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Contro la guerra quotidiana alle persone immigrate, documenti per tutt* e repressione per nessun*!

Ieri 31 marzo siamo tornat* in piazza per pretendere documenti per tutt*, un cambiamento radicale delle politiche migratorie, per denunciare il collegamento tra razzismo e sfruttamento, per dire che siamo qui, che vogliamo che lo stato lo riconosca e non siamo più disponibili ad aspettare e a essere pres* in giro.

La determinazione era tanta, in ogni piazza. Oggi c’eravamo, nonostante la pioggia torrenziale, nonostante la stanchezza per una lotta che sembra eterna, eravamo carich*, con la voglia nelle mani e nella voce di ottenere risposte alle nostre richieste.

A Milano la polizia ci voleva impedire di manifestare vicino all’Ufficio Immigrazione, la questura di via Montebello. Con determinazione abbiamo occupato la strada per tre ore, urlando che volevamo documenti per tutt* e repressione per nessun* e che è ora di finirla con il razzismo e lo sfruttamento. Non ci siamo mossi di un metro.

A Foggia abbiamo ottenuto un tavolo con il vicario del prefetto e il capo dell’Ufficio Immigrazione della questura. Proprio la questura aveva bloccato, infatti, la ricezione di nuove richieste di Protezione Speciale, precludendo a moltissimi lavorator* immigrati* (parliamo di centinaia di persone) la possibilità di regolarizzarsi nel territorio dopo anni e anni di precarietà e sfruttamento. Adducendo varie scuse, tra cui l’emergenza dei profughi ucraini – ancora una volta dividendo le persone tra meritevoli di soggiorno e non – rifiutava di accogliere nuove domande di Protezione Speciale. Con la determinazione di oggi abbiamo ottenuto lo sblocco: la questura si è impegnata, infatti, a ricominciare, da domani, la ricezione delle domande.
Abbiamo, inoltre, denunciato le condizioni molto faticose in cui vivono i richiedenti asilo del CARA di Borgo Mezzanone, a cui non vengono fornite possibilità adeguate ad una vita decente, come gli spetterebbe di diritto, con una evidente mala gestione delle risorse (dato che risparmio significa guadagno per i soliti noti). La prefettura si è impegnata a procedere con un’ispezione e la nuova direttrice si è resa disponibile a parlare direttamente con chi voglia denunciare problemi all’interno della struttura.
A Torino un presidio e un volantinaggio hanno preso spazio e voce di fronte all’Ufficio Immigrazione. E i lavoratori immigrati che vivono e lavorano nella Piana di Gioia Tauro hanno volantinato e attaccato striscioni nelle strade di Rosarno e di Gioia Tauro.

A Roma e a Modena siamo stat* pres* in giro per l’ennesima volta. Mentre a Modena il tavolo ottenuto in prefettura non ha dato nessuna risposta a chi aspetta dal 2020 di essere regolarizzato attraverso la fallimentare sanatoria e che oggi gridava lì fuori “da qui non ce ne andiamo, senza documento”, a Roma, il Ministero dell’Interno ha negato l’incontro che aveva promesso, riconfermando la volontà di ignorare queste richieste e di giocare con la vita delle persone.

La rabbia contro le prese in giro e la sordità del Ministero è risuonata nelle diverse piazze, perché tutto questo fa parte di quella guerra quotidiana che viene condotta contro le persone immigrate ogni giorno in Italia. Nel frattempo, l’Italia stessa insieme agli altri stati europei nutre le sue guerre – ad alta e a bassa intensità- ai confini dell’Europa (nel Mediterraneo così come in Ucraina), per poi stabilire canali differenziali di regolarizzazione per chi scappa da queste guerre.
Sappiamo che contro tutto questo bisogna continuare a lottare. Che oggi sono arrivati dei risultati, ma che non è finita qui. Oggi abbiamo bussato, la prossima volta entriamo senza chiedere il permesso.

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