Il Cammino dello Spirito, commemorazione dei Defunti di Don Silvio Mesiti

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COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI 

Mt. 5,3-12

le anime dei giusti sono nelle mani di Dio

 

Il giorno della commemorazione dei defunti che celebriamo nella liturgia, in questo mese di novembre, sospendendo quella domenicale, è un’occasione privilegiata per meditare sul destino dell’uomo, sulla sua dignità e pregare per i nostri morti. 

Si tratta di meditare sul significato da dare alla vita, alla morte ed alle realtà terrene.

 Queste verità, oltre che aiutarci a vivere nella speranza di una vita nuova dopo questa esistenza terrena, ci fanno intravedere la possibilità di raggiungere la pace e la serenità, anche in questo mondo, fatto di odio, di arrivismo, di violenza ed, in ogni caso, condizionato dai limiti della nostra natura umana viziata dal peccato.

Credere nella vita eterna impone ad ogni uomo l’esigenza di una continua conversione, per evitare di perderla per sempre, ma diventa anche motivo di consolazione e di speranza, per continuare a vivere da cristiani, nonostante le delusioni e le umiliazioni, le cattiverie e le persecuzioni che siamo costretti a subire, convinti che quella verità e quella giustizia che in questa terra stenta ad affermarsi, sarà definitivamente realizzata col giudizio di Dio.

Non si può discutere, perciò, sulla resurrezione dei morti solo accademicamente o per desiderio di disquisire su questioni teologiche o filosofiche, ma diventa assolutamente necessario accostarsi a questa verità con una grande fede in Dio, da cui prende forma tutto il nostro essere uomini e soprattutto Figli di Dio.

In questo senso S. Paolo ci esorta a ricercare, con la nostra fede quello che saremo, considerando la nostra realtà attuale, di Figli di Dio, e quindi anche eredi della sua stessa vita.

Ma questa eredità dipenderà esclusivamente dalla capacità che avremo avuto, illuminati dalla speranza, di vivere da veri figli di Dio, e fratelli col nostro prossimo, sorretti dalla sua carità, ponendo in essere tutte le nostre azioni, considerando solo riduttivo e parziale il giudizio e le affermazioni che avremo avuto in questa vita, anche dopo avercela messa tutta per essere coerenti.

Non mi sembra fuori posto affermare, a questo punto, che le promesse di Gesù Cristo, per coloro che sono fedeli al Suo Vangelo, non si riferiscano ad affermazioni umane, quanto piuttosto a persecuzioni e calunnie, da cui però, deve nascere la gioia dell’essere fedeli a Lui, morto risorto, in attesta però di possedere definitivamente la vita eterna, che già in questa vita abbiamo sperimentato restando sempre fedeli a LUI.

Ci stanca la constatazione dell’affermazione dell’ingiustizia, della cattiveria, della violenza, del sopruso, del potere e della forza; ma è quello che è successo a tutti coloro che fin dall’inizio hanno creduto in Cristo e nel Suo Vangelo.

Per questo l’evangelista Matteo sente l’esigenza di confermare i cristiani della sua comunità riproponendo le parole di Gesù: “…Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno, e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli “.

Don Silvio Mesiti

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