• Home »
  • News Calabria »
  • Anche questa volta l’incredibile avviene: la scuola riparte….. nonostante tutto, nonostante il marasma riformatore che l’accompagna da anni

Anche questa volta l’incredibile avviene: la scuola riparte….. nonostante tutto, nonostante il marasma riformatore che l’accompagna da anni

Tra proteste e proposte, ma comunque con tanta voglia da parte di tutte le componenti sociali di giungere al nocciolo delle questioni essenziali finora irrisolte, l’anno scolastico 2015/2016 di fatto riparte martedì 1 settembre. Per gli allievi ancora qualche settimana di vacanza prima dell’ingresso nelle aule per l’inizio delle lezioni,previsto per lunedì 14 settembre. Giorno più giorno meno, sarà una lunga maratona di nove mesi di lezione, in tutto 208 giorni per la Calabria, fatto salvo il minimo dei 200 giorni di lezione previsti dall’art.74 del D.L.297/1994, e termine previsto per mercoledì 8 giugno 2016.

Il quadro che emerge è quello di una scuola pubblica caratterizzata da profonde incertezze ,oggetto di un continuo confronto-scontro di natura politico-sindacale.

E’ una scuola, quella reggina e calabrese, che ,comunque, si interroga per offrire di più e meglio, coniugando il più possibile qualità con equità. Certo con l’aiuto di tutti, insegnanti, dirigenti, enti territoriali al servizio di allievi e famiglie perché il sistema scolastico reggino ,e di tutta la regione, dovrà essere capace di innovarsi rispondendo alle emergenti sfide educative ed interpretare il suo ruolo formativo e culturale a 360 gradi con più incisività sul territorio. E di questo se ne deve fare una ragione in primis il personale tutto della scuola con annessi e connessi che deriveranno, auspicabilmente , dai provvedimenti che il Governo ha già deliberato e per gli altri che seguiranno nei prossimi mesi.

Perché senza gli insegnanti è impossibile cambiare il metodo con cui si lavora all’interno delle classi. Assumere il tema dell’elevamento del grado di istruzione dei nostri allievi è una questione che ha molto a che fare con i programmi di sviluppo della regione che vuole superare il proprio ritardo, che vuole fare i conti con le proprie risorse e che vuole mettersi alle spalle la dimensione assistita dello sviluppo. La sfida che si presenta davanti a noi è quella di costruire un vero sistema regionale di istruzione e formazione. Credo che sia giunto il tempo per la Regione Calabria di creare un serio focus sul sistema scolastico e universitario regionale perché lo stato dell’arte ci restituisce severi aspetti di criticità.

Una crisi nei risultati scolastici che si manifesta già nella scuola di base partendo dalla scuola secondaria di primo grado e che fa prefigurare successivi scacchi formativi evidenziata costantemente negli esiti delle prove Invalsi e Oce-Pisa; il fenomeno notevole dei debiti scolastici che indica un rapporto non positivo con gli apprendimenti scolastici; i dati più sconfortanti in materia di sicurezza e di adeguamento degli edifici scolastici; un forte turn-over nei comprensori decentrati:mobilità docente esasperata; permanenza di squilibri territoriali con molti comuni tagliati fuori dall’offerta formativa extra-curricolari per mancanza di servizi. E ,poi, la mancata integrazione tra sistema dell’istruzione e della formazione professionale; l’inesistente dialogo tra mondo della scuola e delle imprese; il sempre discutibile processo di dimensionamento.

Poi, al di là dei risultati in termini di conoscenze e abilità che il sistema scuola riesce a far conseguire agli studenti, si coglie in questi anni nelle giovani generazioni un aumento del disagio. Il welfare, in fase di recessione, è cambiato profondamente nell’ultimo decennio ed è cresciuta la vulnerabilità sociale, in termine di sofferenza latente e di disagio esplicito, mentre appaiono nuove forme di bisogno sociale. Sono necessari la condivisione, il sostegno alle categorie più deboli e l’impegno a riconoscere diritti e doveri di cittadinanza effettiva.

Bisogna aprire, dunque, una seria riflessione sulla scuola calabrese. Intanto, dandole un senso, un significato ,un orizzonte non scollegato dalla realtà territoriale calabrese e dalle sue prospettive di sviluppo a breve ,medio e lungo termine. Non scollegato significa che la nuova gestione della Regione Calabria si dovrà seriamente interrogare e confrontare con l’amministrazione scolastica e con il mondo delle sue autonomie, su quali dovranno essere i prossimi percorsi educativi e formativi in uscita per i nostri ragazzi e funzionali per quale tipo di sviluppo tracciato per il nostro territorio e quale mercato di lavoro. E poi, come vado ripetendo da tempo, occorre promuovere una legge quadro per un sistema regionale di istruzione e formazione professionale che preveda l’istituzione di una autorità regionale per l’orientamento continuo,a garanzia del diritto all’orientamento, e di una Scuola regionale per l’orientamento, l’istituzione di un Osservatorio Regionale sulle professioni, ed infine l’istituzione della Conferenza annuale dei servizi sull’istruzione e la formazione di concerto con l’USP Calabria.

 

Lo scenario di inizio anno scolastico.

 

Il nuovo anno scolastico ,intanto, si apre subito il primo settembre con la presenza a scuola di dirigenti, docenti e personale amministrativo. Dovranno affrontare tutta una serie di operazioni di natura collegiale, gli esami di idoneità, l’ aggiornamento del rapporto di autovalutazione, l’approntamento del piano triennale dell’offerta formativa, l’istituzione del comitato di valutazione per i docenti e, non ultimo, la preparazione delle attività di accoglienza per le matricole reggine che si affacciano nei vari ordini di scuola, così distribuiti: 4.384 per l’infanzia ,4.954 per la primaria, 5.557 per la media e 6.431 per le superiori.

In tutto gli studenti della nostra provincia reggina nell’anno scolastico 2015-2016 saranno 82.605, così spalmati fra i vari ordini di scuola:10.725 infanzia, 25.730 primaria, 16.658 media, 29.492 superiore.

 

Come si presenta il calendario scolastico.

 

Questo è il tredicesimo anno della devolution nel quale le Regioni autonomamente fissano la data d’ inizio e il termine delle lezioni.

In Calabria il termine è stato decretato per mercoledì 8 giugno 2016.

Le attività educative nella scuola dell’infanzia, invece, termineranno in quasi tutte le regioni il 30 giugno 2016.

I giorni di festa (escluse le domeniche) previsti dal calendario ministeriale sono al momento 11, vincolanti su tutto il territorio nazionale.

E cioè l’1 novembre, festa di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; l’1 gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, Anniversario Liberazione; l’1 maggio, Festa del Lavoro; il 2 Giugno, Festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono.

Il decreto del Presidente della Regione Calabria stabilisce, poi, che non si effettueranno lezioni, il 2 novembre per la commemorazione dei defunti, dal 3 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016, e per le vacanze pasquali dal 24 marzo 2016 al 29 marzo 2016.

Il nuovo calendario, così come prevede l’autonomia scolastica, è comunque flessibile e dà la possibilità alle scuole di proporre gli adattamenti che possono riguardare anche la data di inizio delle lezioni ,nonché la sospensione, in corso di anno scolastico, delle attività educative e delle lezioni prevedendo, ai fini della compensazione delle attività non effettuate, modalità e tempi di recupero in altri periodi dell’anno. Sicchè anche molte scuole della nostra provincia potranno iniziare le lezioni ancor prima del 14 settembre.

 

Gli impegni dell’Amministrazione

 

In questi giorni l’Amministrazione scolastica è fortemente impegnata perché tutto sia il più possibile in ordine per l’avvio delle lezioni. Completate le fasi O e A con le immissioni in ruolo di personale docente proveniente al 50% dalle graduatorie e per il rimanente dal concorso del 2012, entro l’8 settembre si procederà con la sottoscrizione dei contratti a t.d. per il personale docente ed educativo.

Va sottolineato che l’USR Calabria ha già provveduto a dotare le 49 scuole calabresi sottodimensionate di dirigenti reggenti. Nella provincia reggina le reggenze assegnate sono in tutto otto e nel comune di Reggio è stato riconfermato al Ferraris il dirigente del Piria , Franco Praticò.

Gli affidamenti, le conferme e i mutamenti di incarico dirigenziale, hanno riguardato complessivamente 110 dirigenti, di cui 40 nella provincia di Reggio. La mobilità ha interessato 49 dirigenti, di cui 10 per la provincia reggina. In città i dirigenti Occhiuto Emilia, Sapone Simona, Moschella Catena e Motta Pasquale andranno rispettivamente all’I.C. Galilei, all’I.C. Catona, al CPIA Stretto e all’I.C. Moscato.

L’Ufficio scolastico regionale ha provveduto, inoltre, a coprire le ventisei sedi dirigenziali disponibili e vacanti nella regione, di queste due nella provincia reggina, con l’immissione in ruolo di altrettanti vincitori del concorso a DD.SS di cui al D.D.G. 13/7/2011.

Continua a permanere la tendenza al colore rosa nei numeri della dirigenza scolastica calabrese e l’abbassamento dell’età media dei responsabili degli istituti.

 

Tra polemiche, proteste e ricorsi parte la “buona scuola” con le sue novità.

Polemiche, proteste e ricorsi a parte(molto difficilmente i ricorsi delle regioni potranno essere accolti dalla Consulta, dal momento che le regioni possono rivolgersi alla Corte Costituzionale solo quando una norma di legge invada le prerogative delle regioni stesse) l’attuazione della cosiddetta riforma della scuola si presenta come una strada in salita, perché serviranno almeno 24 provvedimenti amministrativi per rendere operative alcune norme del provvedimento, oltre a ben 9 deleghe con le quali il governo intende riscrivere ampie parti della normativa scolastica, a partire dall’accesso all’insegnamento nella scuola secondaria, al riordino delle classi di concorso, al nuovo sistema di istruzione 0-6 anni, alla revisione dei percorsi dell’istruzione professione e a tant’altro ancora su cui è necessario che si apra un serio confronto serrato con parti sociali e rappresentanze professionali.

Tuttavia, va sottolineato che il modello a cui si ispira la “buona scuola” è quello della attuazione della autonomia scolastica, che significa capacità di adattare l’offerta formativa al contesto locale alla luce delle costanti trasformazioni della realtà esterna. Non stupisce perciò che una più ampia autonomia richieda una maggiore e migliore capacità di direzione da parte dei dirigenti scolastici, il cui ruolo viene rafforzato.

I cambiamenti più importanti introdotti dalla legge sono almeno tre: inversione di tendenza nella spesa pubblica in istruzione, rafforzamento delle prerogative manageriali dei dirigenti, miglioramento delle possibilità di progettazione.

Il sistema scolastico, fino ad oggi abituato a sopravvivere, può tornare a pianificare complessivamente e a progettare didatticamente su scadenze pluriennali.

Non è infatti casuale che sull’orizzonte dei tre anni è stata riallineata una serie di processi:la programmazione scolastica, il cosiddetto PTOF(piano triennale offerta formativa); il potenziamento dell’organico funzionale dell’autonomia; la valutazione degli esiti dei rapporti di autovalutazione a livello di istituto; l’assegnazione e la valutazione dei dirigenti scolastici; la cadenza dei concorsi per l’ingresso nella professione insegnante ,insieme all’obbligo di assicurare la certezza dei fondi ad inizio di anno.

Tutto ciò dà respiro alla attività di programmazione a livello di scuola, comunque sempre gestita nell’ambito degli organi collegiali. Scuola che progettano su un orizzonte di almeno tre anni sono anche scuole che possono muoversi credibilmente sul territorio.

 

 

Insomma sul tavolo ci sono tante questione aperte da molti anni. Chi opera, o ha operato come me nel mondo della scuola, sa che si è raggiunto un limite. Ora c’è bisogno di un cambiamento di passo vero, che restituisca la dignità all’istruzione e ad una professione, dignità che deve essere recuperata da tutti. La scuola ha bisogno di raccontarsi al suo territorio e questo tempo è da cogliere con intelligenza, per farsi conoscere e riconoscere dalla società per i valori che la scuola , e soprattutto quella calabrese e reggina,pur tra le tante difficoltà, incarna, con la consapevolezza forte di meritare una valorizzazione e una significanza sociale, recuperabile attraverso un nuovo patto tra la scuola stessa e i cittadini.

E’ una scommessa aperta che porta ad un bivio, da cui potranno emergere sostantive innovazioni oppure riaffermarsi una passività consuetudinaria cui ci hanno abituato gli ingloriosi risultati del nostro Paese nelle classifiche internazionali dei test scolastici.

 

R:C: 30/9/2015                                                                 Prof. Guido Leone

                                                                                   già Dirigente tecnico USR Calabria