La legge e’ uguale per tutti

L’Italia sta vivendo un momento difficile e, spesso, la legge viene interpretata a favore o a sfavore di questo o quel personaggio politico. Manca una uniformità di valutazione che rende le condotte di alcuni magistrati inique e crea una evidente “denegata giustizia”. La vicenda dei migranti ha indotto lo scrivente, nella qualità di giurista e di cittadino, ad inviare alle Procure della Repubblica di Roma, Catanzaro, Palermo, Catania ed Agrigento, la seguente denuncia-esposto, con la speranza che si voglia operare nel massimo della trasparenza ed imparzialità:

Il sottoscritto Giacomo Francesco SACCOMANNO, nato a Vibo Valentia il 23 gennaio 1955, residente in Rosarno (RC), alla Via Tito Speri n. 6,
ESPONE
1.- La normativa italiana
L’articolo 101 della Costituzione afferma che “La giustizia è amministrata in nome del popolo”. In tutte le aule di giustizia trionfa la frase “La legge è equale per tutti”. Stranamente, però, in Italia le cose sono completamente differenti. Spesso, la legge non è equale per tutti e viene gestita secondo questo o quell’interesse diverso. A volte quanto determinato dal popolo italiano viene calpestato per tentare di deviare il corretto percorso tracciato dagli italiani.

2.- E veniamo ai fatti
2.1.- Il Ministro degli Interni del tempo, Matteo Salvini, ritarda lo sbarco di alcuni migranti e viene imputato dalla Procura di Catania per i presunti reati di sequestro di persona ed omissioni in atti di ufficio. Il caso viene indicato come “Open Arms”, nome della nave interessata. Nella data del 30 luglio 2020 il Senato autorizza il processo.
2.2.- Il Ministro degli Interni attuale Luciana Lamorgese consente centinaia di sbarchi, anche allorquando i centri di accoglienza sono allo stremo e, anche, in presenza di un gran numero di migranti positivi al “coronavirus”.

3.- Situazione insostenibile
Tale grave situazione hanno portato il Sindaco di Lampedusa a chiudere l’hotspot che risulta strapieno (capienza circa 200 e presenza di oltre 1000 migranti) ed a chiedere, unitamente al Presidente della Giunta Regionale Sicilia, On. Nello Musumeci, al Governo lo stato d’emergenza per l’isola. Totò Martello, sindaco di Lampedusa, lancia un altro allarme: in 20 giorni sono sbarcati più migranti dell’intero 2011, quando fu dichiarato lo stato d’emergenza. In due settimane vi sono stati in arrivo oltre 5.500 persone! E tra tutte queste persone vi sono centinaia di migranti positivi al Covid19!

4.- Situazione incontrollata
Altri sbarchi vi sono stati in altre zone della Sicilia e in Calabria. Anche qui molti migranti sono risultati positivi al coronavirus. Tra l’altro, questi sbarchi sono incontrollati e sembra difficile che possano tutti i migranti essere verificati sotto l’aspetto sanitario, con il pericolo che si possano riprendere i focolai. Ciò, specialmente a causa delle fughe dei migranti dai centri di accoglienza o, comunque, appena sbarcati sulle coste italiane.
5.- Stato d’emergenza
Per il pericolo che la situazione sanitaria in Italia possa peggiorare è stata approvata la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre 2020, anche per fronteggiare un’eventuale e temuta ondata di contagi nel mese di ottobre, soprattutto in vista della riapertura delle scuole annunciata dal Ministro Azzolina per il 14 settembre c.a. Lo stato di emergenza consente, infine, al premier di limitare ancora e ulteriormente la libertà di movimento dei cittadini italiani tra Regioni e tra Paesi stranieri. La situazione italiana, allo stato, presenta dei miglioramenti grazie ai sacrifici messi in atto da tutta la popolazione dal marzo 2020, ma il pericolo è dietro l’angolo: ogni positivo può diventare un focolaio.

6.- Situazione internazionale
E tale pericolo risulta più che evidente avendo riguardo a quanto sta accadendo nelle altre Nazioni (dall’America al Brasile con migliaia di decessi) ed anche in Europa, con aumenti di focolai (Germania, Spagna, Romania, ecc.). Quindi, delle condizioni di estremo pericolo che potrebbero causare conseguenza pesantissime sia alla pubblica salute e sia alla nostra economia. A causa della pandemia l’Italia ha perso circa il 15% del PIL. Un altro blocco delle attività potrebbe rappresentare un disastro per quasi tutte le aziende e conseguentemente la perdita di migliaia di posti di lavoro. Una condizione pesantissima che porterebbe l’Italia in una condizione di non più ritorno.

7.- Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri
E che le condizioni siano quelle sopra brevemente riassunte emerge sia dalla proroga dello stato di emergenza e sia dalla presa di posizione recentissima del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, che ha dichiarato pubblicamente che bisogna intervenire prontamente sugli sbarchi incontrollati.

8.- Divisione dei poteri
Lo scrivente ritiene che sulle decisioni del Governo e dei Ministri non possa entrare la Magistratura, trattandosi di prerogative riconosciute dalla Costituzione e dell’ottenuto consenso popolare che ognuno raggiunge a seguito del programma che illustra e intende, poi, attuare. Tale principio è più che fondamentale per una vera e netta separazione dei poteri. Tra l’altro, per quanto riguarda l’ex Ministro Salvini, non può non evidenziarsi che i provvedimenti assunti sono stati quasi tutti collegiali e, comunque, vi sono stati, anche, dei provvedimenti legislativi che limitavano, appunto, gli sbarchi. Se a questo si aggiunge che lo stesso ha ottenuto il consenso popolare su una politica di restringimento degli sbarchi, non si comprende come lo stesso possa essere accusato di omissioni in atti di ufficio e sequestro di persona, per aver ritardato -non impedito- alla nave della ONG spagnola Open Arms di attraccare a Lampedusa nell’agosto 2019!

9.- Sull’indirizzo politico
La Costituzione è precisa allorquando afferma che “il Presidente del Consiglio dei ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile. Mantiene la unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività dei Ministri. I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri”. Non è, assolutamente, negabile che la politica e le strategie del primo Governo Conte fossero dirette verso il blocco degli sbarchi, con l’assunzione di diversi provvedimenti indirizzati verso tale evidente percorso. Quindi, l’azione assunta dal Ministro Salvini era puntualmente indirizzata verso tale politica e, quindi, non può, certamente, ritenersi responsabile per aver difeso i confini della Patria e, comunque, attuati gli indirizzi politici del proprio Governo. Tanto è vero che un precedente tentativo di ottenere una autorizzazione a procedere sulle stesse circostanze non è stato consentito dal Senato. Appare, pertanto, più che evidente che si potrebbe ravvisare un’aggressione del potere giudiziario nei confronti di quello politico, con violazione dei principi costituzionali.

10.- Sulla inesistenza della fattispecie contestata
In tali condizioni, appare più che evidente che non esistevano le condizioni per poter iniziare il procedimento e, comunque, che questo possa nemmeno essere proseguito. Vi sarebbe, veramente, un assurdo giuridico, specialmente dopo aver ascoltato le intercettazioni tra i vari Magistrati che hanno confermato una palese e consapevole “aggressione nei confronti di Matteo Salvini”.
Appare di notoria evidenza che l’autorizzazione a procedere è stata approvata -con voto risicato- in quanto Matteo Salvini non fa parte più della maggioranza e rappresenta un pericolo per chi oggi sta amministrando l’Italia. Però, non può non segnalarsi che le decisioni delle Camere non possono essere un momento di ritorsione. Tali atteggiamenti minano la democrazia e dimostrano la mancanza di autorevolezza dell’attuale classe politica. Le valutazioni andavano fatte secondo le avanzate prospettive e, quindi, verificando tutti gli elementi in possesso del Senato e non operando con spirito di esclusiva rivalsa.

11.- Se la legge fosse equale per tutti
Nella ipotesi in cui, invece, si dovessero ritenere sussistenti le ipotesi di reato contestate, appare più che evidente che -con tale metro di giudizio- devono valutarsi anche le azioni realizzate dall’attuale Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Infatti, con la concessione indiscriminata degli sbarchi dei migranti e la presenza di centinaia di questi positivi al covid19, ha, certamente, messo in pericolo la salute pubblica, con l’evidente rischio che possano partire nuovamente i focolai che potrebbero devastare un’altra volta la nostra Nazione. D’altro canto, non aver previsto per tempo controlli e strutture per la quarantena dei positivi è, veramente, una palese omissione di atti d’ufficio con il pericolo che possa di nuovo ripartire la pandemia. Un danno incalcolabile sia per la salute degli italiani che per la già deficitaria economia.

12.- Mancata previsione di controlli e predisposizione di sistemi di isolamento
Appare più che evidente che una politica umanitaria a favore degli sbarchi avrebbe dovuto prevedere un sistema di controlli preventivi e la predisposizione di sistemi di isolamento dei positivi per come è accaduto per gli italiani ed anche per gli stranieri. Senza aggiungere che non è, assolutamente, comprensibile il perché l’Italia abbia attuato delle evidenti limitazioni, chiudendo anche le frontiere per alcune Nazioni, ed ha, invece, lasciato del tutto libere quelle dei migranti, con l’evidente pericolo sopra descritto.

13.- Delitti colposi contro la salute pubblica
L’articolo 452 c.p. punisce chiunque commette per colpa, alcuno dei fatti preveduti dagli articoli 438 e 439 c.p. Quest’ultimo articolo “Epidemia” stabilisce che chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo. Appare di rilievo considerare che dinnanzi a delle previsioni di forti limitazioni, che hanno fatto perdere all’Italia il 15% circa del PIL, ed alla presenza di oltre 36.000 morti, l’omettere di assumere dei provvedimenti drastici potrebbe rientrare, nel caso di ripresa della pandemia, nella fattispecie sopra indicata.
In considerazione di ciò, le condotte del Ministro Luciana Lamorgese non possono che ritenersi in contrasto con i provvedimenti a tutela della pubblica salute emessi in relazione alla eccezionale situazione derivante dal coronavirus e causa di possibile ripresa della pandemia. In sostanza, un evidente condotta omissiva per non aver predisposto le strutture adeguate alla quarantena, per aver consentito l’ingresso di soggetti positivi, per aver permesso che alcuni di essi potessero fuggire dai centri di accoglienza. E, comunque, la creazione di un’evidente situazione di pericolo che potrebbe rappresentare una palese anticipazione dell’ipotesi delittuosa sopra precisata.

14.- Valutazione giuridica
In sintesi e per concludere, appare, sotto l’aspetto prettamente giuridico e lasciando fuori il condizionamento politico, che né l’ex Ministro Salvini e né l’attuale Ministro Luciana Lamorgese, possano essere sottoposti ad una valutazione delle proprie condotte realizzate nell’espletamento del loro mandato di Governo. Se, invece, dovesse ravvisarsi questa possibilità -in contrasto con la nostra Costituzione- la valutazione deve essere attuata, con lo stesso metro di valutazione, per entrambi e, quindi, l’odierno Ministro può essere censurato per non aver assunto delle necessarie precauzioni, per non aver predisposto adeguati controlli e strutture, per aver consentito anche la fuga di soggetti positivi, con il pericolo di un contagio generalizzato. Una diversa interpretazione verrebbe a contrastare con i principi della Costituzione e con la dovuta imparzialità dei magistrati.
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Essendo la legge uguale per tutti, appare più che evidente che le interpretazioni e valutazioni delle condotte devono essere legate da un filo conduttore e non possono essere divergenti tra loro. In mancanza, si potrebbe anche ravvisare un possibile abuso da parte di colui o coloro che applicano diversamente il dettato legislativo.

Valuteranno, pertanto, i destinatari della presente quali siano le verifiche ed interpretazioni e, nel rispetto del Popolo Italiano e della legge, applicano le norme in modo oggettivo e imparziale.
Un comportamento diverso rappresenterebbe una palese violazione sia delle norme Costituzionali che ordinarie, con un diritto del cittadino italiano di chiederne la punizione e far valere quei principi di diritto che non applicati verrebbero a colpire l’intera cittadinanza.

Si chiede, pertanto, che a seguito di una corretta ed imparziale valutazione delle indicate condotte vengano assunti i dovuti provvedimenti di legge, con comunicazione di questi alle persone interessate e all’istante, che, quale cittadino di questa democratica Nazione, ha il diritto di conoscere come si comporta il potere giudiziario (articolo 408 e seguenti c.p.p.).
Lì, 06 agosto 2020.
Avv. Giacomo Francesco Saccomanno