Casualmente ritrovato su una bancarella. E’ un autoritratto giovanile di Picasso?

E’ uno dei più affascinanti interrogativi  dell’arte contemporanea degli ultimi anni. E’ un quadro, forse l’autoritratto  di Picasso, realizzato dall’artista iberica  in ancor giovane età,  o è solo un sia pur pregevole, ritratto ad olio di autore ignoro della fine dell’800 . Questo e  il “giallo” che ormai  dal 1995  non trova soluzione nonostante gli autorevoli pareri di critici di grande fama, alcuni  s dicono certi dell’attribuibilità a Picasso dell’Opera – lo desumono dalla tecnica, da un cicatrice presente nell’arcata orbitale e che era un segno che marcava il viso dell’artista, ma oltre a ciò  l’impasto dei colori, la trame della tela, il telaio e i chiodi che datano senza  incertezza l’opera ad un periodo conciliabile con  il periodo giovanile del celeberrimo autore di Guernica, allora  dal tratto ancora classicheggiante e non  estremizzato come nel future opere della sua produzione.

L’opera fu ritrovata casualmente da due poliedrici fratelli  –  tappezzieri e restauratori  per tradizione familiare –  musicisti con il pallino dell’arte – sulla bancarella di un rigattiere che avendo scoperto  che  i due fossero in grado  di riparare il dipinto da un buchetto provocato da una tela più piccola che gli era stata poggiata sopra. Esaminato con cura il dipinto, sul retro veniva notato un bollo  di un mercante d’arte  o  di un gallerista che  sembrerebbe  indicare in Pablo Picasso l’autore dell’opera. Davanti a questa scoperta, sia pur casuale, i due fratelli, decisero di acquistare l’opera dal rigattiere. Da allora inizia una lunga stagione di  attività volte ad accertare se la paterità dell’opera fosse realmente attribuibile a Picasso.  Consulti, analisi e  responsi alcuni entusiastici e in termini di certezza, altri sibillini,  che a fronte di apparenti incertezza fanno propendere per il tentativo di convincere i proprietari  che l’opera non sia del più famoso artista del 900.  Quale che sia  il suo autore, il dipinto, si presenta straordinariamente affine allo stile di  quel PICASSO giovane  che  – nella Parigi di fine 800 e negli anni  del primo 900 visse l’esaltante stagione artistica parigina  nella quale convissero pittori, scrittori come Hemingway, scultori e intellettuali che diedero vita ad un  movimento culturale    capace di incidere sull’arte contemporanea con messaggi di straordinaria portata.

I proprietari  dell’opera – gelosamente custodita in un  caveau –  vorrebbero che  l’opera venisse definitivamente certificata  come – possibile opera di Picasso,  forse l’unica  custodita in Calabria – o che   possa essere esposta e ammirata. Una  occasione potrebbe essere – il prossimo anno – l’insieme di attività che  catalizzeranno a Matera,  artisti e critici di ogni parte del mondo. Sarebbe bello – dicono i proprietari dell’opera  se il Governatore Oliverio, nel contesto della presenza della Regione Calabria a Matera,  favorisse l’esposizione del possibile Picasso.  Farebbe onore alla Calabria,   e  se accertata l’effettività riconducibilità a Picasso, l’opera potrebbe costituire una attrattiva per il turismo culturale regionale, per il quale non possono certamente ritenersi sufficienti i soli bronzi di Riace