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Con una scuola piu’ multietnica un nuovo contratto sociale sui diritti di cittadinanza premiera’ non solo gli stranieri ma l’intera comunita’

I minori stranieri hanno diritto all’istruzione – indipendentemente dalla loro condizione di regolarità o da quella dei genitori – nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani. L’iscrizione a una scuola può essere richiesta in qualunque periodo dell’anno scolastico. I minori stranieri devono essere iscritti alla classe corrispondente alla loro età anagrafica, a meno che il collegio dei docenti deliberi l’iscrizione a una classe diversa, in considerazione dell’ordinamento degli studi del paese di provenienza, del corso di studi seguito, del livello di preparazione raggiunto. Sono questi, in estrema sintesi, i principi sanciti dal nostro ordinamento giuridico per disciplinare le modalità di inclusione dei figli dell’immigrazione nella scuola italiana: tutti in classe, al più presto, e con gli stessi diritti e doveri dei coetanei italiani.

Il Rapporto annuale del Ministero del’Istruzione , diffuso in questi giorni, evidenzia come, per dimensioni assunte, costante crescita e diffusione sul territorio, la scuola multietnica sia divenuta ormai un elemento strutturale del nostro sistema scolastico.

Infatti, le prime rilevazioni degli alunni non italiani nelle scuole solo nell’a.s.83/84 contavano 6.104 unità con incidenza irrisoria sulla popolazione scolastica (0,06%). In 37 anni gli alunni non italiani delle scuole statali sono aumentati passando a quasi 876.800.

Nell’ultimo anno scolastico considerato (2019/20) si segnala, tuttavia, una stabilità nei numeri rispetto all’anno precedente . Si tratta di un incremento di entità minima, successivo a un biennio di evidente rallentamento della crescita, al punto da far pensare che il livello raggiunto dalla presenza degli studenti stranieri sia ormai un dato pressoché stabile.

Anche se va sottolineato che, per i valori attesi per l’’anno in corso secondo un calcolo previsionale, la popolazione dei minori stranieri scolarizzati scenderà di quasi 78.000 unità.

Il Focus ministeriale evidenzia come gli alunni stranieri iscritti alle scuole primarie sono 317.734, nelle scuole dell’infanzia 166,351 , mentre gli studenti nella scuola secondaria di primo grado ammontano a 188.038 e nelle secondarie di secondo grado 204.678. Gli unici ordini con una crescita nelle iscrizioni sono la primaria e la secondaria di secondo grado.

La Calabria al sedicesimo posto

Ma guardiamo più da vicino il fenomeno curiosando tra i dati che riferiscono anche della situazione in Calabria e nella provincia di Reggio Calabria in particolare.

La Lombardia è la regione italiana che ospita il maggior numero di alunni immigrati 224.000, seguita da Emilia Romagna, Lazio, Piemonte. Al 16° posto la Calabria. Negli ultimi anni si può, dunque, rilevare come la crescita, da lenta e graduale, quale era stata per oltre un decennio, è stata velocissima, se non tumultuosa, anche per effetto dei provvedimenti di regolarizzazione.

La scolarizzazione di stranieri tenderà a consolidarsi . Gli alunni non italiani ora alla scuola materna ed elementare- le nuove leve scolastiche – rappresentano quasi i due terzi del totale di alunni stranieri. Il futuro inter-etnico siede già sui banchi di scuola. Ed anche sui banchi delle scuole calabresi e reggine.

La presenza degli alunni con cittadinanza non italiana in Calabria.

Nelle scuole di ogni ordine e grado della regione calabrese, secondo l’ultimo report ministeriale 2019/2020, la presenza ammonta a 12.173 unità , di cui 2.143 nella scuola dell’infanzia, 3.814 nella scuola primaria, 2.553 nella scuola secondaria di I grado e 3.663 nella scuola secondaria superiore.

Reggio Calabria e Cosenza sono tra le consorelle calabresi quelle a maggior incidenza del fenomeno. Reggio con 4.112 allievi, così distribuiti:726 nelle scuole d’infanzia, 1.222 nella primaria, 821 nella media,1.343 nelle superiori.

Cosenza con un totale di 4.114,di cui: 708 infanzia,1.287 primaria, 878 media e 1.241 superiori.

Catanzaro con un totale di 2.197, di cui: 411 infanzia,758 primaria, 475 media e 553 superiori.

Vibo Valentia con un totale di 859, di cui: 143 infanzia,245 primaria, 192 media e 279 II grado.

Infine Crotone con un totale di 891, di cui 155 infanzia, 302 primaria, 187 media e 247 superiori.

Tuttavia i valori attesi per l’anno in corso, rispetto al citato focus del Miur, danno un numero di presenza di minori stranieri nelle scuole della Calabria pari a 11.902, con una flessione di 271 unità.

Gli studenti stranieri nella scuola secondaria.

Interessante anche la fotografia relativa alla tipologia di iscrizioni dei minori stranieri nelle scuole superiori calabresi.

Sul totale di 3.663 allievi, 1.120 hanno scelto i licei, 1.366 i tecnici e 1.177 i professionali.

Nella provincia di Reggio i 1.343 iscritti sono così distribuiti: 436 licei, 542 tecnici e 365 professionali.

Dei 279 allievi di Vibo 114 sono nei licei, 7302 nei tecnici ,92 professionali.

A Catanzaro sul totale dei 553, 146 hanno scelto i licei, 230 i tecnici , 177 i professionali.

I 1.241 di Cosenza si distribuiscono tra i licei con 356 unità, i tecnici con 437 e 448 nei professionali.

Infine a Crotone dei 247 allievi, 68 sono nei licei, 84 nei tecnici e 95 nei professionali.

I percorsi scelti dagli studenti stranieri evidenziano, in modo netto, l’incanalamento verso gli istituti tecnici e professionali che si verifica sin dal passaggio da un grado all’altro di istruzione secondaria.

Tra gli elementi che incidono su queste scelte, il risultato conseguito alla licenza media appare determinante.

Il confronto tra studenti italiani e studenti stranieri evidenzia comunque che le distanze rimangono notevoli. A livello nazionale, gli studenti italiani in ritardo nella frequenza scolastica è di circa il 10,5% contro il 32,9% degli studenti stranieri. Nei singoli ordini di scuola, la distanza a sfavore degli studenti stranieri nella percentuale dei ritardi è di 11 punti percentuali nella scuola primaria ,di 29 punti percentuali nella secondaria di I grado e di ben 59 punti percentuali nella secondaria di II grado .

Nell’ambito della secondaria il ritardo si accumula soprattutto negli istituti professionali e tecnici.

L’incidenza dei nati in Italia tra gli alunni con cittadinanza non italiana.

Il segmento degli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia registra un progressivo aumento. Questa tipologia di alunni è portatrice di storie e bisogni educativi diversi da coloro che sono appena arrivati in Italia. Sono “studenti in attesa” della legge sulla cittadinanza bloccata in Parlamento. Si attende una legge, magari frutto di molte mediazioni, che dovrebbe coniugare le proposte dello ius soli con quelle dello ius culturae.

Bene, se dovesse andare in porto la riforma ci sarebbero in Italia poco più di 573.845 ragazzi e ragazze che avrebbero in poco tempo i requisiti per diventare cittadini italiani.

Il report ministeriale riferisce che minori stranieri nati in Italia presenti in Calabria sono in tutto 4.713, così distribuiti 1.355 nelle scuole dell’infanzia, 1.902 nella primaria, 915 nella scuola di primo grado, 541 nella scuola superiore.

Problemi aperti

E’ necessario e urgente assicurare agli insegnanti del settore una apposita formazione in pedagogia e didattica della lingua parlata che tenga conto del multilinguismo presente nelle scuole e dell’importanza di uno sviluppo del bilinguismo.

I due nodi principali da affrontare sono senza dubbio l’elevata incidenza nelle classi e i problemi linguistico – comunicativi. Ad un aumento del numero di stranieri nelle classi corrisponde una maggiore problematicità della gestione. Quasi la maggior parte degli insegnanti italiani chiede il potenziamento della lingua italiana e consiglia il ricorso ai mediatori culturali.

Ora, poiché la propensione a investire, anche in istruzione, dipende dalla chiarezza sugli orizzonti futuri, è quanto mai opportuno rimuovere ogni inutile incertezza o ingiustificata difficoltà burocratica nei percorsi di acquisizione della cittadinanza italiana, in particolare per gli stranieri nati in Italia che desiderano scommettere sul nostro paese. Rendere meno vago il loro futuro, dando loro quella fiducia che fino a oggi è stata loro negata da un codice della cittadinanza anacronisticamente difensivo, ci pare un modo sensato per aiutarli a investire nella propria istruzione. I numeri delle seconde generazioni che abbiamo presentato in queste pagine ci avvertono che la qualità del capitale umano a disposizione dell’Italia nei prossimi decenni molto dipenderà dagli esiti di quell’investimento.

Ci garantiremo così una generazione migliore, cittadini meno spaventati dalle differenze e capaci di convivere le ricchezze culturali che ha da offrirci quest’Italia sempre più plurale.

Ottobre 2021 Prof. Guido Leone

Già Dirigente tecnico USR Calabria

3. SECONDE 97