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Operazione “Medical Market”, sette arresti e 144 persone coinvolte per truffa

Operazione Medical Market”  coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, nel cosentino, avrebbe consentito di far luce su una presunta truffa di circa due milioni di euro ai danni dialcune assicurazioni. I reati contestati sono di omicidio volontario, falso ideologico e materiale in atto pubblico, corruzione, peculato, frode e truffa ai danni dello Stato.

Dalle investigazioni sarebbe emerso che uno degli indagati avrebbe ottenuto un ingente risarcimentoassicurativo provocando un incidente nel quale una donna incinta rimase ferita perdendo il bambino.

144 avvisi di garanzia per truffa, frode, corruzione ed altro e sette arresti per omicidio e falso in certificazione medica.

L’organizzazione criminale è stata individuata con base operativa nel locale ospedale civile, dove alcuni medici compiacenti rilasciavano certificazioni mediche in tutto o in parte viziate da falsità al fine di trarre in inganno i medici legali di compagnie assicurative e, quindi, conseguire illeciti profitti poi spartiti fra le parti.
Nel dettaglio, è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di:
Stefania Russo, 37 anni di Corigliano Calabro (madre del bambino); Sergio Garasto, 54 anni, medico; Nunziata Falcone, 42 anni; Pietro Andrea Zangaro, 33 anni. Tutti di Corigliano Calabro. Misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria per  Leonardo Natale Piro, medico ortopedico  e Giuseppe Di Paola,  tecnico radiologo, entrambi di Corigliano. Disposta infine la misura  del divieto di esercitare la professione  forense per due mesi per l’avvocato Francesca Berardi.
Infatti, è stato accertato che R. S. con il concorso del medico F. N. e di Z. A., trovandosi in avanzato stato di gravidanza, nello specifico tra la 24esima e la 28esima settimana di gestazione, ha simulato un incidente stradale ed ha soppresso il neonato all’esclusivo scopo di conseguire il risarcimento del danno. Infatti, nonostante la partoriente fosse indotta al parto prematuro, il feto nasceva vivo e veniva deliberatamente privato di ogni necessaria assistenza utile per la sopravvivenza causandone il decesso.
E’ stata altresì disposta Misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico di:
1) P. L., medico ortopedico di Corigliano Calabro;
2) D. P. G., tecnico di radiologia di Corigliano Calabro,
In particolare, nel corso dell’attività investigativa è emerso che persone residenti in comuni della provincia, attraverso studi legali situati in Corigliano e Mesoraca, ottenevano certificazione medica attestante patologie invalidanti senza essere stati sottoposti alle tassative visite mediche, in alcuni casi, la certificazione medica è stata rilasciata dal dottor P. L. a persone residenti in Mesoraca. Ed ancora è stato verificato che nonostante fosse stata rilasciata certificazione medica su modulo in uso al reparto di ortopedia dell’ospedale, agli atti del medesimo nosocomio non vi era assolutamente alcuna traccia dei pazienti, delle visite delle prenotazioni ecc.
Il radiologo con la complicità del dottor G., allo scopo di provare determinate patologie invalidanti, attribuiva a pazienti sani, le radiografie di persone effettivamente affette da patologie che non avevano assolutamente alcun nesso con presunti incidenti stradali.
Destinataria della misura cautelare della sospensione della professione forense è l’avvocato B. F., 45 anni, di Corigliano Calabro, ritenuta responsabile di aver prodotto, con la complicità dei medici di cui sopra, falsa documentazione medica attestante patologie inesistenti, nonché ideatrice di incidenti stradali mai avvenuti.
L’inchiesta è stata sviluppata su due filoni investigativi, uno riguardante i “falsi invalidi” e l’altro concernente le truffe ai danni delle assicurazioni, tutte e due accomunati dal largo ricorso all’utilizzo di falsa documentazione medica.
Riguardo alle truffe assicurative, gli investigatori, attraverso articolate e complesse attività d’indagine tecnica, hanno rilevato numerosi falsi incidenti stradali imbastiti al fine di lucrare sui rimborsi assicurativi.
Per i falsi sinistri, le cui relative pratiche erano, in alcuni casi, curate e istruite da un avvocato di Corigliano Calabro, anch’esso coinvolto negli illeciti, venivano presentati alle compagnie assicurative falsi certificati medici rilasciati da dottori compiacenti operanti anche presso strutture pubbliche.
Gli investigatori hanno accertato che, in più occasioni, il medico compiacente, previa dazione di denaro, forniva ai finti protagonisti di incidenti stradali, false certificazioni di ricovero al Pronto Soccorso, facendo fittiziamente risultare l’accesso al presidio ospedaliero quale conseguenza di un incidente stradale che, frequentemente, è stato accertato non essersi mai verificato.
Nelle truffe assicurative il falso si è materializzato anche nella produzione di referti radiologici che venivano taroccati ad arte. Infatti, nei falsi sinistri, è stata prodotta falsa documentazione di esame radiologico ottenuta con la compiacenza di medici e tecnici radiologi di laboratorio dell’ospedale di Corigliano Calabro.
Il personale sanitario compiacente, sia medici che tecnici, così come l’avvocato patrocinatore delle truffe assicurative, sono destinatari di misura cautelare.
Indagando relativamente alla indebita percezione di indennizzi assicurativi conseguenti a falsi incidenti stradali, Poliziotti e Finanzieri hanno avuto modo di accertare la premeditata soppressione di un nascituro, attuata con la compiacenza e la fattiva partecipazione di personale medico dell’ospedale di Corigliano Calabro.
Per tale evento, tra i destinatari della misura degli arresti domiciliari, figurano un medico, dipendente all’epoca dei fatti dell’Azienda ospedaliera di Corigliano, due donne e un uomo che si sarebbero resi responsabili dei reati di omicidio e falso in atto pubblico. La donna, infatti, si trovava in avanzato stato di gravidanza, oltre la 24° settimana di gestazione, ed è stata indotta al parto prematuro. Il feto, nato vivo, è stato deliberatamente privato di ogni necessaria assistenza utile per la sopravvivenza, causando tale comportamento il decesso del neonato.
Relativamente al filone investigativo dei falsi invalidi, gli investigatori hanno svelato una vera e propria associazione, con alla base personale di un patronato di Corigliano Calabro ed un avvocato referente, patrocinatore di cause previdenziali e assistenziali dei clienti, finalizzata al perseguimento di truffe ai danni dell’Inps conseguenti all’indebito riconoscimento giudiziario delle indennità di invalidità civile e/o di accompagnamento.
I referenti del patronato e l’avvocato patrocinatore delle cause previdenziali, nell’ambito dei giudizi, hanno prodotto falsa certificazione medica al fine di documentare, in capo ai propri clienti, patologie in realtà insussistenti ma che garantivano diritto alle indennità richieste.
Al termine delle indagini riguardanti i falsi invalidi sono stati rilevati numerosi casi di truffa ai danni dell’Inps che vedono coinvolti 45 indagati.
Nell’ambito delle indagini, sono stati riscontrati anche vari casi di rilascio di certificati medici “su richiesta” ,da parte di medici compiacenti, al fine di giustificare le assenze dal servizio o per documentare false malattie di dipendenti di enti pubblici.
Altresì, sono stati rilevati casi di falsa attestazione di presenza in servizio da parte di un medico dell’ospedale di Corigliano Calabro. In particolare, il sanitario, nonostante facesse risultare la presenza in servizio avendo timbrato il cartellino, soventemente si allontanava o non era per nulla presente nella struttura ospedaliera. Come accertato dagli investigatori, talvolta era, addirittura, presso la propria dimora intento a visionare le partite di calcio.
Nel complesso, tra indebite indennità percepite e rimborsi assicurativi erogati sulla base di documentazione falsa si stima un danno economico di circa due milioni di euro. Particolare, soprattutto, la facilità con cui si potevano ottenere agevolazioni in ambito di riconoscimento di percentuali di invalidità ovvero una attestazione di patologie di fatto inesistenti.
Infatti, a seguito di normali visite specialistiche che i medici tenevano anche presso strutture pubbliche e che venivano pagate dai 50 ai 300 euro, erano concordati e perfezionati certificati in grado di poter garantire, al termine dell’iter peritale con l’ente assicurativo o previdenziale, rimborsi consistenti anche in decine di migliaia di euro nonché pensioni di invalidità in danno degli enti previdenziali e assistenziali dello Stato.
Il danno economico, la cui entità è in continuo accertamento da parte del personale della Polizia di Stato e della Guardia di finanza, rappresenta l’aspetto materialmente tangibile dell’intero sistema criminale. La posizione dei soggetti destinatari di pensioni di invalidità e accompagnamento è stata segnalata ai competenti enti previdenziali per l’avvio di opportune procedure di revisione, allo stesso modo analogo indirizzo è stato adottato per gli enti assicurativi.
Le attività investigative, effettuate sotto la continua ed attenta direzione dei sostituti procuratori della Repubblica Vincenzo Quaranta e Simona Rizzo, hanno consentito, grazie alla stretta collaborazione della Polizia di Stato e Guardia di finanza di Rossano, di accertare responsabilità penali, a vario titolo, di 144 indagati tra medici, tecnici di laboratorio, avvocati e beneficiari degli indennizzi, nei cui confronti poliziotti e finanzieri stanno provvedendo alla notifica degli avvisi di garanzia a conclusione delle indagini preliminari.