L’estate delle Muse parte dal Castello di Melfi, dal 3 Luglio tornano i Premi Muse 2022

L’associazione culturale “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria è ai nastri di partenza per la nuova programmazione che, ancora una volta, vede la nota associazione reggina proiettata nel panorama nazionale.
Questa nuova veste estiva commenta Giuseppe Livoti in qualità di presidente ha come sottotitolo “Fatti, persone, storie e personaggi” perché durante i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre si alterneranno eventi che riguardano proprio situazioni storiche o figure importanti del panorama nazionale, regionale ed inter regionale. Non potevamo dunque non creare una serie di eventi di altissimo livello che vedranno finalmente in presenza anche la consegna dello storico Premio Muse versione 2022 e che concluderà le attività del biennio 2020/2022 poiché a settembre si provvederà al rinnovo del direttivo.
Tante collaborazioni anche con pro loco, sodalizi siciliani, calabresi, pugliesi e lucani, poiché saremo presenti in varie città con importanti inaugurazioni, momenti di arte e di letteratura e tra le altre cose l’animazione culturale per la Notte Bianca nel comune di Aci S. Antonio nell’ambito del progetto di collaborazione de “Le Muse nella terra delle Aci” guidato dall’importante artista siciliana del carretto Maria Pia Cristaldi.
E’ tutto pronto al Cortile delle Muse di via San Giuseppe per l’inaugurazione della programmazione in sede che domenica 3 luglio alle ore 20,30 riaccende i riflettori sui noti appuntamenti che daranno vita a delle vere e proprie domeniche interessanti ed inedite così come avviene da 22 anni. I Notturni delle Muse di un tempo, così, inziano ad avere una vera e propria mutazione genetica dichiara la vice presidente Orsola Latella, la quale evidenzia come questa offerta denominata lo scorso anno “Appelli culturali nelle sere d’estate” ora divengono “Fatti, persone, storie e personaggi sotto il cielo d’estate”. Tre Notturni il 3, il 10 ed il 17 luglio porteranno a Reggio nomi importanti del mondo scientifico, dello spettacolo ed istituzionali per delle grandi serate a tema.
Intanto il 25 giugno partirà il primo grande evento nell’ambito di uno scambio culturale con la Pro Loco di Melfi guidata dal suo presidente dott. Tommaso Bufano che vedrà come location e scenografia il famoso e storico Castello a Melfi, capitale della contea di Puglia, luogo in si tennero cinque concili ecumenici, organizzati da cinque diversi Pontefici tra il 1059 e il 1137. Nell’estate del 1059, papa Niccolò II soggiornò nella rocca fortificata e fu al centro di importanti avvenimenti: in giugno stipulò il trattato di Melfi, poi, dal 3 agosto al 25 agosto celebrò il concilio di Melfi I ed infine con il concordato di Melfi riconobbe i possedimenti conquistati dai Normanni. Il papa nominò Roberto il Guiscardo duca di Puglia e Calabria. La città di Melfi, fu promossa a Capitale del Ducato di Puglia e Calabria. Roberto il Guiscardo, per sposare Sichelgaita di Salerno vi mandò in esilio la prima moglie Alberada di Buonalbergo. L’importanza dell’incontro presso tale realtà rientra per il presidente Livoti nell’ambito della riscoperta delle dimore storiche, cosa che perseguiamo da anni anche con la sezione guidata dalla prof.ssa Marinella Malgeri e non a caso è stato scelto il Castello di Federico II poiché nel castello di Melfi furono organizzati vari Sinodi: il papa Alessandro II dal primo agosto 1067 presiedette il concilio di Melfi II; ricevette il Principe longobardo di Salerno, Gisulfo II, ed i fratelli Roberto il Guiscardo e Ruggero I di Sicilia. Nel corso del concilio di Melfi III, nel 1089, il papa Urbano II indisse la prima crociata in Terra Santa, poi Pasquale II nel 1101 convocò il concilio di Melfi IV ed infine papa Innocenzo II nel 1137 celebrò il concilio di Melfi V, ultimo della serie. Vi fu anche nel 1130 un concilio di Melfi non riconosciuto dalla Chiesa, perché organizzato dall’antipapa Anacleto II, che istituì il regno di Sicilia. Federico II diede grande importanza al castello di Melfi e ne apportò alcuni restauri. Nel 1231, il maniero fu il luogo di promulgazione delle costituzioni di Melfi, codice legislativo del regno di Sicilia, alla cui stesura parteciparono Federico II assieme a persone come il suo notaio Pier della Vigna ed il filosofo e matematico Michele Scoto. La struttura fu anche deposito delle tasse riscosse in Basilicata e prigione, ove tra i vari detenuti ci fu anche il saraceno Othmàn di Lucera, che nel 1240 fu costretto a pagare 50 once d’oro al giustiziere di Capitanata per ritornare in libertà. Nel 1232, Federico II ospitò al castello il marchese di Monferrato e la nipote Bianca Lancia, che divenne sua moglie e da cui ebbe il figlio Manfredi. Nel 1241, il sovrano svevo rinchiuse nell’edificio due cardinali e vari vescovi francesi e tedeschi, che avrebbero dovuto far parte di un concilio papale che prevedeva la sua destituzione. Dunque un appuntamento che continua a fare scoprire le relazioni tra varie regioni e culture altre… continuando a raccontare i castelli federiciani ricostruendo memorie di pagine di storie dimenticate.