Taurianova, la vera sfida per il futuro? Ripartire dalle nostre “risorse”.

La pandemia scatenata dal covid-19 ha indubbiamente rappresentato la punta di un iceberg già da tempo avvistato dalle persone oneste e dalle nuove generazioni, oramai da decenni alle prese con tassi di disoccupazione tra i più elevati in Europa, livelli minimi salariali abbastanza discutibili, un rispetto dei diritti della persona non sempre pienamente garantito e una politica di sostenibilità ambientale che stenta a imporsi tra le priorità del Legislatore.

In questo anomalo 2020 ci siamo ritrovati ad essere, ancora una volta, osservatori passivi dell’ennesima emergenza, che in pochi mesi ha alimentato nuove e indomabili paure: per un futuro incerto, per l’opportunità di persistere nel coltivare le proprie ambizioni oppure di rinunziarvi, per i timori causati dall’instabilità lavorativa, dal blocco o dall’annullamento delle procedure di assunzione. E tutto ciò accompagnato dal meschino palcoscenico puntualmente allestito da medievali correnti di pensiero populistiche.

È stato esattamente questo lo scenario che ha generato quell’accumulo di “rabbia sociale” e quel desiderio di voler riprendere a tutti i costi le redini del nostro futuro, che ci hanno moralmente obbligati a non restare inermi dinnanzi alle tipiche dinamiche della rassegnazione collettiva.

D’altronde fa parte del nostro DNA di cittadini meridionali, fin dalla nascita abituati ad affrontare e poi superare ogni ostacolo con la forza di volontà e la determinazione di coloro che non si arrendono facilmente, nonostante le avversità.

Proprio questo mix di stati d’animo, dunque, ha permesso a un sorprendente gruppo di giovani e di professionisti originari di Taurianova – nel cuore della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) – di sedersi a un tavolo e di mettersi in gioco, decidendo di intraprendere insieme un percorso politico e culturale, al fianco dell’unico candidato a sindaco in grado di poter cogliere questo potenziale e consentirgli di durare nel tempo, al di là della semplice esperienza elettorale ed eventualmente amministrativa: l’ingegnere Fabio Scionti, in prima fila nella coalizione denominata “Taurianova Futura”.

Ci è stato assegnato un compito, una funzione, siamo stati insomma destinatari di una forma di responsabilità in primis verso noi stessi: quella di stimolare il nostro spirito critico, di offrire delle proposte, di mettere al servizio del bene comune esperienze personali e professionali, e di partecipare attivamente alle sorti della nostra comunità, in occasione dell’appuntamento elettorale del 20 e 21 settembre e di quello del 4 e 5 ottobre per il ballottaggio.

A questa realtà giovanile abbiamo attribuito un nome che potesse definirci in maniera completa ed esaustiva: “Risorse”, per testimoniare quanti elementi positivi della società taurianovese vogliano contribuire al riscatto del loro territorio.

Una dimensione partecipativa eterogenea sul piano delle competenze e delle passioni di ciascuno, in cui potersi confrontare in maniera arricchente e costruttiva per il perseguimento dei propri sogni. Sembra quasi di rivivere il positivo contesto partitico della prima Repubblica, con il suo scambio continuo di opinioni e quella contaminazione di idee in grado di avviare e consolidare virtuosi processi di formazione delle coscienze.

E gli obiettivi in cantiere sono numerosi, coinvolgenti. Penso ad esempio a quel geniale connubio tra il famoso “Smart working” (“lavoro agile”, fortemente promosso nel periodo di mobilità limitata) e l’affascinante fenomeno del “South working” (“lavorare dal Sud”), in base al quale viene incentivato il rientro nel Meridione di cittadini fuori sede, permettendo loro di continuare a lavorare – grazie all’utilizzo di strumenti telematici – nelle aziende di riferimento (situate al Nord o nel resto del mondo), ma allo stesso tempo di vivere nel Sud Italia e beneficiare così di un costo della vita decisamente ridotto rispetto a quello delle grandi metropoli. E tutto ciò con un ritorno in termini di produttività per la stessa impresa, sia per l’inevitabile clima di serenità di cui godrebbero i dipendenti, sia per il mancato onere – in capo al datore di lavoro – di pagare esosi canoni di locazione o semplicemente le spese di trasporto.

Continuerei poi citando il progetto “Case a un euro” per contrastare il fenomeno dello spopolamento in terra di Calabria, con il quale si prevede la cessione alla cifra simbolica di un euro da parte dei rispettivi proprietari (magari residenti altrove e non più disposti a pagare tasse inutilmente) di immobili vetusti e abbandonati, che potrebbero essere utilizzati come sede di un’associazione sportiva o culturale, oltreché per risiederci abitualmente. A fronte quindi di una spesa irrisoria, l’acquirente dovrebbe soltanto garantire la ristrutturazione dell’appartamento.

Infine, la riqualificazione del sistema di binari della famosa “littorina”, automotrice ferroviaria che fino ad alcuni anni fa permetteva il collegamento tra i paesi dell’ex Provincia reggina. La recente istituzione della “Città Metropolitana di Reggio Calabria”, infatti, ha reso particolarmente esigente la necessità di “conurbanizzare” i vari Comuni che insieme formano questa entità amministrativa e la cui lontananza geografica, altrimenti, rischia di trasformarsi in una distanza anche politica e socio-culturale. A New York, ad esempio, i binari dismessi sono stati impiegati per costruire la “High Line”, un parco lineare nel quale passeggiare e svolgere attività sportiva, trasformando le vecchie stazioni inutilizzate in alberghi, ristoranti e pizzerie.

La sfida è ardua. Siamo il quarto Comune della Città Metropolitana in riva allo Stretto da un punto di vista demografico, una città che nel corso della sua storia ha subìto ben tre scioglimenti per infiltrazioni mafiose, di cui due addirittura in maniera consecutiva (triste primato nazionale); e siamo purtroppo anche tra le comunità più colpite dalla piaga della “fuga dei cervelli”.

Con grande orgoglio e senso di appartenenza al mio territorio, sono quindi entusiasta di partecipare al progetto “Taurianova Futura”, sviluppando quel sentimento di speranza che Fabio Scionti è sempre stato in grado di trasmetterci, tutte le volte in cui ha voluto ascoltare la nostra opinione, quella delle nuove generazioni.

Il fine che ci ha spinto a intraprendere questo lungo cammino è chiaro e ben definito: vogliamo dimostrare quanta ricchezza, quanta positività e quante “risorse” abbia a disposizione la nostra tormentata e meravigliosa terra, sfruttando ogni grammo dei nostri talenti per realizzare tutto quello in cui crediamo. E con coraggio, da veri protagonisti del futuro, riusciremo senz’altro a raggiungerlo.

Giuseppe Abramo
Cofondatore di “Risorse”