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LOCRI. Iniziato ieri il processo a Vincenzo Simonetti Costituite le parti e rinviato ad ottobre Una storia di mafiosità o di endemica povertà sullo scenario riarso delle cave di pietra dello Stilaro ? di Luigi Mamone

 

Sono state  costituite le parti  ( Avv. Crea e Mamone per Simonetti . Avv Zurzolo per Zucco  avv. Arcoraci per Malgeri e Pelle  . PM  la Dott.sa Sara Ombra della Distrettuale antimafia reggina  ) e  formulate –  da pubblica accusa e difesa –  le  richieste di ammissione  dei mezzi istruttori – tutti caratterizzati da corpose liste testimoniali.

La vicenda , secondo la tesi accusatoria ha registrato la presenza incube di Simonetti sullo scenario delle attività della Coop MaGiCa sorta dalla ceneri di una precedente ditta dichiarata  fallita e poi  sequestrata  e  confiscata . A supporto di ciò la contiguità  dell’impianto MaGiCa con il cantiere delle Simonetti Graniti – di cui l’imprenditore stilese è titolare  e che si occupava solo della lavorazione artistica della pietra diversamente dalla MaGiCa che produceva inerti e calcestruzzi e dei conti non esattamente in ordine  e linearmente tracciabili .

Fra le due ditte , negli anni ,  non erano mancate le  commistioni che però gli imputati ridimensionano  a forme di reciproco soccorso;  una sorta di mutualità fra poveri e di sostegno atto a  non essere travolti dai debiti per mantenere aperti i cantieri e salvare il lavoro sperando in tempi migliori.  Proprio queste ristrettezze avrebbero provocato   a carico della MaGiCa  il mancato pagamento dei canoni locativi dell’azienda  loro concessa in fitto dagli amministratori giudiziali del Tribunale. Ciò , nonostante un credito per forniture non  ancora pagato da un ente locale  committente e che avrebbe consentito di sanare l’esposizione .

Simonetti  che negli ultimi tre anni si era trasferito a Roma  lasciando  di fatto la scena stilese  ha sempre  respinto ogni accusa, spiegando,  anche con corposi  scritti di suo pugno,    la trasparenza della Simonetti Graniti  e  le ragioni per le quali una parte della struttura della MaGiCa fosse venuta  in suo uso e che derivano da pregresse vendite effettuate dal Tribunale fallimentare e dal fatto che egli in passato fosse stato pure nominato custode di alcuni  beni . Evidenzia le sue attività artistiche  con la pietra ( non ultimo il monumento a Francesco Fortugno  posto davanti al Tribunale  di Locri dove si celebra il processo )  i brevetti industriali  di  macchine per la lavorazione della pietra e le collaborazioni con ambienti universitari.

E la cosca Ruga Metastasio  tante volte evocata ? “Non c’entra nulla “- dice uno dei difensori –   “non vi è alcun elemento che possa far ritenere una  presenza attuale di cosche mafiose di alcun tipo sullo scenario di Stilo e dello Stilaro .  La vicenda della cosca Ruga Metastasio appartiene  – e solo per Simonetti  –  ad un suo personale  passato  sempre più remoto  come confermano anche le risultanti di altri importanti indagini che avevano  pochi mesi  prima provocato decine di arresti  – anche eccellenti –  nella fascia jonica  da Siderno a Gioiosa  e ancora oltre verso nord   e dunque  verso Caulonia e Riace senza  raggiungere o toccare  in alcun modo Stilo  . Sono quatto  poveracci che hanno  lavorato aiutandosi a vicenda  e  che alla fine costituirono una società – mai entrata in attività  – solo nella speranza di ottenere un finanziamento  – non concesso – per realizzare un nuovo stabilimento “  “Qui  la mafia non c’entra nulla : solo una vita di stenti , sudore , lacrime, povertà  e un tozzo di pane strappato alla terra pietrosa  e riarsa  dello Stilaro spaccando pietre , Vita  che da quasi  anno   è stata svilita   in  carcere con  regime di alta sicurezza: Quello riservato ai mafiosi .  Ma per essere definiti mafiosi – ormai –  al sud  con la “ tolleranza zero”  voluta da Maroni  (quando era ministro , quanto Renzo Bossi  “ il Trota” – presunto dottore, era consigliere Regionale  con papà  Umberto  sovrano indiscusso della Padania protetto dentro un cerchio magico di intoccabilità   e D’amico e  la Rosy  Mauro erano intenti a comprare diamanti  e a investire  i soldi dei contributi pubblici ai partiti) basta poco. Forse  anche  solo  i canoni d’affitto non pagati dalla MaGiCa  alla curatela tribunalizia sono stati sufficienti a imbastire un nuovo processo di Mafia.  E  mentre la vita va in questo  gioco delle parti, in questo scialo di triti fatti,  il tempo passa e il processo proseguirà il 18 ottobre con i primi 5 testi dell’accusa .