Omicidio a Gallina: arrestato lo zio

Al termine di un’ininterrotta attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Calamita, i Carabinieri della Stazione di Gallina unitamente ai colleghi del N.O.R.M. della Compagnia di Reggio Calabria hanno arrestato, nel tardo pomeriggio di ieri,  per il reato di omicidio volontario:

  • Galimi Antonio, reggino cl. 42, celibe, pensionato, incensurato,

poiché ritenuto responsabile della morte di Aiello Romeo, genovese di nascita cl. 61, separato, operaio, con precedenti per reati contro il patrimonio, avvenuta a seguito di una violenta colluttazione scaturita tra i due, alle ore 11,15 circa precedenti, all’interno dell’abitazione sita in questa Via Chiesa Madre di Gallina, ove la vittima conviveva con la nipote del reo Zuccala’ Daniela, reggina cl. 71, separata, incensurata.

Nello specifico, al termine dell’escussione dei testimoni e dei rilievi compiuti sulla scena del delitto dai militari della Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria, gli investigatori riuscivano a ricostruire la dinamica dei fatti, chiarendo che la morte era ricollegabile ad una o più ferite provocate da un oggetto contundente con cui il Galimi aveva colpito l’Aiello nel corso della colluttazione, avvenuta anche alla presenza della donna. Infatti, l’ispezione cadaverica effettuata dal medico legale evidenziava la presenza di profonde ferite lacero contuse sul cranio della vittima, verosimilmente compatibili con un posacenere di grosse dimensioni repertato sulla scena del delitto e sul quale sono in corso analisi tecniche più approfondite.

Alla base della vicenda, vi sarebbe una morbosa gelosia che il Galimi nutriva nei confronti della nipote, anche a seguito della recente convivenza intrapresa da quest’ultima con l’Aiello. La salma della vittima è attualmente custodita presso l’obitorio del locale Ospedale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha disposto l’ esame autoptico.

L’omicida, al termine delle formalità di rito, è stato associato presso la Casa Circondariale di Arghillà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria reggina. Lo stesso non ha inteso rispondere alle domande rivoltegli dal Pubblico Ministero.

Tenuto conto che l’abitazione è stata sottoposta a sequestro, al fine di potere effettuare ulteriori accertamenti scientifici nei prossimi giorni, la donna è attualmente ospitata presso una comunità di Reggio Calabria.