Truffa ad Inps ed Agea, denunciati 84 falsi braccianti

Gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno denunciato alla Procura della Repubblica 84 personeaccusate di truffa ai danni dell’Inps e dell’Agea, l’Agenzia per le erogazioni in Agricoltura, per l’importo di 292 mila euro. Segnalato alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Catanzaro anche un danno erariale che, comprensivo degli interessi legali, ammonta a circa 330 mila euro.

Secondo le Fiamme Gialle, i titolari di due aziende agricole dell’area grecanica della provincia reggina, mediante dei falsi contratti di affitto e di comodato, avrebbero sovradimensionato la loro consistenza aziendale assumendo fittiziamente 80 braccianti agricoli così da indurre in errore l’Istituto di previdenza e consentire agli stessi falsi lavoratori di ottenere le indennità di disoccupazione e malattia previste per legge (per l’importo di 238 mila euro). I meticolosi riscontri, effettuati dai militari della Tenenza di Melito Porto Salvo, dimostrerebbero che le due aziende si trovavano in realtà in stato di abbandono, le serre erano inutilizzate da più anni e la loro produttività, data la qualità e la quantità delle colture impiantate, non era tale da giustificare un numero così elevato di braccianti agricoli.

Nel corso delle indagini, inoltre, è stato dimostrato che i titolari delle due aziende agricole, in concorso con altre due persone (84 in tutto i soggetti denunciati), hanno posto in essere una truffa anche a danno dell’Agea cedendo fittiziamente a terzi i terreni rimasti, di fatto, nella loro disponibilità. Queste finte cessioni avrebbero così consentito alle aziende di ottenere altri contributi agricoli che, altrimenti, sarebbero stati utilizzati per compensare, così come previsto dalla legge, gli aiuti comunitari percepiti con i contributi previdenziali dovuti all’Inps dalle imprese agricole beneficiarie.

A conclusione dell’attività di polizia giudiziaria, e col nulla osta dell’Autorità giudiziaria penale, è stato così segnalato alla Corte dei Conti di Catanzaro un danno erariale che, comprensivo degli interessi legali maturati, ammonta ai circa 330 mila euro.