Dissesto idrogeologico, a che punto sono i progetti finanziati per la Calabria?

Nel contrasto al dissesto idrogeologico non solo si stanziano pochissime
risorse, ma molto spesso quelle dedicate sono insufficienti e vengono
utilizzate malamente.
Ma la cosa più grave è che non si investe nella prevenzione, nonostante
i rischi derivanti dai cambiamenti climatici.
Il risultato è che viviamo in un Paese ad altissimo rischio, tant’è che
secondo il Rapporto sulle condizioni di pericolosità da alluvione in
Italia, pubblicato da Ispra nell’autunno scorso, circa il 5,4% del
territorio nazionale è ad elevato rischio alluvione.
A medio rischio di allagamento si trova invece il 10% del territorio:
qui risiedono l’11,5% degli italiani (quasi 6,78 milioni) e sono ubicati
il 16,5% dei beni culturali.
Il contesto di pericolosità diviene ancor più allarmante se ci si
sofferma sui fenomeni franosi: il 3,1% del territorio nazionale presenta
un rischio “molto elevato”, il 5,6% “elevato” e il 4,8% “medio”.
Complessivamente il 20% del territorio nazionale – diversamente
collocato nei cinque livelli di rischio dell’Ispra – può considerarsi in
pericolo per frane e smottamenti.
Gli edifici a rischio frana sono quasi due milioni (1.867.094, il 12,9%
del totale) e in Calabria il 4,5% (quasi novantamila persone) della
popolazione vive in zone ad elevato rischio.
Davanti ad un quadro così tanto allarmante che posizione assume la
regione Calabria?
Occorre una seria ed immediata assunzione di responsabilità da parte
delle istituzioni nazionali in primis e di quelle locali poi per evitare
enormi sciagure.
Sarebbe importante oltre che doveroso capire quanti e quali fondi sono
destinati al dissesto Occorrono interventi mirati con cronoprogrammi da
definire e rispettare.
L’Ispra ha censito, tramite la piattaforma Rendis (Repertorio nazionale
degli interventi per la difesa del suolo), oltre 6.000 opere in corso
(dato aggiornato al 2020), per un totale di poco superiore a 6 miliardi
di euro impegnati. Questo a fronte di quasi 8.000 proposte progettuali
attive, per un importo complessivo pari a 26,58 miliardi.
Secondo i dati dell’aspra, ancora, sarebbero oltre 500 gli interventi da
attuare sul territorio calabrese per un investimento di oltre 450
milioni di euro. Di questi, leggendo i dati del Repertorio nazionale
degli interventi per la difesa del suolo circa 184 milioni di euro
sarebbero quelli assegnabili a interventi conclusi; circa 141 in
esecuzione; circa 16 in progettazione e circa 110 milioni di euro in
progetti da avviare o non comunicati. Una mole di investimenti che
potrebbero cambiare la sicurezza del nostro territorio ma della quale,
però, non si riesce ad avere contezza.
A poco servirà il Piano nazionale di ripresa e resilienza visto che le
risorse destinate al dissesto idrogeologico sono scarsissime.
Il risultato? Dobbiamo piangere la prossima tragedia per vedere le
istituzioni intervenire?

Maria Elena Senese
Segretario generale
FenealUil Calabria