Antonio Merlino e’ il nuovo segretario Ebat

Nei giorni scorsi, nel rispetto più assoluto delle norme anti Covid-19, in videoconferenza si è tenuta l’Assemblea dei soci dell’Ebat (Ente bilaterale agricolo territoriale) di Reggio Calabria, che ha eletto presidente, per il prossimo triennio, il segretario regionale della Uila-Uil della Calabria, Antonino Merlino, e componenti del Comitato di gestione: Rocco De Marco, Domenico Gattuso, Romolo Piscioneri, Nicola Rodi e Pietro Sirianni.
La scelta di affidare la presidenza ad un uomo di comprovata esperienza, come Merlino, sindacalista di lungo corso, noto per le sue battaglie all’interno del mondo agricolo e forestale calabrese, è stata dettata dall’esigenza di attrezzare l’ente al meglio per potere affrontare efficacemente le questioni ed i nodi da sciogliere durante, e soprattutto, dopo la pandemia in corso, che saranno di rilevante complessità.
Gli Enti bilaterali, il cui ruolo è riconosciuto dal legislatore, traggono la loro origine dalla contrattazione collettiva, che ne rappresenta la fonte primaria di regolazione e di indirizzo.
La bilateralità è uno strumento di partecipazione sociale, ma è anche fonte di aiuto concreto alle persone.
La trasformazione dell’economia di mercato e le conseguenze sui sistemi di welfare fanno emergere l’esigenza di ricorrere a nuovi strumenti di protezione sociale. Non a caso negli Stati Uniti si parla con sempre più insistenza di neo mutualismo. Oggi, più che mai, è necessario ampliare le prestazioni offerte dal sistema della bilateralità, individuando innovativi ed efficaci strumenti di intervento, in grado di aiutare i lavoratori e le loro famiglie.
Il dialogo è importante in tutti i settori della vita produttiva, a maggior ragione lo è in quello agricolo, attraversato da gravi problemi, in particolare nella nostra terra, che possono essere sanati soltanto con il concorso di tutti i soggetti che operano nel comparto. Uno di questi è la piaga del lavoro irregolare, che va combattuta con determinazione, perché distrugge l’economia sana e perché rende schiave le persone.
Non a caso Merlino, dopo la sua elezione, ha detto: “L’Ebat, ente bilaterale costituito da Confagricoltura, Cia e Coldiretti, per la parte datoriale, e Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, per la parte sindacale, della Città metropolitana di Reggio Calabria è il luogo privilegiato del confronto fra le parti sociali su temi cruciali per il mondo agricolo come quello delle relazioni sindacali, della contrattazione collettiva e dell’occupazione. Lavorerò con determinazione perché venga rispettata e applicata la Legge 199 del 2016 contro il caporalato e affinché si sviluppi la Rete del lavoro agricolo di qualità a livello territoriale, che riconosca il ‘marchio etico’ e premi le aziende che assumano manodopera attraverso la Rete. L’ente bilaterale deve assumersi il ruolo di riportare il collocamento dei lavoratori agricoli in ambito pubblico, cancellando quei ‘servizi’ che il caporale offre alle aziende, come il trasporto e l’alloggio della forza lavoro. L’Ebat deve sempre di più trasformarsi in soggetto di intermediazione per il lavoro e in strumento di crescita attraverso la promozione della formazione continua, soprattutto nell’ambito della sicurezza e della preparazione di base, propedeutica al primo inserimento lavorativo, la previdenza e la sanità integrativa. In questa provincia c’è bisogno come il pane che l’incontro tra domanda e offerta di lavoro avvenga in modo trasparente. Io penso che l’Ebat debba dotarsi al più presto di una piattaforma che consenta a imprese agricole e lavoratori di mettersi in contatto in modo sicuro e rapido, affrancandosi definitivamente da intermediazioni illegali, che sfruttano le une e gli altri. L’EBAT, nell’ambito dei propri servizi, deve anche assumersi il compito di verificare la regolarità contributiva e di certificare i contratti di lavoro in agricoltura”.
Il neo presidente, insomma, sembra avere le ide chiare su quello che c’è da fare per rendere il comparto agricolo calabrese adeguato ad affrontare le sfide del proprio futuro, che riguardano da vicino il futuro della Calabria, visto che l’agricoltura è uno dei pilastri fondamentali su cui si regge l’economia della regione e che se liberata da lacci e laccioli che ne impediscono il decollo potrebbe contribuire con ancora maggiore slancio alla crescita del Pil, dei posti di lavoro e del benessere dei cittadini.
Noi non possiamo che sperare che il dialogo tra aziende e lavoratori diventi sempre più intenso e costruttivo, consapevoli che senza le aziende non esisterebbero i lavoratori e che senza i lavoratori non esisterebbero le aziende. Due facce, dunque, della stessa medaglia, entrambe indispensabili per il nostro presente e per il nostro futuro, che devono essere aiutate a trovare sempre il giusto equilibrio, per il progresso di tutti.

Reggio Calabria, 09.11.2020.
Antonio Zavettieri