteniamo un atto dovuto nel rispetto delle procedure di raffreddamento inerenti la protesta dei lavoratori della Ico-BLg, oltre alla richiesta già avanzata in Prefettura che dovrebbe ricondurre le parti alla ragionevolezza della salvaguardia dei posti di lavoro e per evitare tensioni che possono essere evitate con  un’azione di responsabilità.

Infine non possiamo più accettare che gli eccezionali lavoratori Calabresi che da sempre hanno dimostrato alte professionalità in tutte le occasioni,  debbano sempre soffrire per ottenere e mantenere i diritti contrattuali e subire di fatto le umiliazioni come fossero valvola di sfogo di una crisi non voluta e generata dagli stessi.