Calabria: zona rossa per malasanità, la regione getta la spugna.

La resa dei conti in Calabria è arrivata nel momento meno opportuno, la pandemia non ha dato tregua e nonostante la certezza di una seconda ondata i nostri politici regionali hanno preferito occuparsi di altro, snobbando come di consueto il problema relativo alla gestione del sistema sanitario. Questo è un problema molto serio che evidentemente per gli stessi rappresentanti regionali, impegnati nell’approvazione della legge ad personam sui vitalizi, costretti poi al dietrofront per la vergogna, non meritava di essere affrontato, lasciando così campo libero alla sanità privata che continua a fare da padrona in barba alle esigenze della collettività tutta. Con quale faccia oggi si ripropongono, alla vigilia della campagna elettorale regionale, gli eletti e non che, alla risoluzione del problema sanitario di interesse primario, hanno preferito concentrare le proprie forze per dare un’ immagine squallida della nostra terra, finanziando per quasi due milioni di euro un cortometraggio demenziale di nessun valore ed interesse sociale. Tant’è che a distanza di qualche giorno è già caduto nel dimenticatoio… Che cosa avranno da dire i signori consiglieri ed assessori regionali a quella parte sfortunata della popolazione calabrese alle prese con problemi oncologici, disabilità e di altra natura medica che non possono essere curati e assistiti perché la sanità oggi è scoppiata. Sicuramente, in campagna elettorale, nessun accenno verrà fatto sulla questione sanità, ad eccezione di qualche solito bugiardo che continuerà ad illudere gli elettori con false ed inopportune promesse, facendo leva sulla fragilità di chi spera e crede.
Con l’attuale classe politica, la Calabria non scioglierà mai il nodo sanità, che può essere definitivamente risolto solo con professionisti seri e preparati, capaci di promuovere una radicale riforma del sistema sanitario, mettendo da parte ogni interesse economico di natura differente rispetto a quello della salute dell’individuo. In buona sostanza, con lo stanziamento degli 86 milioni di euro, non si capisce perché non sono stati utilizzati, la Calabria avrebbe potuto promuovere gli investimenti più opportuni e lavorare in sinergia per avviare una nuova fase politica idonea a porre fine alla gestione commissariale, resasi indispensabile per il mal governo nel corso degli anni. Si è arrivati addirittura al commissariamento del commissario, un’assurdità non affrontata dai politici regionali che per l’indifferenza e la scadente preparazione, sono rimasti silenti lasciando il problema nuovamente irrisolto.
Evidentemente sicuri dei cinque anni di legislatura, hanno preferito, all’azione di governo, dormire sonni tranquilli e dedicarsi a sagre e manifestazioni di facciata, invece di concentrare le proprie forze su progetti seri ed idonei ad affrontare le emergenze sanitarie come quella che stiamo vivendo. Ben avrebbero fatto a prevedere la riapertura degli ospedali periferici, oggi indispensabili ad affrontare nel modo migliore il problema COVID in Calabria. Sarebbe stato sicuramente più utile investire le risorse disponibili per la riapertura degli ospedali di Cariati, Trebisacce, Praia a Mare, Mormanno, San Marco Argentano, Mesoraca, Chiaravalle Centrale, Scilla e Siderno, per utilizzarli come centri Covid così da permettere agli attuali ospedali di continuare ad assicurare assistenza e cure mediche a coloro i quali, ogni giorno, sono costretti a lottare con problemi di salute di notevole gravità. Non vi sono più giustificazioni per tollerare una classe politica di sì tale scadente portata, i Calabresi dovranno, una volta per tutte, evitare di cadere nei tranelli di promesse personali pretendendo invece, garanzie di tutela di tutto ciò che è bene comune, garanzie queste che solo politici seri, onesti ed umili possono assicurare. Purtroppo l’impreparazione, l’inefficienza e l’incompetenza degli attuali rappresentanti regionali, espressione della peggiore classe politica, penalizza l’intero territorio, così la popolazione, come sempre, dovrà affidare il proprio destino alla grande misericordia del Signore.
Avv. Carlo Salvo