Cittadinanzattiva Calabria-Tribunale per i diritti del malato

Cittadinanzattiva Calabria accoglie con favore la notizia del progetto della Regione dell’istituzione di un Cup unico per tutto il territorio finalizzato alla riduzione delle assurde, caotiche e lunghissime Liste d’attesa degli utenti calabresi. Il progetto, fra i 9 approvati dal ministero della Sanità e finanziato con circa 15 milioni di euro, prevede l’implementazione e l’ammodernamento delle strutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitarie e al pagamento.
Il progetto si articola in due fasi: la prima è l’istituzione di un percorso di tutela del paziente, che prevede, tra l’altro, il superamento della separazione delle agende per le ‘prime visite’ da quelle di ‘controllo’. La prenotazione di visite e prestazioni di controllo, qualora necessaria, dovrà essere obbligatoriamente programmata al momento della conclusione della prima visita o prestazione da parte dello specialista che segue il paziente.
Cittadinanzattiva Calabria, pur apprezzando il progetto, pone però alcuni interrogativi. I tempi: quando inizierà e soprattutto quando sarà portato a conclusione il Progetto? I calabresi non possono più aspettare le lungaggini burocratiche e neanche i tempi della politica.
I luoghi: i pazienti saranno “smistati” per ricevere le cure in ambito provinciale o regionale? Fattore molto importante che deve tener conto della peculiarità sia dei territori che dei pazienti stessi.
Riguardo la «presa in carico», ricordando che secondo gli studi quando essa migliora i tempi di attesa si dimezzano, non è una novità: in realtà esiste ma in Calabria non viene applicata se non in rari casi. Chiediamo pertanto che la «presa in carico» sia effettuata realmente ma anche che sia completa, non solo appuntamento ma accompagnata da tutte le indicazioni del caso. Chiediamo inoltre che siano inserite anche le «dimissioni protette», in maniera che il paziente venga tutelato in tutto il suo percorso di cura.
Infine gradiremmo che, fino a quando le Liste d’attesa non si esauriscano con queste nuove azioni e sistemi, vengano sospese le cure in «intramoenia» le quali, ricordiamo, nascono non per sostituire la sanità pubblica con quella privata, cioè a pagamento, bensi semplicemente per dare all’utente la possibilità di scegliere un medico di sua fiducia.

Felice Lentidoro
Segretario regionale Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato