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Giornata Internazionale diritti infanzia e adolescenza, i Garanti reggini: L’Inizio di un nuovo verso il pieno diritto all’ascolto

Oggi, 20 novembre, si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1989, dopo la ratifica della relativa Convenzione che ha dato giusta collocazione giuridica ed istituzionale ai diritti dei più piccoli, anche se troppo spesso essi vengono ridimensionati, se non addirittura negati.
È del tutto evidente come quest’anno la ricorrenza si caratterizzerà soltanto per la riflessione e non per la gioia. Infatti, per questo 31esimo compleanno, un “uomo nero” ha portato via la voglia di festeggiare ai più piccoli e a tutti i grandi che hanno a cuore il loro benessere e la loro crescita singola e collettiva. Questo “mostro” – chiaramente il Covid19 – ha portato via molto altro: i diritti.
Diritti che, anche prima della pandemia, non sempre godevano di buona salute. Violenze fisiche e psicologiche, assunzione di sostanze stupefacenti ed alcoliche, dispersione scolastica, modelli etici e culturali sbagliati, sfruttamento lavorativo e fenomeni assimilabili per gravità contraddistinguevano l’infanzia e l’adolescenza a livello globale e continuano a farlo, con drammaticità diverse a seconda del contesto geografico e socio-economico. Alcuni di questi fenomeni sono presenti in un nostro territorio che non fa eccezione, soprattutto per via delle carenze che penalizzano lavoro e welfare e delle consequenziali difficoltà dentro e fuori le famiglie.
A livello globale, statale e locale, a fianco di quelli familiari, gli sforzi di soggetti istituzionali e di realtà associative per fronteggiare queste situazioni sono encomiabili e dei risultati positivi si sono avuti. Ma questi non lo sono mai abbastanza. Specialmente davanti a quanto avvenuto con questa tremenda pandemia che ha sconquassato le nostre vite, soprattutto quelle dei più piccoli, togliendo o limitando loro la libertà di giocare e di stare insieme, di conoscere e di scoprire, congiuntamente ad affetti come amici e nonni, privandoli di un tempo che purtroppo non verrà loro restituito, insieme a benessere e gioia. Un diritto, questo a vivere appieno gli anni più belli, leso non da un fattore “umano”, ma da esso troppo spesso negato o quantomeno ridimensionato. Infatti, nonostante questa assenza di responsabilità in questa circostanza, che comunque resta in un sistema che non sempre è riuscito a rispondere anche prima della diffusione del Coronavirus, occorre fare di più di quanto fatto finora.
Sebbene, grazie alla consapevolezza che la socialità sia fondamentale nell’evoluzione della personalità dei minori, ci sia stata una grande mobilitazione a loro sostegno, anche sul nostro territorio con progetti come il “HoacuoRete”, “Back to School” e “Tutti a Scuola”, è necessario fare di più nel far sentire loro la vicinanza dei più grandi attraverso azioni specifiche a livello “micro” familiare e “macro” di comunità. Perché, oltre al fondamentale diritto alla salute fisica, va posta massima attenzione a quella mentale di tutti i soggetti in età evolutiva, per via della loro insita fragilità. Interventi necessari perché in questo delicato periodo dal forte carico emotivo non tutti hanno punti di riferimento, iniziando da quelli familiari, e c’è il rischio di un impatto negativo su di loro, anche nel loro futuro da adulti.
I più piccoli, con silenzio, coraggio e maturità, si sono chiusi in casa rispettando le regole, studiando in dad, giocando al chiuso e preoccupandosi della salute dei propri cari. Di loro e del loro animo ferito si parla poco, quando invece dobbiamo ancora di più sforzarci di capirli ed aiutarli, infondendo serenità e speranza, ridando spazio ai loro diritti inalienabili. Adesso, sia per uscire da questa emergenza, sia per vivere al meglio quando essa sarà superata, occorre ripartire da due diritti fondamentali per i più piccoli: quello ad essere ascoltati e quello ad essere sé stessi. Col primo, aprendoci a loro ed immedesimandoci nelle loro insoddisfazioni/soddisfazioni e paure/progetti, insomma nelle loro esigenze, riusciremmo non solo a prevenire situazioni di disagio, ma li aiuteremmo al meglio nel costruire la loro persona. Idem con il secondo, facilitandoli, attraverso il dare peso alla loro integrazione sociale e ad ognuno di loro come singolo soggetto come portatore di stati d’animo e di conoscenze e competenze, a guardare la realtà a 360 gradi, a non avere paura di esprimersi, a non appiattirsi per abitudine, mancanza di stimoli o schemi rigidi e antiquati.
Solo così, abbinando la difesa del fisico e la valorizzazione dell’animo, riusciremo a portare avanti tutti i giorni questa meravigliosa carta fondamentale che oggi sobriamente celebriamo.
EMANUELE MATTIA (GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA CITTA’ METROPOLITANA)
FRANCESCA RACCO (GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA COMUNE BOVALINO)
VALENTINA ARCIDIACO (GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA COMUNE REGGIO)
ANTONELLA CACCIOLA (GARANTE PER L’INFANZIA E L’ADOLESCENZA COMUNE ROSARNO)