Dopo l’attacco all’Iran, il tempo stringe: perché il 2025 è l’anno cruciale per i cittadini per unirsi a una Comunità Energetica Rinnovabile e avvicinarsi all’indipendenza energetica realizzando e condividendo i loro impianti fotovoltaici

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di Daniele Menniti
Professore Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia presso il Dipartimento DIMEG, Università della Calabria
Viviamo un momento storico in cui le tensioni geopolitiche rischiano di travolgere i già fragili equilibri
economici ed energetici globali. Gli attacchi recenti tra Stati Uniti e Iran e il conflitto sempre più preoccupante
tra Israele e Iran, pongono lo Stretto di Hormuz – da cui transita circa un quinto del petrolio mondiale – sotto
costante minaccia.
Sull’Iran, secondo paese al mondo per riserve di gas naturale (dopo la Russia), che nonostante tutto non è
esportatore, di fatto non sarà in grado di contribuire in modo significativo al fabbisogno europeo a causa della
sua cronica instabilità interna e dell’isolamento internazionale (salvo un rovescio di regime che però non è
detto che il successivo controllo della nazione verrà esercitato per effettuare concorrenza agli USA. Tutto
lascia pensare che sarà il contrario).
Con l’embargo russo tuttora in atto e l’impossibilità di contare su forniture da paesi ad elevata instabilità
politica (Iran, Libia, Algeria), l’Europa – e in particolare l’Italia – si trova a dipendere dal gas naturale liquefatto
(GNL) statunitense. Un gas estratto con tecniche altamente costose (fracking) e trasportato via nave
metaniera, con costi finali notevolmente superiori rispetto al gas di origine pipeline.
A questa situazione già complessa si aggiunge l’incertezza geopolitica legata allo sviluppo dell’energia
nucleare civile, spesso mal tollerata a livello internazionale per il suo potenziale dual use. Inoltre, anche in
questo ambito, l’Italia dovrebbe comunque importare l’uranio, spesso dal Kazakistan, paese segnato da
instabilità latente.
Tutto ciò impone una riflessione seria e urgente: è il momento di investire davvero sulle fonti rinnovabili,
locali, distribuite e condivise.
Il ruolo strategico delle CER in Italia e il contributo PNRR a fondo perduto del 40%
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), disciplinate dall’art. 31 del D.lgs. 199/2021 e incentivate dal
recente decreto CACER, rappresentano una risposta concreta, democratica e resiliente alla crisi energetica.
Grazie ai fondi del PNRR, fino al 30 novembre 2025 è possibile accedere a contributi a fondo perduto fino al
40% per la realizzazione di impianti fotovoltaici e altre tecnologie FER se inseriti in una CER. Tuttavia, è
fondamentale affrettarsi:- il tempo per presentare le domande è limitato;- le procedure amministrative sono complesse e richiedono competenze tecniche specifiche.
Detrazione fiscale alternativa
In alternativa al contributo PNRR, chi installa impianti fotovoltaici a servizio della prima casa può usufruire
della detrazione fiscale del 50% (fino a un massimo di EUR96.000 per impianti fino a 20 kW), ripartita in dieci
anni. Ma attenzione: dal 2026 la detrazione scenderà al 36%, per poi calare ulteriormente al 30% tra il 2028 e
il 2033. Solo dal 2034 tornerà al 36%.
Una scelta conveniente e solidale
Al di là degli incentivi, realizzare un impianto fotovoltaico e inserirlo in una CER significa risparmiare e
condividere. La condivisione dell’energia con altri cittadini consente di ricevere un incentivo aggiuntivo di
circa 0,12 EUR/kWh sull’energia condivisa.
Inoltre, le CER possono evolvere in Gruppi d’Acquisto Energetico, capaci di:
1. Sfruttare superfici inutilizzate per minimizzare l’impatto ambientale;
2. Offrire servizi di flessibilità e supporto alla rete, grazie a FER, accumulo e gestione intelligente dei carichi;
3. Selezionare fornitori tecnologici competitivi per impianti, storage e piattaforme gestionali;
4. Collaborare con istituti di credito per agevolare l’accesso a finanziamenti;
5. Scegliere fornitori energetici più convenienti;
6. Affidarsi a utenti di dispacciamento alternativi al GSE per migliori condizioni sulla vendita dell’energia;
7. Aggregarsi in consorzi con altre CER per aumentare la capacità di investimento e influenza.
Oltre la ricerca: Creta Energie Speciali
Un ruolo decisivo nella transizione energetica italiana è quello svolto dallo Spin-off accademico Creta Energie
Speciali S.r.l., grazie al quale la ricerca scientifica dell’Università della Calabria si trasforma concretamente in
sviluppo e innovazione per il territorio. Dal 2021, Creta Energie Speciali ha accompagnato con successo la
nascita di oltre 30 Comunità Energetiche Rinnovabili, fungendo da ponte tra l’eccellenza accademica, le
esigenze delle comunità locali e le opportunità offerte dal PNRR e dal mercato energetico.
Conclusioni
Il 2025 sarà l’anno chiave per decidere se l’Italia affronterà le sfide energetiche del futuro da protagonista o
da spettatrice passiva. Le CER offrono una via locale, solidale, sostenibile e tecnologicamente evoluta per
affrontare con coraggio una transizione ormai ineludibile.

Comunità Energetiche Rinnovabili: Urgenza, Opportunità e Soluzioni
Daniele Menniti
Professore Ordinario di Sistemi Elettrici per l’Energia
Università della Calabria – DIMEG
Presidente e co-fondatore di Creta Energie Speciali S.r.l.
Esperto nazionale in Comunità Energetiche Rinnovabil

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