Il DL Semplificazioni, complica la vita dell’arco jonico

Ci attendevamo che nel DL Semplificazioni fossero inseriti lavori importanti riguardante le infrastrutture (mancanti) nel meridione. Così non è stato, tanto da far scrivere al direttore Roberto Napoletano sul giornale da lui diretto “. . il vizietto dei ricchi della Sinistra (Emilia-Romagna e Toscana) e della destra (Lombardia e Veneto), di fare il pieno di finanziamento pubblico a spese degli altri territori italiani.  Ed ancora “. . . i soldi europei finanzieranno al Nord subito opere e al Sud studi di fattibilità”. 

Per quel che ci riguarda, nella parte orientale della Calabria non è previsto un solo euro. E’ mistificatorio l’informazione dell’impegno di spesa di 1,3 miliardi, inserita nel DL, per l’ammodernamento della statale Ionica. Tale spesa riguarda il tratto da Sibari a Roseto Capo Spulico (megalotto 3) da tempo finanziato e progettato e di cui si sono già avviati i lavori nei mesi scorsi. Quindi nessuna attinenza tra quest’opera ed il Decreto Semplificazione. Quest’intervento però, nella narrazione della Ministra delle infrastrutture e dei trasporti, la tosco-padana Paola De Micheli, diventa un’infrastruttura partorita dal suo ministero. Fandonia! Una bugia ancora più mortificante per l’intera Calabria Ionica in quanto tombale nelle aspettative della gente di questi territori di avere una strada moderna e veloce ed in sicurezza in sostituzione dell’attuale tracciato. Un’infrastruttura necessaria ed imprescindibile per lo sviluppo delle aree interessate.  

          Tombale perché la realizzazione del nuovo e moderno tratto autostradale Sibari-Roseto Capo Spulico,  in sostituzione dell’attuale s.s. 106, s’inserisce, e lo completa, nel vecchio progetto centralista di meta secolo scorso andato avanti a smozzichi per oltre cinquanta anni nel silenzio e cecità della classe politica calabrese: da Paola una diramazione raggiungerà Sibari e  risalendo la costa arriverà a Taranto e quindi Bari sull’Adriatico. La direttrice Paola-Taranto disporrà di linea ferroviaria completamente elettrificata, sede stradale del tipo strada extraurbana classe B.

          Strade trasversali avrebbero collegato il versante tirrenico a quello ionico, che sarebbe rimasto con tale disegno nel completo isolamento: strada delle Serre, la Catanzaro-Lamezia, la Crotone- Cosenza e la Firmo-Sibari 

          Questo progetto è ora in fase di completamento e taglia fuori tutta la rimanente Calabria. Quasi il 75% di questa regione, abbandonata a se stessa e condannata al sottosviluppo economico e socio-culturale, con buona pace dei tanti governi regionali, a cui è mancata una visione ampia e di lunga durata ed incapace di mettere in campo politiche serie nell’interesse della Calabria intera. Mediocrità, rendita politica e campanilismo hanno prodotto i mali e le miserie che vediamo e viviamo. 

          Crotone ha sofferto e soffre molto la bulimia che contraddistingue il Capoluogo di regione, capace di una voracità incontrollata che sconfina nell’arroganza istituzionale; ricordo come suo ultimo atto prevaricatore, il ricorso al TAR contro l’apertura della  sede del MIBACT a Crotone. 

          Tutta l’area ionica della provincia di Cosenza soffre del disimpegno con cui il capoluogo di provincia guarda a quell’area, anch’essa, al pari di Crotone, ricca di inesplorate potenzialità. Due città Catanzaro e Cosenza oggi più che mai centri regionali di indiscusso potere politico, che gravitano sul versante occidentale della regione ed indirizzano le loro scelte politiche unicamente in quella direzione trascurando, quando non soffocando, la parte della regione che guarda ad oriente. 

          Crotone e Corigliano Rossano, unendo le loro forze possono dare corpo ad un nuovo soggetto politico istituzionale per rompere questo stato di soccombenza che ognuno dei due centri vive per motivi diversi, ed acquisire  una capacità di interlocuzione più autorevole da far valere nelle diverse sedi. 

           L’area vasta a cui puntiamo, con la creazione della nuova provincia della Magna Graecia, può creare condizioni di sviluppo per il versante orientale della Calabria del medio ed alto Ionio; una provincia che avrebbe oltre 400.000 residenti, due porti, un aeroporto, siti archeologici di grande importanza (segni del passaggio della civiltà greca), un parco nazionale, una riserva marina protetta, una buona agricoltura con prodotti d’eccellenza, distretti energetici e tanto altro. Tutto questo racchiuso in un’area che s’affaccia sullo Ionio per 180 km. Tante potenzialità che restano però inespresse non per una maledizione, ma per le politiche di disimpegno del governo centrale, unito alla limitata capacità intellettuale del ceto politico regionale che non riesce a comprendere che non può esserci crescita della Calabria se una parte maggioritaria della regione resta tagliata fuori dalle politiche di sviluppo. Cosa manca affinché queste potenzialità possano tradursi in momenti di crescita? Le infrastrutture. Per lo sviluppo di questa vasta area necessita una nuova s.s. 106 nel tratto Sibari-Crotone, una strada moderna che risponda ai criteri di sicurezza e velocità. Nel DL Semplificazione in discussione in parlamento non ve n’è traccia e questo ennesimo affronto alla dignità di questa regione è passato nel silenzio della politica e delle istituzioni calabresi, al massimo qualche balbettio. Eppure questo è il momento per chiedere, per pretendere, per confrontarsi con gli ambienti romani con la schiena diritta. Almeno una volta, lo facessero!

               Abbiamo una strada statale risalente ai primi anni del secolo scorso, lo stesso dicasi per la ferrovia che presenta lo stesso tracciato vecchio di oltre cento anni, materiale rotabile logoro e datato, poche corse giornaliere e con tempi di percorrenza assurdi: un’ora e quaranta minuti per percorrere 110 km. Elettrificazione della rete, materiale rotabile nuovo, frequenza maggiore delle corse, consentirebbero all’aeroporto di Crotone di aumentare il suo bacino a 400.000 persone e poter  diventare un aeroporto che, con una nuova governance seria e responsabile, camminerebbe sulle sue gambe senza bisogno di oneri di servizi. I porti di Crotone e Corigliano Rossano, messi a sistema e completi di un retroterra dotato di infrastrutture e servizi, avrebbero una rilevanza maggiore nel panorama marittimo mercantile. Supportati politicamente da questa nuova Istituzione, che nasce con l’intento di difendere e promuovere questi territori, potrebbero concretamente valutare se passare con l’Autorità portuale di Taranto o restare sotto quella di Gioia Tauro più lontano e spesso distratta; avrebbero più forza nella loro scelta.

         La Nuova Provincia della Magna Grecia, è un progetto che vola alto, è ambizioso, di portata storica; a suo compimento avrà  creato un nuovo scenario dove smuovere e far crescere la politica stanziale oggi così sonnolenta ed immobile sui tanti problemi del territorio, quanto fervida e dinamica nel promuovere i personali interessi. Osare, metterci la faccia, spendersi per qualcosa d’importante, “se pensiamo a farci risuolare la scarpe, non costringeremo mai, qualcuno a comprare le nuove”  E’ un aforisma di un amico, indica perfettamente lo spirito di questo Comitato. 

 

                                                                               Enzo Palermo — Comitato per la Provincia della Magna Graecia