ASCENSIONE DEL SIGNORE
Luca 24, 35 -53
“Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo,
verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo“.
Anche in questa domenica, festa dell’ascensione, il vangelo di Luca ci conduce, nel cenacolo, dove gli apostoli sono riuniti, insieme ai discepoli di Emmaus, discutendo di quello che avevano vissuto e conosciuto della passione, morte e resurrezione del loro maestro.
Gesù risorto, la sera del giorno di pasqua, “stette in mezzo a loro“, ancora una volta, prima di ascendere in cielo glorioso, dopo aver concluso la sua missione, affidando definitivamente il suo testamento e dando le direttive, per perpetuare nei secoli, la sua opera.
Ad essi, sfiduciati, delusi, e tristi per l’annuncio della sua partenza, lasciandoli soli, promette, tuttavia, di continuare ad essere presente, e garantisce la sua forza, attraverso il dono dello Spirito Santo.
Nonostante le precedenti apparizioni, nel cenacolo col suo corpo glorioso, anche ora i discepoli, chiusi per paura dei giudei, sono ancora diffidenti, e ritengono che si tratti non della sua reale presenza, ma di un “fantasma“.
Ma Gesù, con amore, mostra loro le ferite delle sue mani e chiede di mangiare con loro, per dimostrare che il risorto è proprio Lui, quello di Nazareth, crocifisso e messo a morte. Egli però è risorto, segno della vittoria sul peccato e sulla morte, attuata in modo nuovo, non col potere, ma con il dono di sé stesso, segno dell’infinito amore di Dio Padre.
Il racconto di Luca è il messaggio necessario di cui oggi l’umanità ha bisogno, consapevole che Cristo risorto è ancora presente in mezzo a noi con la luce e la forza dello Spirito Santo.
Di questa certezza, come gli apostoli, siamo tutti chiamati ad essere annunziatori, attraverso la testimonianza dell’amore di Dio.
Dopo il saluto, segno di benedizione, Gesù invita gli apostoli a ritornare a “BETANIA“, dove ha vissuto, con gli amici, in una famiglia, immagine della chiesa, FONDATA sulla fraternità e sull’amore che DIO ci ha donato, e che siamo chiamati a trasmettere in quanto suoi figli e veri fratelli.
E dopo la sua benedizione finale, prima di ascendere in cielo tra gli angeli, Luca, negli atti degli apostoli, ci dice che “Essi stavano fissando il cielo mentre Gesù se ne andava. E … quand’ecco “due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: “uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l ‘avete visto andare in cielo “.
Anche noi siamo invitati a restare nell’attesa “CHE SI COMPIA LA BEATA SPERANZA E VENGA IL NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO,” per trasformare questa vita limitata e difficile da vivere in una vita eterna sorretta dall’amore di Dio.
Don Silvio Mesiti