PRESENTAZIONE DI GESÙ
NEL TEMPIO
Lc 2,22-40
La festa liturgica della “presentazione di Gesù al Signore e della purificazione di Maria e Giuseppe” nel tempio di Gerusalemme, è strettamente legata alla festa del Natale, della santa famiglia e dell’Epifania, che abbiamo celebrato.
Prima dell’inizio della sua vita pubblica, presso il fiume Giordano, Gesù, ci dice il vangelo, ha vissuto in una famiglia, nella casa di Nazareth, dove “cresceva in età, sapienza e grazia, sottomesso ai suoi genitori“.
In questo senso, la famiglia di Nazareth, diventa esempio da imitare, da parte dei figli, e soprattutto dei genitori.
Maria Santissima e S. Giuseppe, dopo essersi recati a Gerusalemme per il censimento voluto da Cesare Augusto, dopo la fuga in Egitto per salvaguardare il bambino dalla strage dei bambini innocenti da parte di Erode, e lo smarrimento e ritrovamento del figlio Gesù, ormai tredicenne, nel tempio, ritornati a Nazareth, vivono la loro vita in stretta unione con Dio, osservando fedelmente, ed obbedendo, con scrupolo, alle leggi ed alle tradizioni del popolo di Israele.
Proprio per questo, come ci narra il vangelo di questa domenica, “secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al SIGNORE, … Come è scritto nella legge del Signore…. e per offrire in sacrificio, una coppia di due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore, quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè”, pur non avendo bisogno di questo rito!
La motivazione fondamentale di questo gesto, (come avviene oggi, con i genitori che portano in chiesa i loro bambini per farli battezzare), è di “portare il bambino GESÙ a Gerusalemme, per presentarlo al Signore …. – Come sono consapevoli Giuseppe e Maria, – e per offrire, in sacrificio, una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore”.
Si tratta, come si vede, di una famiglia povera, ma fedelissima alla tradizione, che si reca nel tempio, dove Simeone, uomo giusto e pio, mosso dallo Spirito, lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo quella che potrebbe essere la NOSTRA QUOTIDIANA PREGHIERA, non trattandosi della morte, ma dell’incontro necessario con Cristo.
“ORA PUOI LASCIARE, O SIGNORE, CHE IL TUO SERVO VADA IN PACE, SECONDO LA TUA PAROLA, PERCHÉ I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA, PREPARATA DA TE DAVANTI A TUTTI I POPOLI, LUCE PER RIVELARTI ALLE GENTI E GLORIA DEL TUO POPOLO, ISRAELE!”
Il vecchio Simeone che accoglie tra le braccia il bambino non è un sacerdote né uno scriba, ma rappresenta tutto il popolo di Israele, ed oggi la nostra chiesa ed il mondo intero in attesa del messia, e della pace.
L’anziana profetessa Anna, è l’immagine della Madonna, Madre di Dio e madre nostra, che porta all’umanità il Salvatore, condividendo col figlio fino alla morte in croce, la missione di salvezza, affidatele dall’angelo ed accolta con tremore e con generosità,
Il padre e la madre di Gesù, conclude il vangelo,” si stupivano delle cose che si dicevano di lui…… e Quando ebbero adempiuto ogni cosa, secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazareth, dove il bambino cresceva e si fortifica” come dovrebbe essere nelle nostre famiglie.
Parola del Signore
Don Silvio Mesiti