Il centro salute mentale non si tocca

Siamo alle solite. Si continua a non dare risposte ai territori, si assottiglia sempre di più la presenza di una sanità pubblica in un momento peraltro di grave emergenza sanitaria, si continua a preferire accreditamenti o, nella migliore delle ipotesi, accentramenti che hanno significati, per così dire, più organigrammatici e meno in direzione della fruizione di cure necessarie per tanti cittadini. È così, dobbiamo constatare, che anche per il Centro di Salute Mentale di Cinquefrondi vale la stessa regola. Nonostante le richieste, nonostante le promesse, nonostante i numeri in termini di prestazioni mediche necessarie su un territorio disomogeneo e distante dagli accentramenti che sono stati in maniera grave e sbagliata indicati. Il Centro di Salute Mentale di Cinquefrondi eroga tra le 6500 e le 7000 prestazioni sanitarie l’anno servendo un territorio appunto frammentato con un presidio attento, capace e con professionalità adeguate, peraltro riducendo le ospedalizzazioni, che secondo le linee guida che prevedono sempre di più la presenza territoriale nell’erogazione di cure, in quanto si migliora la salute dei cittadini diminuendo al contempo la spesa sanitaria. In un momento poi così grave in cui le attività ospedaliere rappresentano, per loro stessa natura, luoghi anche potenzialmente pericolosi, non si capisce come un Centro come quello di Cinquefrondi, sia oggetto di una costante e sistematica smobilitazione. Abbiamo contattato più volte anche il Direttore Sanitario Dottore Bray che aveva promesso, senza dubbio alcuno, che avrebbe certamente destinato almeno un’unità medica per il Centro di Salute Mentale di Cinquefrondi. Oggi dobbiamo constatare, che al di là delle promesse, nulla è stato fatto. Oggi siamo costretti a sentire le parole angosciate dei pochi operatori sanitari e dei familiari di malati che soffrono spesso senza neanche averne coscienza. Le manovre erano cominciate con l’approvazione del piano sanitario. Capiamo perfettamente cosa c’è dietro e cosa si vuole fare. In ogni caso non denunceremo solamente lo stato delle cose. Non staremo fermi aspettando ulteriori “disattenzioni” … per usare un eufemismo. Sappiamo già da che parte stare in ogni modo e perché siamo sempre dalla parte di quei sanitari che amano i loro pazienti e siamo accanto, soprattutto, a chi vive pesantemente sulle proprie spalle il senso dell’abbandono, dello smarrimento, della fatica di accedere con semplicità ad un percorso di cure adeguato.

Il Sindaco Michele Conia

Il Presidente del Consiglio Comunale Fausto Cordiano