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Il Segretario Generale della Cisl nazionale Annamaria Furlan e il Segretario generale aggiunto Gigi Sbarra nell’Esecutivo Cisl Calabria.

Furlan: è il momento di chi sa proporre e creare coesione sociale.

Collegare il Sud con il Nord del Paese e il Nord con Europa;

la competitività o è del sistema Italia nel suo complesso o non c’è

Sbarra: rischio bomba sociale che va disinnescata subito.

Politica di sviluppo da costruire in un campo largo di responsabilità.

Mezzogiorno come grande priorità

 

LAMEZIA TERME, 18.06.2020 – Importanti interventi questa mattina del Segretario Generale della Cisl Annamaria Furlan e del Segretario generale aggiunto Gigi Sbarra alla riunione dell’Esecutivo Cisl Calabria, convocata in video conferenza dal Segretario generale dell’USR Calabria Tonino Russo.

All’ordine del giorno la situazione politico-sindacale nel Paese e nella nostra regione. Molti i temi emersi sia nell’intervento introduttivo di Russo, sia nei contributi di Furlan e Sbarra, tutti legati all’emergenza coronavirus e all’impatto sul piano sanitario e sul piano dell’economia e del lavoro.

Il Segretario regionale Russo ha sottolineato, tra l’altro la «forte preoccupazione per la rissosità della politica nazionale e di alcuni settori sociali, mentre – ha evidenziato – sarebbero importanti dialogo e collaborazione anche per sostenere idee chiare nel contesto europeo. Si può, attingendo al Mes (37 miliardi), avere risorse importanti per mettere ordine in un sistema sanitario regionale ammalato e recuperare il terreno perduto a causa di scelte sbagliate e di una gestione disastrosa, potenziando la rete della medicina territoriale e superando la visione “ospedalocentrica”.

In generale – ha detto ancora il Segretario regionale – i fondi che arriveranno dall’Europa devono essere aggiuntivi e non sostitutivi rispetto agli investimenti del Piano per il Sud presentato a febbraio dal Governo a Gioia Tauro. Pensiamo alle infrastrutture: bisogna investire e vigilare sulle procedure per evitare che i cantieri si aprano e non si chiudano mai, verificando i passaggi nell’impiego dei fondi, facendo attenzione alla legalità e alle infiltrazioni della criminalità. In questo campo si devono assolutamente evitare scelte sbagliate da parte del Governo per evitare che i fondi siano impiegati male, aprendosi al confronto sulle priorità: puntando, ad esempio, a una rete ferroviaria completamente nuova, alternativa, per il trasporto passeggeri, l’Alta Velocità Larg, decongestionando gli aeroporti e non sprecando risorse per il trasporto merci che può viaggiare sulle linee attuali e sul mare; valorizzando il porto di Gioia Tauro e quelli di Corigliano, Crotone e Vibo. Va poi detto che nel piano Colao – ha aggiunto Russo – del Sud non c’è traccia».

Ampi e a tutto campo i contributi di Annamaria Furlan e di Gigi Sbarra.

«La pandemia impone un cambiamento di prospettive: è quanto la Cisl – ha detto Annamaria Furlan – ha posto all’attenzione degli Stati generali e del Presidente Conte. È il momento di chi sa proporre e creare coesione sociale. Emergono i problemi che da anni la Cisl sostiene. Non si può per il Sud pensare di far quadrare i conti tagliando servizi e posti letto nella sanità, un metodo che si è rivelato disastroso. Così come bisogna superare al Sud i limiti delle infrastrutture immateriali (la banda larga), che hanno pesantemente inciso sul diritto alla conoscenza e all’istruzione. L’Europa sta cambiando e operando scelte di sostegno impensabili fino a sei mesi fa, mettendo in campo 170 miliardi aggiuntivi rispetto alle risorse ordinarie. C’è bisogno di non sprecarne neanche un euro.

Per la Furlan «bisogna ritrovare lo spirito che ha caratterizzato il Paese in tanti momenti di difficoltà nel reagire e nell’andare avanti: pensiamo al metodo adoperato nel 1993 dal Presidente Ciampi, che ha coinvolto tutti i livelli istituzionali e tutti gli attori sociali in intese concertative per portare il Paese fuori dalle secche e guardare al futuro».

È il momento di cambiare priorità. Tra queste Annamaria Furlan inserisce il rafforzamento del sistema sanitario pubblico; il finanziamento della ricerca, della formazione, dell’università, della scuola, superando il precariato, stabilendo subito un protocollo di sicurezza anticoronavirus, ma pensando anche alla sicurezza degli edifici; il sostegno all’economia reale, alle imprese che fanno innovazione, ai lavoratori per gli ammortizzatori sociali, riordinando il sistema per tutelare i lavoratori che ne sono sprovvisti; al settore del turismo; alle produzioni ecosostenibili che rispettino salute e lavoro; a un piano energetico che renda il Paese competitivo. È urgente e necessario lo sblocco delle infrastrutture perché per la Furlan bisogna collegare il Sud con il Nord del Paese e il Nord con Europa; la competitività o è del sistema Italia nel suo complesso o non c’è. E «la revisione del codice degli appalti va bene se significa meno burocrazia, ma non può comportare meno sicurezza né l’abbassamento della guardia contro la corruzione e l’infiltrazione della criminalità».

Sulla stessa lunghezza d’onda il Segretario generale aggiunto Gigi Sbarra. «Gli effetti della pandemia sul tessuto produttivo e sociale sono da bollettino di guerra», ha esordito. «Il Pil è caduto del 9-10% e si prevedono andando avanti effetti ancora peggiori; c’è un crollo della produzione industriale: le stime dicono che chiuderemo l’anno con un 40-45% di perdite. Dal punto di vista lavorativo, abbiamo circa 9 milioni di persone in cassa integrazione, per 1.700.000.000 di ore calcolate a fine maggio. Abbiamo ottenuto il blocco dei licenziamenti per legge, cosa mai verificatasi e ora chiediamo che sia prorogato fino a fine anno per scongiurare rischi in autunno. Ma registriamo un crollo nel rinnovo dei contatti a tempo determinato e qui a pagare il conto più salato sono i giovani e le donne. Crescono inoltre le situazioni di marginalità relativa e assoluta. Ci sono ancora centinaia di migliaia di persone che dopo tre mesi dall’inizio della pandemia non hanno ancora ricevuto i trattamenti di sostegno al reddito. È una bomba sociale che va disinnescata subito. Rischiamo di scivolare in una grande emergenza umanitaria e democratica».

La Cisl ha con responsabilità collaborato a definire il quadro delle imprese che potevano continuare ad operare e delle attività che dovevamo essere fermate per garantire la sicurezza. Il dialogo tra le parti sociali è stato determinante per attenuare l’impatto devastante della pandemia. «E sempre in nome del rispetto e della tutela della vita – ha detto ancora Sbarra –  abbiamo concordato il protocollo per mettere in sicurezza e luoghi di lavoro e lavorato successivamente su tre grandi questioni: sanità, impresa e lavoro».

Ora bisogna ben utilizzare le risorse europee, garantendo ad esempio più incentivi e più agevolazioni fiscali alle imprese che investono e che incrementano l’occupazione; premere su Governo e Regione per avere una fiscalità dedicata al Sud e alle aziende che nascono qui. «Bisogna assumere il Mezzogiorno come grande priorità, pensare a tutti – ha sottolineato con forza il Segretario generale aggiunto della Cisl – ed evitare che i più forti portino a casa più risorse, penalizzando i deboli». È necessario, dunque, «puntare su innovazione, reti digitali, infrastrutture, alta velocità, tutela del territorio, efficienza della pubblica amministrazione, a una nuova politica industriale, a un grande rilancio del turismo e dell’artigianato, senza dimenticare le politiche sociali, collegare gli ammortizzatori alla formazione. E lasciare spazio alla libera contrattazione sindacale».

«Dobbiamo lavorare per una politica di sviluppo – ha concluso Sbarra – da costruire insieme, in un campo largo di responsabilità».