Dopo 30 anni ancora silente la Regione Calabria e L’Asp

Dopo 30 anni ancora nessuna risposta concreta da parte della Regione Calabria e le ASP nella chiarezza sugli psicologi regionali trasferiti nelle ASP.
E’ CONVENIENTE per gli Enti nominati lasciare insoluto questo problema sino all’ ultimo pensionamento dei rispettivi dipendenti.
DI FATTO questi professionisti: si sono specializzati e formati individualmente, a costo zero per l’azienda sanitaria e non sono ad oggi riconosciuti; sono stati eliminati nei passaggi di fascia; non hanno un certificato di servizio sull’attività che esplicano; non hanno certificato de gli anni di anzianità e ne sono passati 30; e tutto ciò, che è legato alla contribuzione della loro professionalità è nettamente coartata. Non sono Dirigenti pur lavorando nelle ASP con tutte le responsabilità che ciò comporta da un punto di vista dirigenziale e squisitamente sanitario, ma essendo funzionari della regione e lavorando fuori ente non prendono lo stipendio dei Regionali con tutte le indennità annesse, praticamente uno stipendio di un semplice impiegato.
Si sa però che devono coprire dei Servizi Sanitari alla persona con la stessa responsabilità dei Dirigenti Sanitari, con personale ridotto, con una domanda notevolmente amplificata a causa delle difficoltà che la pandemia ha causato; sono chiamati a rispondere prontamente ai LEA e snellire debitamente la lista d’attesa.
Sono anche questi i problemi insoluti di una Calabria che da anni è stata penalizzata da furbetti e da spese clientelari e che adesso deve contenere nella Spesa Sanitaria, in generale, ma strettamente legata a questi professionisti, che dopo anni di assoluto silenzio saranno nuovamente penalizzati anche nell’inquadramento pensionistico che si rispetti.