Ballottaggio. Teniamo viva memoria e dignita’

Quando si era ancora in tempo, 10 Idee per la Calabria aveva lanciato un appello a tutte le forze che non si riconoscevano nella coalizione del Centro-destra affinché si creasse un forte polo democratico-progressista in grado di competere per la vittoria al 1° turno nella tornata elettorale del 20 settembre.
Nessuno si sarebbe dovuto posizionare in prima fila e il candidato sindaco non poteva che nascere da una valutazione congiunta di quella che sarebbe emersa come la candidatura meglio spendibile. L’appello, tranne qualche isolato riscontro, è rimasto purtroppo inascoltato.
A scrutinio ormai effettuato le urne hanno decretato la necessità di un ballottaggio tra due candidati che, per svariate ragioni, appaiono distanti dalle aspettative di molti e dalle nostre certamente.
Il primo chiede di poter prolungare un periodo di governo che, effettivamente, non ha raggiunto obiettivi prefissati e necessari, per cui la sua gestione non è stata premiata al primo turno dalle urne. Le condizioni di partenza dell’amministrazione sono un’attenuante, non una giustificazione.
Il secondo è stato imposto dalla Lega, una forza politica che, assurdamente, ha tentato la conquista del consenso anche a Reggio, mantenendo nell’ombra l’obiettivo prioritario dell’autonomia differenziata, di netta marca antimeridionale. L’imposizione è stata violenta e alcuni tracotanti big locali della coalizione hanno subito in silenzio i diktat romani, rinunciando ai dichiarati principi di autonomia territoriale nella scelta del candidato di coalizione.
Stavolta la destra si presenta con una connotazione ancora peggiore: una guida leghista, di profilo discutibile, a capo di una truppa eterogenea di forze politiche prive di credibilità che, è bene rimarcare, hanno determinato il disastro amministrativo e la rovina della città ed un commissariamento da lacrime e sangue.
Dunque diventa difficile dover operare una scelta fra i due candidati in competizione.
Ai nostri affezionati sostenitori, ma anche ai cittadini di Reggio, non possiamo però non lanciare un nostro messaggio affinché, nell’espressione della loro preferenza, tengano memoria e dignità.
La memoria deve richiamare le storie dei principali sponsor del candidato della Lega -anche se lo stesso tenta malamente di nascondere questa paternità – e i condizionamenti che egli sarebbe costretto a sopportare per poter governare. La dignità deve richiamare tanto le modalità con le quali si è pervenuti alla sua candidatura quanto i giudizi offensivi che i capi della Lega hanno da sempre rivolto ai meridionali.
Altri territori, vedi Puglia e Campania, hanno già reagito per come era dovuto respingendo l’assalto del lupo travestito da agnello.
Non ci piacerebbe veder piantare la bandierina della Lega al Comune di Reggio Calabria. Abbiamo una storia e una cultura millenaria, teniamo troppo alla nostra identità locale e non possiamo essere terra di conquista per novelli barbari.
Lasciamo che siano i mediocri danzatori di tarantelle ad assumersi il ruolo di fiancheggiatori.
L’imperativo categorico è non votare per il candidato fascio-leghista. Noi terremo viva memoria e dignità.