Hammamet, il tramonto del potere. Il presidente, l’uomo: Bettino Craxi. Di Al.Tallarita

Un film amaro con una forte dimensione onirica, quasi felliniana, così come la dimensione del ricordo, il sogno si mescola a una verità. Anch’essa amara; quella di una pagina di storia italiana cupa. Che tintinna ancora di quelle monetine lanciate.. Di uomini, che dopo tutto, hanno cercato di fare il bene del paese fra tanti errori. Ma quelli di tanti. E si sono trovati rappresi in quella rete fatta di verità e finzione di politica è sporco di vanità e umanità. Di cui l’Italia è stata testimone per molti anni e cosa è cambiato davvero? Vero è che il Parlamento avrebbe dovuto pensare per tempo, il giusto tempo, a una legge sui finanziamenti ai partiti . Questa amara pagina italiana forse non si sarebbe mai disegnata. Amelio decide di raccontarci un ex presidente del consiglio nella sua parte più umana, nella sua parte di esiliato. Un esilio che ha pagato anche con la salute e poi la sua vita.. Il film riesce, a tratti sembra lento, ma invece riesce. E Favino lo interpreta; gettandosi a capofitto dentro un personaggio complesso, unico. Lo rivediamo solo in quegli occhi ..più grandi rispetto a quelli di Craxi. Ma quello che vediamo è l’uomo, durante con l’esilio , che a tutti ha fatto male, che ha accettato, si è esposto; e che è diventato alla fine un capro espiatorio. Di tanti ..troppi e il sapore di questo film, è lo stesso che resta in bocca al pensare quanti si sono suicidati .. alla pseudo vittoria della magistratura. Che poi forse tanto non lo è stata. Il sold out della sala a Milano (io trovo un posto solo perché me lo fanno avere in corner e in prima fila al 14..) manifesta quanto ancora questa pagina di storia sia vivida e calda nel ricordo e fisicamente viva in ogni italiano.
Regia e sceneggiatura di Gianni Amelio, e A. Taraglio Musiche di N.Piovani, con protagonista Pierfrancesco Favino
Una coproduzione con Rai Cinema, Pepito Produzioni e Minerva Pictures.