Legalità e malaffare la Calabria tutta agisca

Si stanno concludendo in questi giorni importanti operazioni della DDA che hanno portato al sequestro di ingenti beni commerciali ed aziendali nei confronti di “prenditori” calabresi e che rilevano, ancora una volta, la debolezza del tessuto sociale ed Istituzionale nel quale viviamo.

In questo quadro non stupisce ma preoccupa, che in ogni inchiesta oltre a soggetti criminali, vengano coinvolte persone che a vario titolo rappresentano le Istituzioni; questo è un brutto segno per chi confida nella lealtà dei governanti nei confronti del popolo. Inoltre, viene fuori il nervo scoperto in capo alle associazioni datoriali che, evidentemente, esercitano malamente il ruolo di contrasto all’interno del proprio mondo di certi fenomeni ed infiltrazioni.

Rileviamo inoltre, come il settore del Turismo e dei Servizi in generale è oggetto di interessi della Criminalità Organizzata, e questo significa molto spesso sfruttamento e ricatto occupazionale. In particolare in molte zone della nostra Calabria è ormai comune la pratica di applicare ai dipendenti contratti “pirata”, oltre perché più elastici sui diritti in capo alle maestranze, come strategia per impedire al Sindacato di entrare in quelle aziende.

Non solo accresce lo sfruttamento, il ricatto, il caporalato e l’economia illegale ma si crea concorrenza sleale sul costo del lavoro, creando un effetto dannoso per le imprese e l’economia sana.

La FILCAMS CGIL Calabria, oltre a ringraziare e sostenere le forze dell’ordine e la Magistratura per il lavoro straordinario che si sta facendo per contrastare la ‘ndrangheta, ritiene sia doveroso, quasi obbligatorio, per i corpi intermedi e le Istituzioni discutere nel merito di quanto le inchieste fanno emergere e ricercare soluzioni condivise da adottare per combattere una vera battaglia di Legalità.

Servono strumenti, anche specifici di carattere territoriale che accompagnino i provvedimenti già in essere da parte della legislazione nazionale, che si prendano cura dei lavoratori dipendenti delle aziende sequestrate e riescano a garantir loro la continuità occupazionale. Serve evitare che i Beni sequestrati, finiscano, come capita quasi sempre, per logorarsi, diventare desueti e non più utili a creare occupazione.

Dispiace per il Presidente FF Spirlì ma la ‘Ndrangheta in Calabria c’è e va combattuta innanzitutto parlandone, prendendo coscienza che quello che avviene oggi a Cittanova e Vallefiorita, ieri in qualche altra del territorio, parla alla parte onesta del nostro popolo ed è necessario affermare non solo a parole ma con i fatti da che parte si sta.

La Calabria, il suo popolo, le lavoratrici ed i lavoratori, vogliono stare dalla parte della Legalità, non tradiamo queste belle aspettative. Coraggio.
Giuseppe Valentino