Il Cammino dello Spirito, III Domenica di Pasqua Anno C a cura di Don Silvio Mesiti

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TERZA DOMENICA DI PASQUA

(Gv 21,1-14)

abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla,

ma sulla tua parola getterò le reti

 

Per la terza volta Gesù risorto si fa vedere dai suoi discepoli, e si manifesta, non a Gerusalemme, come nelle precedenti due apparizioni, dove li trova chiusi per paura in un luogo isolato, ma sul “mare” di Tiberiade, impegnati faticosamente nel progetto pastorale che Lui stesso aveva loro assegnato, di diventare “PESCATORI DI UOMINI”.

È il compito che Cristo risorto ha affidato agli apostoli, è lo stesso che oggi affida alla sua chiesa ed a ciascuno di noi, di annunziare la salvezza con la testimonianza concreta del suo Vangelo.

Il racconto che l’evangelista Giovanni ci propone, quindi, in quest’ultimo capitolo del suo vangelo, più che un fatto di cronaca, vuole essere un messaggio ricco di simbolismi da comprendere con la preghiera e la meditazione, ma anche un’esortazione a continuare nel nostro impegno di cristiani, sempre e comunque, nonostante le difficoltà, le incomprensioni, e, soprattutto, gli apparenti o i reali fallimenti, a cui spesso, soprattutto noi preti, andiamo incontro nelle nostre attività pastorali.

Come dice il Vangelo in questa domenica, “Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade”, segno di un mondo senza Dio, dove, pur avendo visto e fatto precedentemente esperienza di Gesù risorto, Pietro e i discepoli, con la loro barca, immagine della Sua chiesa, gli vanno incontro, dopo il fallimento della loro attività sul mare, in cui non avevano preso nulla.  

Ad una umanità che vive, come ci dimostra la storia, tra le tragedie dell’ipocrisia, dell’egoismo, della violenza e dell’odio, di fronte a migliaia di uomini che rischiano ogni giorno di annegare, Gesù anche a noi, come a “Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli“, continua a manifestarsi e confermarci la sua missione.

Sono sette i discepoli presenti, ognuno con la propria storia. Essi rappresentano ognuno di noi oggi, con i nostri limiti, e nonostante i nostri fallimenti, invitati nel nostro lavoro pastorale a ricominciare ogni giorno, confidando solamente sulla parola dell’unico maestro, GESÙ CRISTO, E SULLA FORZA CHE VIENE DA LUI.

Gesù disse loro, come dice a noi: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci.

Con questo gesto GIOVANNI ci rivela la tenerezza, con cui Gesù soprattutto nei momenti difficili degli apostoli e, per quanto ci riguarda, nei confronti di ognuno di noi, con l’invito ad essere perseverante sempre e comunque credendo in Lui SEMPRE E NONOSTANTE i disagi e le delusioni “Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. E’ la sua presenza ogni giorno nella Eucarestia con cui si rende presente, segno della sua premura, del suo amore e della sua forza.

                                                                       Don Silvio Mesiti

 

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