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Full Service, risarcimento per danno ingiusto ai licenziati. De Stefano (Uiltucs): “Riconosciuti diritti, battaglia vinta”

Esultano i lavoratori licenziati dalla Full Service e la Uiltucs. Infatti, grazie alla mobilitazione capitanata dalla sindacalista Sabrina De Stefano e all’azione legale portata avanti dall’avvocato Caterina Gioè, hanno ottenuto una grande vittoria. Nel dettaglio, dopo l’impugnamento del provvedimento di interruzione del rapporto di lavoro e la messa a verbale di un accordo giudiziale in corso di causa accettato dalla Full Service, ai licenziati sono stati accordati 20mila euro ciascuno di risarcimento danno arrecato dall’ingiusto licenziamento a carico dell’azienda.

 

«L’orgoglio dei lavoratori e l’impegno del sindacato, già forti in una battaglia per il mantenimento dei livelli occupazionali combattuta con coraggio, insieme alla decisiva abilità del nostro legale Caterina Gioè, ci hanno permesso di raggiungere un grande risultato nell’azione di impugnazione del licenziamento contro la Full Service. Un esito che accogliamo positivamente anche perché il rapporto di lavoro tra l’azienda e i suoi ex dipendenti, venuto meno il rapporto fiduciario, ormai era impossibile da continuare, anche per volontà dei lavoratori» afferma in una nota la segretaria provinciale della Uiltucs.

 

«La nostra è una bella vittoria. Concreta, perché ognuno dei licenziati riceverò dalla stessa Full Service 20mila euro di risarcimento danno in rate già concordate e sul cui pagamento vigileremo. Ma anche simbolica, perché, anche se non è stata giuridicamente riconosciuta l’illegittimità dei licenziamenti, questo accordo dimostra il buon senso della nostra posizione» prosegue la responsabile provinciale del comparto turismo, commercio e servizi della Uil.

 

 «Dunque, queste sostanziose somme daranno sollievo per le spese quotidiane e qualche pensiero in meno nella ricerca di una nuova occupazione. Abbiamo dato il massimo dell’impegno e, vista la situazione, abbiamo ottenuto il massimo del risultato. Nonostante qualche ente datoriale abbia messo in dubbio la bontà delle nostre ragioni e ci sia stata una scarsa generale attenzione alla nostre vertenza» termina così la De Stefano.