La medicina.. non è una scienza esatta e neppure la sanità.

Benché più dove si vede negata la possibilità che questa sia espressa come si deve .Ed allora nel 2019 si muore di parto.. Non in casa.. Mammina inclusa.. Ma in ospedale. Il luogo in cui dovremmo sentierci più protetti. Calabria la sanità è il mare sporco di mancate promesse occasioni in cui sguazzano politici del malaffare, cattiva organizzazione e pazienti. Un caos da cui dovrebbero sorgere le nuove fenici. Da un sistema non solo inefficiente oggi, ma anche responsabile di sprechi e terreno clientelare. La ‘nuova evoluzione’ della sanità in Calabria, già paventata dall’allora governo Scopelliti, vanta oggi di 150 milioni di euro di debito, triplicatosi dai 31 milioni del 2013. Perché dopo il governatore Scopelliti, insieme con la terna dei commissari Pezzi e Urbani, poi sostituiti da Scura, c’è stato il disastro. Passando per le gravi inefficienze del governo calabrese di Oliverio. L’agugurio di razionalizzare le risorse e valorizzare le professionalità, con poli territoriali di eccellenza e cooperazione tra l’ospedalità pubblica e privata, non si é mai realizzato. Anzi è stato tolto tutto. E i commissari si susseguono..
Oggi la manager sanitaria Maria Crocco Sostituisce Schael, dimessosi questa estate e ora confinato in Sardegna.. Dagli ospedali, ai fondi finanziati alle cliniche private, arriviamo sullo Stige traghettati fino all’incubo di una sacca di sangue mancante. E la sanità calabrese ha ucciso ancora.. Clientele, malgestione e incompetenze hanno martoriato il corpo di una neo mamma a Cetraro. Che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.. E che l’incopetenza politica, regionale e il degrado in cui versa la sanità in Calabria ha tolto la vita.
Al. Tallarita